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Organi collegiali senza riforma Le scuole hanno avuto il via libera per attivare le procedure di voto per i nuovi organi di autogoverno - da tempo scaduti e prorogati - tanto che si stanno attiva...

16/09/2003
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Il Sole 24 Ore

Organi collegiali senza riforma

Le scuole hanno avuto il via libera per attivare le procedure di voto per i
nuovi organi di autogoverno - da tempo scaduti e prorogati - tanto che si
stanno attivando le procedure per giungere al più presto alle votazioni. Ma
intanto la riforma degli organi collegiali giace nel limbo delle leggi mai
fatte. Dopo aver ottenuto il disco verde della commissione Cultura della
Camera, infatti, il testo era approdato in Assemblea a Montecitorio il 4
marzo 2002. Quella data ha però segnato l'inizio e la fine della
discussione. Da allora la proposta di legge di iniziativa parlamentare -
presentata dalla maggioranza e catalogata con il numero 1.186 - è bloccata.
Senza riuscire a trovare la corsia giusta. Eppure si tratta di una questione
di enorme importanza per l'autogoverno delle scuole, in strettissima
connessione con il regime dell'autonomia. Lo testimonia la trasversalità
politica e il numero di disegni di legge presentati in materia. Il bisogno
di restyling, del resto, è urgente: basti pensare che le norme vigenti
risalgono sostanzialmente al Dpr 416/74, alla stagione dei cosiddetti
"decreti delegati". In 29 anni è passata davvero tanta acqua sotto i ponti e
la scuola è cambiata. E cambierà ancora, a cominciare dall'ultima
approvazione del decreto sul primo ciclo scolastico previsto dalla riforma
Moratti, arrivata proprio venerdì scorso dal Consiglio dei ministri. Il
testo arenato. "È stato uno stop quasi inevitabile - spiega l'onorevole
Giovanna Bianchi Clerici (Lega Nord), relatrice della proposta di legge di
riforma degli organi collegiali - era in arrivo la legge 53, la riforma
Moratti sul riordino dei cicli, ed era più importante dedicarle tutte le
energie. Adesso, però, sarebbe tempo di riprendere il cammino interrotto,
anche per dare più forza e vigore alla stessa riforma Moratti. Gli organi
collegiali sono il vero motore degli istituti. E il ministro, prima
dell'estate ha garantito che avrebbe ripreso la questione". Non la pensa
così Giovanna Grignaffini (Ds), componente della commissione Cultura della
Camera, che sullo stop della riforma ha una spiegazione diversa: "Non mi
meraviglia affatto che il testo sia bloccato perché a questo Governo non
interessano né l'autonomia, né la gestione collegiale delle scuole". Va
ricordato che si tratta di materia molto delicata: a suo tempo la proposta
di legge scatenò il fuoco di sbarramento degli studenti che si consideravano
poco rappresentati e temevano uno strapotere del dirigente scolastico. I
contenuti della riforma. Il testo presentato in Parlamento, in effetti,
contiene parecchie novità. A cominciare proprio dal consiglio della scuola,
l'organismo che sostituirebbe l'attuale consiglio d'istituto, che non
sarebbe più presideuto da un genitore ma dal dirigente scolastico.
Rivoluzionata anche la composizione. Il consiglio odierno è composto da 14
membri, di cui 6 rappresentanti del personale docente, uno del personale
Ata, 6 dei genitori degli alunni, il capo d'istituto. Nelle scuole con più
di 500 alunni i componenti diventano 19. Secondo la proposta di legge della
maggioranza, il futuro consiglio avrà 11 componenti, tra i quali il
dirigente scolastico, 5 genitori, 3 docenti nella scuola materna, elementare
e media e 3 genitori, 3 docenti e 2 studenti nella secondaria superiore. Ne
faranno parte il direttore dei servizi generali e amministrativi e un
rappresentante dell'ente tenuto per legge alla fornitura dei locali della
scuola. Il genitore che avrà raccolto il maggior numero di preferenze
ricoprirà il ruolo di garante dell'utenza. In ogni scuola, infine, dovrebbe
essere istituito il nucleo di valutazione dell'efficienza e dell'efficacia
del servizio, struttura composta dal garante dell'utenza (presidente), da un
docente e da un membro esterno.

LUIGI ILLIANO

Si vota con regole vecchie di 30 anni

Le scuole tornano a votare ancora una volta con regole vecchie di quasi
trent'anni. Si rinnoveranno i consigli di circolo e d'istituto venuti a
scadenza e i consigli di interclasse, di intersezione e di classe. Lo ha
stabilito il ministero dell'Istruzione con la circolare 70 dello scorso 3
settembre. Hanno diritto di voto, e possono essere eletti quali
rappresentanti, anche gli studenti stranieri e i loro genitori. Le elezioni
degli organi di durata triennale. Le elezioni dei consigli di circolo e di
istituto si svolgeranno in date decise dai dirigenti degli uffici scolastici
regionali per il territorio di rispettiva competenza. Si voterà in un giorno
non lavorativo dalle ore 8 alle 12 e in quello successivo dalle ore 8 alle
13.30. Sono chiamati alle urne, e sono contemporaneamente eleggibili, i
genitori degli alunni, i docenti, il personale ausiliario, tecnico e
amministrativo e, nella scuola superiore, gli studenti. Negli istituti
comprensivi, che sono costituiti da scuole materne, elementari e medie, il
consiglio d'istituto è unico e va riservato almeno un seggio ai docenti e
uno ai genitori di ciascuna delle scuole comprese nell'aggregazione. Gli
organi cessati per la normale scadenza triennale saranno interamente
rinnovati. Nel caso in cui, invece, non siano decorsi tre anni
dall'elezione, si dovrà solo procedere all'eventuale sostituzione dei membri
cessati dalla carica per qualsiasi causa e, se la sostituzione non è
possibile per esaurimento delle liste, dovranno essere indette elezioni
suppletive. Le procedure sono regolate dall'ordinanza ministeriale numero
215 del 15 luglio 1991 e successive modificazioni e integrazioni. I capi
d'istituto comunicano alle rispettive commissioni elettorali, che li
approvano, gli elenchi dei votanti. Gli interessati presentano le liste,
distinte per ciascuna componente: docenti, Ata, studenti. Il voto deve
essere espresso personalmente nelle sedi dei seggi individuate dai dirigenti
scolastici. Le operazioni di scrutinio sono effettuate immediatamente dai
seggi elettorali, che provvedono anche alla proclamazione degli eletti. Le
elezioni degli organi di durata annuale. I consigli di interclasse nella
scuola elementare, di intersezione nella scuola materna e di classe nella
secondaria sono rinnovati annualmente entro il 31 ottobre. La data è
stabilita dalle singole scuole e gli aventi diritto al voto sono informati
per iscritto dai capi d'istituto. Le procedure elettorali sono precedute da
assemblee, nel corso delle quali i docenti illustrano le norme sugli organi
collegiali e i programmi annuali delle classi. Gli insegnanti delle classi
interessate fanno parte di diritto dei consigli; nella scuola elementare e
materna viene eletto un genitore per ogni classe interessata, nella scuola
media quattro rappresentanti eletti dai genitori degli alunni iscritti alla
classe, nella scuola secondaria superiore due rappresentanti eletti dai
genitori degli alunni iscritti alla classe nonché due rappresentanti degli
studenti, eletti dagli studenti della classe. In occasione delle assemblee
per l'elezione dei rappresentanti nei consigli di classe, gli studenti di
scuola superiore eleggono due rappresentanti per ciascun istituto nella
consulta provinciale prevista dall'articolo 5 del Dpr 156/99. Possono
eleggere due propri rappresentanti nella consulta provinciale anche gli
studenti delle scuole paritarie, pareggiate e legalmente riconosciute.


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