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Sicilia, ragazzo autistico con professore ipovedente

Una soluzione adottata in un Liceo di Santa Teresa Riva: «Ne possiamo affiancare un altro»

02/11/2010
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l'Unità

Manuela Modica

una storia difficile da raccontare, perché è una storia difficile. Il nocciolo è un conflitto di disabilità, o meglio: non compatibilità.Da un lato un ragazzo di 15 anni, studente del primo anno al Liceo Scientifico “C. Caminiti” di Santa Teresa Riva, sede distaccata di Giardini Naxos. Il ragazzo è affetto da autismo, che in lui si manifesta con una sorta di intensa iperattività. Dall’altro il professore Emanuele Nuciforo, insegnante di geografia astronomica, di diritto, specializzato nell’insegnamento di sostegno. Nucifero è ipovedente. Ed è l’insegnante di sostegno affidato dalla dirigenza scolastica al ragazzo autistico. «Non abbiamo nulla contro l’insegnante, riteniamo però che la sua disabilità non sia adatta al caso di mio figlio». Innocenza Sterrantino è una giovane mamma di due ragazzi adolescenti, il più grande è lui, Giulio (nome fittizio), affetto da una grave forma di autismo, ma non del tutto disabilitante: «Ha ottenuto grandi risultati finora». L’atmosfera di casa è semplice, calda: le stanze dei ragazzi, una cucina accogliente, un lungo corridoio in cui Giulio può sfogare parte della sua incredibile energia. È un adolescente come tutti gli altri, salvo per l’altezza, è uno spilungone. Sta al computer, ascolta musica. È autonomo. Ma qualcosa nell’interazione salta dei passaggi. Come, quanto è difficile da capire in un solo pomeriggio. Lo sanno loro che vivono con lui da sempre, e si pongono una domanda dificilissima: «Come fa un insegnante ipovedente a contenere mio figlio?», se lo chiede mamma Enza, e con lei il papà di Giulio, Giuseppe Siligato. «La soluzione che hanno trovato è stata il computer, - dice Siligato - e così mio figlio ascoltava pure la musica in cuffia: se lo isolano, che lo mandiamo a fare a scuola?». E infatti non ce lo mandano più, Giulio è adesso ogni giorno a casa. E le comunicazioni tra la famiglia e la scuola avvengono solo per raccomandata: «Sono stati loro a preferire questa formula, io ribadisco la mia più totale disponibilità», sostiene il preside del liceo, Francesco Muscolino. Non sono d’accordo i Siligato: «Abbiamo avuto due incontri - riferisce il papà - ma dopo nessuno ci ha più ricevuti. E l’unica soluzione che ci hanno proposto è stata quella di affibbiare al docente di sostegno un altro docente di sostegno almeno per 9 delle 18 ore a sua disposizione: ma mio figlio ha bisogno di stabilità, così si produce una confusione e una sovrapposizione che non fa di sicuro bene al suo rendimento». Soluzione ritenuta, però, l’unica possibile dal dirigente scolastico: «Le uniche cose che posso far io sono queste, posso gestire il personale didattico che ho a disposizione, non posso fare altro. Forse l’ufficio provinciale scolastico, quello regionale, ma io no». E nelle more di un intervento più in alto,Muscolino organizza un incontro al quale i genitori del ragazzo chiedono di partecipare assieme all’avvocato Nuccia Torre, l’avvocato del sindacato delle persone disabili e delle loro famiglie, Sfida, al quale si sono rivolti: «Ma non vogliono farmi partecipare », rivela l’avvocato. «È il regolamento, io sono disponibile a tutto», ribadisce Muscolino. E mentre il botta e risposta procede, c’èun altro soggetto protagonista: «Nella prima settimana, quando non ero stato nominato, il ragazzo s’era abituato al computer. S’è deciso poi, di non privarlo del computer d’improvviso ma con gradualità. La signora avrebbe potuto avere più fiducia. Non sono l’insegnante che vorrebbero, ma insegno con passione e sono specializzato nel sostegno. Vorrei solo che si trovasse una soluzione che renda tutti contenti. Non lo ritengo necessario, ma sono disposto anche a cambiar scuola, purché non si mettano in discussione le mie capacità».


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