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Sole 24 ore scuola-Organi collegiali e riforma.-Continua il percorso parlamentare del Ddl. Le novità e gli emendamenti.

Da Scuola del 14-27 giugno 2002 Continua il percorso parlamentare del Ddl. Le novità e gli emendamenti. Organi collegiali e riforma. A CURA di Nicola D'Amico Di tanto in tanto ricompare...

17/06/2002
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Il Sole 24 Ore

Da Scuola del 14-27 giugno 2002

Continua il percorso parlamentare del Ddl. Le novità e gli emendamenti.

Organi collegiali e riforma.

A CURA
di Nicola D'Amico

Di tanto in tanto ricompare il fantasma degli organi collegiali della scuola. Il Governo e le Camere gli prestano, però, un'attenzione distratta. "Abbiamo cose più importanti cui pensare: cosi dicono più o meno, ma quasi letteralmente, esponenti di Governo e membri autorevoli delle commissioni parlamentari competenti. E alludono chiaramente alla riforma dei cicli, alla riforma Moratti, che ha iniziato il proprio iter al Senato, come primo dei loro pensieri.
Organi collegiali interni.

Comunque, la maggioranza ha già superato alla Camera, l'esame della Commissione Istruzione e il suo disegno di legge è ai nastri di partenza per la discussione in aula "calendarizzato", come si dice in gergo, per questo mese di giugno. Ma sul giorno dello start non si sa ancora nulla. Il disegno di legge ha preso il numero 1186, ha perduto l'originaria firma di centrosinistra dell'onorevole Giovanna Grignaffini, Ds-Ulivo, (era stato il centrosinistra a fare la prima mossa, avvalendosi di un diritto previsto dai regolamenti) e ha preso il nome dell'onorevole Gianna Bianchi Clerici (Lega), relatrice della maggioranza.
Il presidente della Commissione VII, Cultura e istruzione, del Senato, Franco Asciutti, un preside umbro di Forza Italia, parlando a Milano al convegno della Disal, un'organizzazione di dirigenti scolastici cattolici, fa capire che sarà difficile che il disegno di legge arrivi nelle sue mani. in tempo per la riapertura del prossimo anno scolastico. Anzi, mostra di non essere impaziente: "Meglio non avere riforme - dice - che riforme pasticciate".
Autoemendamenti della maggioranza

La maggioranza conosce bene questi umori del Senato e, per esorcizzarli e non fare finire il proprio disegno di legge "sotto fuoco amico" ha già predisposto una serie di emendamenti a cura della stessa relatrice.
Quali sono i principali di questi emendamenti?
1) Sarà il regolamento della singola scuola a fissare "le modalità di elezione, sostituzione e designazione dei membri del consiglio della scuola" (ex "consiglio di istituto"). Il sottosegretario di Stato all'Istruzione, Valentina Aprea, Fi, definisce fondamentale questo passaggio "emblematico della volontà di restituire alla singola scuola progettualità creativa di modelli", abbandonando quella che Rosario Drago, consigliere del ministro Moratti, definisce "la mimesi del politico, la sudditanza ai modelli politici".

2) Il numero massimo dei componenti il consiglio della scuola passa da 11 a 13. Del consiglio, in aggiunta ai rappresentanti elettivi dei docenti e dei genitori (e, nelle scuole secondarie superiori, degli studenti), debbono far parte, d'ufficio, il dirigente scolastico, il direttore amministrativo, un rappresentante dell'ente fornitore dei locali (Comune o Provincia) e il "Garante dell'utenza" (che cambia di origine, come diciamo qui di seguito);
3) Il Garante dell'utenza non è più "il primo degli eletti tra i genitori, ma "un genitore distinto" dai membri del consiglio della scuola, la cui scelta è anche questa volta demandata al Regolamento delle singole scuole, regolamento che, come si vede, si accresce fortemente di contenuti, corroborando i contenuti stessi dell'autonomia.

Il disegno di legge precisa infine che in assenza dell'approvazione della nuova normativa continuano a funazionare gli organi collegiali dell'ordinamento vigente (consiglio di istituto o di circolo, giunta - non più prevista nella legislazione in progetto - consigli di classe, collegio dei docenti).

Oigani collegiali territoriali

A rigor di logica, gli organi collegiali territoriali hanno una loro legge di riforma. Si tratta del Dlgs 30 giugno 1999, n. 233 "riforma degli organi collegiali della scuola a norma dell'articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59" (la legge omnibus che prevede anche 1'autonomia scolastica). Quel Dlgs, secondo la maggioranza, non innova, ma obbedisce alla logica della scuola "che scimmiotta il tessuto politico e appesantisce la rete degli organi collegiali" (Aprea).
Il Dlgs n. 223 prevede un Consiglio superiore della Pubblica istruzione di 36 componenti (la metà circa degli attuali), dei quali il 50% di nomina ministeriale; i consigli regionali dell'istruzione; e consigli scolastici locali a volontà (a volontà, si vuol dire, del direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale, d'intesa con le Regioni e con gli enti locali competenti). Questi consigli scolastici locali "sostituiscono i consigli scolastici provinciali e distrettuali (e su questo siamo d'accordissimo - dice l'on. Aprea - perché almeno per quanto riguarda il consiglio scolastico provinciale è cosa chiusa".
Ci sono poi, nel Ddl in sonno, anche "organi collegiali di interesse degli enti locali", che potrebbero estendere all'infinito la rete di collegi e collegini.
"Il Ddi n. 223 va considerato soppresso", precisa senza mezzi termini, il sottosegretario. Ma il Governo non può eludere il tempo di sei mesi accordatogli dal Parlamento per provvedere alla sostituzione. E questo tempo sta scadendo.


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