Sole 24 ore- Valditara (AN) propone una tassa di scopo per la scuola

Tassa di scopo per la scuola
DI GIUSEPPE VALDITARA* La consapevolezza che scuola, università e ricerca siano tre settori strategici da cui dipende il futuro dell'Italia è sempre più diffusa. Anche il Dpef va in questa direzione inserendole fra le priorità dell'azione di governo. Per la scuola era forse possibile, oltre alla indicazione della necessità di far decollare la riforma dei cicli, menzionare anche l'edilizia scolastica, il finanziamento di una valorizzazione professionale dei docenti legata a una formazione in carriera, la necessità di un graduale assorbimento del precariato all'interno di un piano pluriennale chiaro, qualche intervento per favorire la libertà di scelta educativa. Si tratta peraltro di priorità ampiamente condivise. Il nodo vero di tutta la questione è piuttosto un altro: come far arrivare ulteriori finanziamenti a scuola, università e ricerca. In passato si è ritenuto sufficiente spostare qualche partita da un capitolo all'altro del bilancio dello Stato. In epoca di ristrettezza finanziaria, con un'agenda ricca di priorità tutte egualmente importanti (riduzione del carico fiscale, infrastrutture, sicurezza, per citarne alcune) il sistema degli spostamenti non appare sufficiente. Non risulta poi adeguato in relazione all'ampiezza degli interventi preventivati dal ministro Moratti, pari a circa 2 miliardi e mezzo di euro l'anno. La strada delle razionalizzazioni prevista nella Finanziaria 2002 per la scuola dovrebbe comportare, a partire dal 2004, 726 milioni di euro di risparmi destinati a essere reinvestiti nel settore. Per ovvie ragioni di politica sociale oltreché di equità - penso, in primo luogo, all'esplosivo problema del precariato - non è tuttavia una strada che può essere ulteriormente sviluppata nella prossima Finanziaria, né possono essere reiterate misure come il blocco delle assunzioni, che rischiano di penalizzare lo sviluppo del sistema. Consapevole che il vero nodo è come reperire risorse, l'Ulivo, in occasione dell'approvazione della riforma scolastica, aveva presentato una proposta in controtendenza con gli obiettivi di questo Governo: aumentare le imposte sul reddito degli italiani. Ma questa misura contribuirebbe a gelare le prospettive di ripresa economica ed è senz'altro impraticabile. Per l'università e gli enti di ricerca sono certamente auspicabili la defiscalizzazione dei contributi di privati, la possibilità per i privati di finanziare cattedre oltreché progetti di ricerca, l'introduzione dei prestiti d'onore. Non sono tuttavia misure che possono far affluire nell'immediato risorse certe e sufficienti. In questo contesto diventa indispensabile seguire la strada già indicata da An nella scorsa Finanziaria con l'imposizione di un'apposita "tassa sul fumo": la previsione, cioè, di tasse di scopo su consumi specifici, in settori non strategici per lo sviluppo, che non incidano sull'inflazione e siano socialmente sopportabili. È, fra l'altro, un indirizzo ampiamente seguito in altri Paesi occidentali. Questo, in attesa che si sciolga il nodo legato alle riforme strutturali. Al riguardo occorre ricordare che, se è pur vero che nel breve periodo non porterebbero risparmi decisivi, d'altra parte la valutazione dell'equilibrio finanziario italiano potrebbe essere diversa, a livello europeo, a seconda che siano o meno previste riforme di questo tipo. In ogni caso è essenziale che nella prossima manovra di bilancio il Governo preveda un piano di finanziamenti certo e adeguato perché scuola, università e ricerca siano realmente priorità strategiche. *Senatore, responsabile scuola e università An