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sole 24 ore-La priorità alla lingua spacca gli esperti.

La priorità alla lingua spacca gli esperti. ROMA . Il nuovo modello delle materie di studio, previsto dalla riforma Moratti, ha grandi sostenitori e critici altrettanto appassionati. Alcun...

10/11/2002
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Il Sole 24 Ore

La priorità alla lingua spacca gli esperti.

ROMA . Il nuovo modello delle materie di studio, previsto dalla riforma Moratti, ha grandi sostenitori e critici altrettanto appassionati.
Alcune delle novità introdotte nell'ultima stesura dei programmi hanno la paternità del senatore Giuseppe Valditara, responsabile scuola di An. "Lo studio tradizionale della lingua italiana è essenziale. In questo modo si valorizza la nostra tradizione linguistica, e non solo. Ritorna l'ordine mentale e la cultura delle regole". Secondo il senatore di Alleanza nazionale "è giusto seguire questa nuova strada, ribaltando il principio della precedenza alla creatività linguistica e della libertà espressiva, sancito dai programmi dell'allora ministro Franca Falcucci".
Inoltre "l'inquadramento sistematico delle categorie grammaticali e sintattiche è un valore imprescindibile. Del resto, fornire a tutti i ragazzi strumenti linguistici corretti significa dire no alle discriminazioni a scuola, a causa della provenienza sociale". In sintesi, secondo Valditara uno studio più rigoroso della grammatica e della sintassi eviterebbe che sui banchi siano favoriti solo i ragazzi che vivono in un ambiente economico e culturale più agiato. Il senatore di An apprezza anche "il ritorno del mito e dell'epica. E importante instillare nei bambini forti esempi morali, dando particolare rilievo ad alcune figure evocative di valori, anche se in parte leggendarie. Penso a Cincinnato, ad Attilio Regolo e a Tito Livio".
Critiche durissime, invece, arrivano da Benedetto Vertecchi, uno dei maggiori pedagogisti italiani e tra i '#8216;padri' della riforma Berlinguer-De Mauro. "Non si può fare una riforma dei programmi ignorando il quadro culturale del Paese, eppure così sembra che si stia facendo. Apparentemente, infatti, la proposta delineata sembra chiedere più impegno ai ragazzi sul piano dei contenuti. Ma, così come è stata fatta, non produrrà nessun effetto. Anzi: rischia di rendere maggiore il disagio e il distacco dei ragazzi svantaggiati rispetto agli altri".
Secondo Vertecchi "aumentare l'analisi grammaticale o reintrodurre lo studio del latino non è certo la soluzione a carenze gravissime che sono state riscontrate più volte nella preparazione dei ragazzi in questi ultimi anni. Forse non ci ci rende conto che c'è innanzitutto un problema di lessico: la grammatica serve a trattare meglio il proprio vocabolario personale, ma certo non lo aumenta. Invece, per dare la dimensione dei fenomeni. troppe volte siamo di fronte a ragazzi che conoscono soltanto trenta parole rispetto alle cento minime indispensabili".
La soluzione prospettata, insomma, potrebbe produrre "vantaggi soltanto per gli studenti delle classi sociali più abbienti".
M.LUD.


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