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Senato - 7^ commissione-istruzione. 2-3-4luglio

ISTRUZIONE (7a) MARTEDI' 2 LUGLIO 2002 95a Seduta (notturna) Presidenza del Presidente ASCIUTTI Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valenti...

05/07/2002
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ISTRUZIONE (7a)

MARTEDI' 2 LUGLIO 2002
95a Seduta (notturna)

Presidenza del Presidente
ASCIUTTI

Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valentina Aprea.

La seduta inizia alle ore 21,30.

IN SEDE CONSULTIVA

(1187) DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE. '#8211; Modifiche dell'articolo 117 della Costituzione
(Parere alla 1a Commissione. Seguito dell'esame e rinvio)

Riprende l'esame, sospeso nella seduta pomeridiana.

Nel dibattito interviene la senatrice MANIERI, la quale svolge considerazioni sul provvedimento in titolo con riguardo a tre profili in particolare: la filosofia della riforma, l'opportunità della sua tempistica e i suoi contenuti di merito.
Già dalla relazione introduttiva al disegno di legge, si evince infatti un approccio fortemente ideologico ed astratto che al federalismo "sostanzialmente giacobino" ne contrappone un altro, a suo giudizio "sostanzialmente mistico". Si teorizza infatti che la devoluzione sia una necessità storica, di cui il legislatore deve prendere atto e che deve tradurre in norma con un vincolo di contenuto derivante dalle spinte della società.
Ella contesta tuttavia questa impostazione fatalistica, secondo cui la riforma è necessitata da avvenimenti esterni, in quanto fortemente in contrasto con il rapporto dialettico fra Parlamento e società proprio del riformismo democratico e liberale.
Passando poi ad una disamina della riforma nel quadro politico normativo ed in relazione alle differenti situazioni territoriali del Paese, ella osserva che negli ultimi dieci anni l'Italia ha conosciuto un impetuoso processo di trasformazione che l'ha portata ad essere da uno dei Paesi più accentrati ad un Paese fortemente decentrato. Richiamando la legge n. 142 del 1990, indi le leggi "Bassanini" ed infine la legge costituzionale n. 3 dello scorso anno, ella prende atto di un massiccio trasferimento di funzioni statali a regioni ed enti locali, di cui ancora non si conoscono compiutamente i vantaggi e le opportunità, né le ricadute positive sui cittadini e sulle comunità locali.
Pur dichiarandosi convinta dei principi del federalismo, che indubbiamente può indurre all'esercizio di un'autonomia responsabile sul piano culturale, politico ed economico, ella osserva peraltro che i vantaggi della devoluzione non sono automatici e da ciò derivano le sue perplessità sulla tempistica del provvedimento.
Il tumultuoso trasferimento di competenze operato nell'ultimo decennio non è ancora sufficientemente monitorato. Appare pertanto scorretto dare per scontati i vantaggi di un'ulteriore devoluzione, atteso che non risulta provata l'equazione secondo cui alcune competenze siano meglio gestite solo in quanto decentrate. Al contrario, ella ritiene che sia indispensabile mantenere allo Stato alcune funzioni, in particolare in settori delicati quale l'istruzione.
Se è infatti vero - come ha rilevato il relatore - che il federalismo comporta l'esaltazione delle diversità e non è esente da diseguaglianze, quando le diversità territoriali si trasformano in diseguaglianze sociali sul piano di diritti costituzionalmente garantiti (quale quello dell'istruzione), esso rischia di essere socialmente eversivo.
Né appare scontato che il decentramento di poteri sia sinonimo di efficienza, come dimostra l'attribuzione alle regioni di competenze in materia di spesa sanitaria. Esso rischia anzi a volte di moltiplicare le burocrazie e i processi decisionali, dando vita ad un neo centralismo regionale che eredita i vizi e i difetti dello statalismo.
In questo senso, la contrapposizione fra Stato e regioni e fra regioni ed enti locali nella fase istruttoria del disegno di legge in esame rappresenta senz'altro un significativo campanello d'allarme.
La senatrice Manieri osserva poi che molte disposizioni della legge costituzionale n. 3 del 2001 restano tutt'ora inattuate. In questo contesto, l'ulteriore ipotesi di riforma costituzionale sottesa al disegno di legge n. 1187, centrata sull'attribuzione di competenze esclusive alle regioni, rischia di diventare elemento di complicazione e confusione. Ciò, tanto più in considerazione delle numerose ambiguità lessicali contenute nel testo ed opportunamente rilevate dallo stesso relatore.
Occorrerà dunque definire, prosegue, la disciplina delle forme di autonomia differenziata, i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili, la legislazione quadro per le materie affidate alla disciplina concorrente da un lato e procedere dall'altro alla revisione degli statuti regionali sulla base del mutato quadro ordinamentale.
Il disegno di legge n. 1187 risulta pertanto del tutto inopportuno, atteso che non sono ancora definiti molti aspetti del processo in corso. Le ambiguità lessicali tradiscono poi ben più elevati rischi e pongono le premesse per un ordinamento disomogeneo e frazionato.
Nel richiamare l'esperienza della disciplina del diritto allo studio, con riferimento alla quale le regioni - in assenza di una legge quadro - hanno per anni legiferato in maniera difforme determinando disparità sia nell'accesso alla fruizione dei servizi che nella qualità degli stessi, ella esprime conclusivamente un giudizio complessivamente non positivo sul disegno di legge in esame atteso che esso, sulla base di una filosofia ideologica ed astratta dai bisogni reali del Paese, determina nel merito il tramonto dell'autonomia scolastica e genera nuove forme di accentramento regionale.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

IN SEDE REFERENTE

(1251) CORTIANA ed altri. - Legge-quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione.
(1306) Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale.
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta del 15 maggio scorso.
Il presidente-relatore ASCIUTTI avverte che è pervenuto il parere della Commissione Affari costituzionali sul disegno di legge n. 1306, assunto quale testo base, e sugli emendamenti ad esso presentati. Non si è invece ancora espressa la Commissione bilancio. Tuttavia, poiché il provvedimento è stato calendarizzato in Aula a partire da giovedì 18 luglio prossimo e sono comunque scaduti i termini previsti dal Regolamento, ritiene di procedere all'esame degli ordini del giorno e degli emendamenti.

Il senatore VALDITARA illustra i seguenti ordini del giorno di carattere generale:
0/1306/1/7
VALDITARA, FAVARO, DELOGU, GABURRO, BRIGNONE

"Il Senato,
in sede di esame del disegno di legge n. 1306, concernente delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale,
visto l'articolo 1, comma 3, del disegno di legge, che prevede l'approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, di un piano programmatico di interventi finanziari predisposto dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge per la realizzazione delle finalità della legge medesima;
tenuto conto che l'articolo 7, comma 6, stabilisce che all'attuazione del piano programmatico si provvede mediante finanziamenti da iscrivere annualmente nella legge finanziaria, in coerenza con quanto previsto dal Documento di programmazione economico-finanziaria;
considerato che il Governo è tenuto a presentare alle Camere entro il termine del 30 giugno 2002 il Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2003-2006;
ravvisata la necessità di realizzare sin dall'anno 2003 interventi finanziari a sostegno dell'istruzione e della formazione,
impegna il Governo:
a predisporre il piano programmatico di interventi finanziari di cui in premessa anche prima del completamento dell'iter parlamentare del disegno di legge n. 1306 e comunque nei tempi utili per la previsione, già nella legge finanziaria 2003, delle risorse finanziarie da destinare all'avvio dell'attuazione del piano stesso; il piano dovrà destinare complessivamente, nel periodo 2003-2007, risorse da 7.746 a 10.283 milioni di euro, pari a lire da 15.000 a 19.910 miliardi, a sostegno:
a) della riforma degli ordinamenti e degli interventi connessi con la loro attuazione e con lo sviluppo dell'autonomia;
b) dell'istituzione del Servizio nazionale di valutazione del sistema scolastico;
c) dello sviluppo delle tecnologie multimediali e della alfabetizzazione nelle tecnologie informatiche;
d) della valorizzazione professionale del personale docente;
e) delle iniziative di formazione iniziale e continua del personale;
f) del rimborso delle spese di autoaggiornamento sostenute dai docenti;
g) della valorizzazione professionale del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA);
h) degli interventi di orientamento contro la dispersione scolastica e per assicurare la realizzazione del diritto-dovere di istruzione e formazione;
i) degli interventi per lo sviluppo dell'istruzione e formazione tecnica superiore e per l'educazione degli adulti;
l) degli interventi di adeguamento delle strutture di edilizia scolastica;

ad indicare conseguentemente nel Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2003-2006, ai fini di quanto sopra, gli obiettivi da conseguire nel settore dell'istruzione e della formazione, in coerenza con le aree di intervento predette".

0/1306/2/7
VALDITARA

"Il Senato,
in sede di esame del disegno di legge n. 1306, concernente delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale,

premesso:

che la riforma delle norme generali dell'istruzione prevede che il sistema educativo si articola nei seguenti gradi di scuola: scuola dell'infanzia; scuola primaria e scuola secondaria di primo e di secondo grado;

che l'articolo 2 del disegno di legge n. 1306, al comma 1, lettera g), prevede che l'attività didattica della scuola secondaria di primo grado si articola in un primo biennio seguito da un anno che prioritariamente completa il percorso disciplinare, e quella della scuola secondaria di secondo grado in due periodi biennali e in un quinto anno che prioritariamente completa il percorso disciplinare;

che il medesimo disegno di legge prevede, inoltre, all'articolo 3 l'emanazione di norme generali sulla valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione e degli apprendimenti degli allievi, contemplando, tra i criteri e principi direttivi, quello delle valutazioni biennali dei periodi didattici ai fini del passaggio al periodo successivo;

che quanto previsto costituisce, senza dubbio, un importante passo avanti rispetto al sistema dei debiti infiniti previsti dalla normativa vigente voluta dal Governo di centrosinistra, sistema che non garantisce una seria valutazione;

che le valutazioni biennali, nell'ottica del proponente, sono state concepite per responsabilizzare gli studenti,

impegna il Governo
a valutare, entro tre anni dall'entrata in vigore della legge di riforma dell'istruzione, gli effetti concreti della innovazione ivi prospettata e, in particolare, se tale finalità di resposabilizzazione dello studente si sia nei fatti verificata; in caso negativo, a prevedere valutazioni annuali ai fini del passaggio al periodo didattico successivo".

Quanto all'ordine del giorno n. 1, egli ne sottolinea l'intento di impegnare il Governo ad una solida copertura finanziaria per la riforma scolastica. L'esperienza, non ultima quella del fallimento della legge Berlinguer, ha infatti dimostrato l'impossibilità di procedere a riforme a "costo zero". Unitamente ai Capigruppo di maggioranza, egli ha inteso pertanto impegnare il Governo ad uno stanziamento variabile fra i sette e i dieci miliardi di euro, indicando una cifra minima ed una cifra massima per tenere conto dei possibili mutamenti della congiuntura economica. Quanto alla destinazione delle risorse, egli cita in primo luogo la riforma, indi la valorizzazione del personale e gli interventi sulle strutture.

MERCOLEDI' 3 LUGLIO 2002
96a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente
ASCIUTTI

Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valentina Aprea.

La seduta inizia alle ore 8,30.

IN SEDE REFERENTE

(1251) CORTIANA ed altri. - Legge-quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione
(1306) Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta notturna di ieri.

Il presidente relatore ASCIUTTI avverte che si procederà con l'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 1 del disegno di legge n. 1306, assunto quale testo base, pubblicati in allegato al resoconto della seduta notturna di ieri.

Il senatore BERLINGUER illustra gli emendamenti da lui presentati, soffermandosi in particolare sull'emendamento 1.1, soppressivo dell'intero articolo 1. Al riguardo, chiarisce che la proposta di soppressione, così come del resto gli altri emendamenti presentati sia dal Gruppo Democratici di Sinistra - L'Ulivo che unitariamente dai Gruppi dell'Ulivo, non va intesa in senso eversivo, non essendo in alcun modo diretta ad annullare il percorso di riforma e creare un vuoto normativo. Nonostante la fiera contrarietà dell'Ulivo nei confronti di alcuni aspetti salienti della riforma Moratti, la richiesta di soppressione dell'articolo 1 deriva infatti unicamente dal desiderio di evitare il ricorso alla delega in una materia tanto delicata. Il principio della delega legislativa è senz'altro del tutto legittimo e costituzionalmente disciplinato; tuttavia, nel caso specifico, appare in netta contraddizione con le dichiarazioni programmatiche del ministro Moratti e con la natura stessa del provvedimento, di attuazione costituzionale.
Il Gruppo Democratici di Sinistra - L'Ulivo nutre peraltro dubbi non solo con riferimento alla scelta di ricorrere alla delega, ma anche con riguardo alle modalità con cui essa è stata formulata. Benché sia infatti sempre difficile trovare il giusto rapporto fra individuazione di precisi principi e criteri direttivi ed esigenze di sommarietà, in questo caso la determinazione dei principi di cui all'articolo 1, comma 3, appare davvero eccessivamente sommaria e generica, accentuando oltre misura il trasferimento di poteri in capo all'Esecutivo.
Dopo aver richiamato la contrarietà recentemente espressa anche dall'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) al ricorso alla delega legislativa, egli critica poi la scelta del Centro-destra di porre al centro della politica scolastica l'abrogazione della legge n. 30, con un'enfasi a suo giudizio scarsamente motivata.
Al contrario, nella sua stagione di riforme, il Centro-sinistra aveva posto al centro del processo innovatore l'autonomia scolastica, considerata il passaggio più significativo dello sviluppo della cultura educativa e successivamente costituzionalizzata ad opera del terzo comma del nuovo articolo 117 della Costituzione.
Il primo compito del nuovo Governo avrebbe dunque dovuto essere, a suo avviso, quello di sostenere significativamente le scuole nella realizzazione dell'autonomia, in termini finanziari, politici e di comunicazione. La pesante volontà revisionistica del nuovo Governo, messa a punto in primo luogo con l'abrogazione della legge n. 30, determina invece un effetto diversivo, a testimonianza di un approccio alla politica scolastica che non tende all'incontro fra le diverse culture per il riordino dei cicli scolastici.

La senatrice ACCIARINI illustra quindi gli emendamenti a sua firma, chiarendo preliminarmente che quelli presentati da tutti i Gruppi parlamentari dell'Ulivo costituiscono un'organica proposta alternativa al testo del Governo, di cui l'emendamento 1.2 (interamente soppressivo dell'articolo 1) rappresenta solo il primo tassello. La soppressione dell'articolo, che prevede il ricorso alla delega legislativa, si inquadra infatti in una visione affatto diversa del dibattito parlamentare, atteso che '#8211; a suo giudizio '#8211; per abrogare una legge quadro votata dal Parlamento nella scorsa legislatura e quindi allo stato pienamente vigente, il nuovo Governo di Centro-destra avrebbe dovuto avere il coraggio di procedere con un dibattito parlamentare di pari livello, senza imboccare la scorciatoia della delega.
Il panorama politico è poi aggravato dal fatto che, mentre da un lato si discute con il presente disegno di legge dell'esercizio di una competenza affidata dal nuovo Titolo V della Costituzione alla legislazione esclusiva dello Stato, dall'altro il Governo sottopone al Parlamento un provvedimento di portata ben diversa, che investe pesantemente le medesime tematiche. Il disegno di legge n. 1187, in materia di devoluzione, prevede infatti che le regioni attivino una competenza esclusiva su profili che l'ordinamento vigente in parte affida all'autonomia scolastica (che, come già ricordato, è stata elevata al rango costituzionale dal terzo comma del nuovo articolo 117) e in parte rientrano nell'ambito di applicazione della riforma prefigurata dal disegno di legge n. 1306, attualmente in esame.
Risulta pertanto assai difficile intuire la linea politica del Governo, che da un lato chiede al Parlamento un'estesa delega per la definizione delle norme generali sull'istruzione, in attuazione del secondo comma del nuovo articolo 117, e dall'altro attiva un canale parallelo che modifica sensibilmente il rapporto fra Stato e regioni in materia scolastica. Ciò determina una imbarazzante confusione, tanto più a fronte di un quadro normativo che allo stato è invece estremamente chiaro sia sul piano legislativo che su quello amministrativo e regolamentare.
La confusione cresce poi se si considera che la scelta di abrogare la legge n. 30 e di chiedere al Parlamento una delega legislativa per la riforma scolastica è stata motivata proprio con l'esigenza di tenere conto delle novità introdotte nell'ordinamento con la modifica del Titolo V della Costituzione e di darvi sollecita attuazione.
Il ritiro dei provvedimenti applicativi della legge n. 30 e la tempistica della delega richiesta con il disegno di legge n. 1306 (ventiquattro mesi per i decreti legislativi, più altri diciotto mesi per eventuali ulteriori interventi correttivi) ha peraltro imposto una sospensione del processo riformatore, atteso da oltre trent'anni, che era invece pronto a decollare al 1° settembre 2001. Questo colpevole ritardo è addebitabile, a suo giudizio, alla scelta ideologica di abrogare ad ogni costo una legge vigente votata dall'ex maggioranza di Centro-sinistra. In tale contesto il Gruppo Democratici di Sinistra - L'Ulivo si fa carico di indicare al Governo un percorso che consenta di ovviare al pesante ritardo, dando intanto avvio '#8211; nell'attesa di scelte più chiare sulle riforme costituzionali in materia scolastica '#8211; a quegli atti che permetterebbero di far decollare la riforma, anche a partire dall'anno scolastico 2002-2003. A tal fine, appare indispensabile evitare in primo luogo il ricorso alla delega legislativa e discutere compiutamente in Parlamento sulle linee generali del processo riformatore.

Il senatore CORTIANA dà per illustrati molti dei suoi emendamenti, preannunciando di volersi soffermare in particolare su undici di essi. Fra questi, sottolinea in primo luogo l'1.13 che, come l'1.40, pone al comma 1 dell'articolo 1 alcuni riferimenti di valore: in particolare l'1.13 pone l'accento sulla costruzione dei valori di cittadinanza mondiale, europea e nazionale in un contesto di cultura planetaria che rifugge da logiche xenofobe e razziste; l'1.40 richiama invece la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, nell'ottica dell'adesione dell'Italia ai maggiori istituti internazionali.
Altri emendamenti riguardano invece il comma 2 dell'articolo 1. Fra questi, l'1.68, di evidente significato politico, prevede l'espressione di un parere vincolante da parte delle Commissioni parlamentari sugli schemi di decreti legislativi, al fine di restituire equilibrio e dignità alla dimensione parlamentare.
L'emendamento 1.86 sollecita invece lo studio scolastico dei sistemi operativi e dei software cosiddetti open source, nei quali il codice sorgente è noto e modificabile. Per contrastare tale emendamento, la Microsoft ha chiesto ed ottenuto un'audizione con l'Ufficio di Presidenza della Commissione, nel corso della quale ha espresso l'opinione che il Parlamento non dovesse intervenire su equilibri definiti dal mercato e ha contestato che nelle scuole si dovessero studiare i sistemi open source atteso che il sistema più diffuso è quello a software proprietario. Tali considerazioni sono a suo giudizio assai preoccupanti, non solo perché il Parlamento ha invece il diritto-dovere di intervenire per regolare le nuove tematiche che affiorano nella società, ma anche e soprattutto perché la scuola non può essere considerata un precoce terreno di caccia per futuri clienti, essendo invece un luogo di formazione e di costruzione della cittadinanza. In tal senso è dunque opportuno sollecitare lo studio scolastico dei diversi sistemi, al fine di consentire scelte meditate e fondate su un'approfondita conoscenza, anche critica. L'emendamento 1.86 è del resto in linea con le indicazioni del Ministro per l'innovazione tecnologica, ingegner Stanca, riaffermate anche nell'ultima Conferenza sull'e-government.
Dopo essersi soffermato sull'emendamento 1.101, relativo alla predisposizione di strumenti amministrativi atti a rendere tempestivo l'utilizzo delle risorse destinate all'edilizia scolastica, sulla scorta dell'esperienza passata che ha testimoniato una forte difficoltà in questo campo, il senatore Cortiana dà infine conto di alcuni emendamenti volti ad aggiungere nuovi capoversi al comma 3: l'1.105, sul potenziamento dell'insegnamento delle lingue comunitarie, a partire dall'inglese; l'1.106, sull'insegnamento obbligatorio della musica e della cultura musicale classica, moderna e contemporanea; l'1.107, sull'estensione della scuola dell'infanzia statale su tutto il territorio nazionale, non certo a danno delle scuole dell'infanzia private ma in quanto opportunità doverosamente garantita dallo Stato; l'1.109, sul potenziamento del diritto allo studio, nel solco dell'ordine del giorno approvato nella scorsa legislatura al fine di andare oltre la fornitura gratuita dei libri di testo; l'1.110, sul sostegno all'associazionismo e terzo settore, a proposito del quale egli richiama il suo impegno per la costituzione di una authority per il terzo settore; l'1.115, sull'apertura degli edifici scolastici per tutta la giornata, al fine di inserirli in una rete di altri sportelli atti ad offrire ai giovani un tessuto di valori di riferimento alternativi alla devianza.

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 9,40.

MERCOLEDI' 3 LUGLIO 2002
97a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente
ASCIUTTI

Intervengono i sottosegretari di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valentina Aprea e Caldoro.

La seduta inizia alle ore 14.

IN SEDE REFERENTE

(1251) CORTIANA ed altri. - Legge-quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione.
(1306) Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale.
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta antimeridiana.

Il presidente relatore ASCIUTTI avverte che si procederà con l'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 1 del disegno di legge n. 1306, assunto quale testo base, pubblicati in allegato al resoconto della seduta notturna di ieri.

La senatrice Vittoria FRANCO illustra i suoi emendamenti, che vanno oltre '#8211; a suo giudizio '#8211; il loro carattere meramente lessicale. Ella ritiene infatti indispensabile recuperare, attraverso di essi, l'aspetto civico e laico dell'educazione, messo in ombra dall'approccio spirituale che permea invece il disegno di legge governativo.
In particolare, ritiene di grande rilievo l'emendamento 1.15, volto a chiarire che la riforma ha come finalità non solo la valorizzazione della persona umana ma anche quella del cittadino.
Quanto all'emendamento 1.28, esso è volto al coinvolgimento non solo delle famiglie ma anche degli studenti, in quanto co-protagonisti delle scelte che li riguardano.
Illustra infine l'emendamento 1.97, volto a sostituire il concetto di "diritto-dovere di istruzione e formazione" con quello di "obbligo scolastico e formativo", a suo giudizio più pregnante e comunque coerente con il disposto dell'articolo 34 della Costituzione.

Il senatore PAGLIARULO illustra gli emendamenti da lui presentati, soffermandosi anzitutto sull'1.5, soppressivo del comma 1, che reca il ricorso alla delega legislativa. Ritiene infatti del tutto inopportuno l'uso di tale strumento per una riforma così radicale che, a suo giudizio, si configura peraltro come una controriforma, mettendo in discussione la formazione della nuova classe dirigente. La delega legislativa svuota del resto l'autonomia del legislatore e collide pesantemente con i principi di autonomia e divisione dei poteri dello Stato. Al contrario, egli avrebbe preferito che il Governo utilizzasse i normali canali di discussione parlamentare, con un ampio coinvolgimento di tutti gli operatori interessati.
Quanto all'emendamento 1.7, esso riveste valore propedeutico e di principio, sollecitando un impegno dello Stato ad assicurare a tutti pari opportunità nell'inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro. Esso prevede altresì un impegno ad istituire scuole statali per tutti gli ordini e gradi, nel rispetto dei principi costituzionali che prevedono sì il diritto dei privati ad istituire proprie scuole, ma senza oneri per lo Stato.
Dà infine conto dell'emendamento 1.104, relativo agli interventi per l'integrazione scolastica, chiarendo che esso si indirizza prevalentemente nei confronti di coloro che si trovano in posizione di svantaggio quali i portatori di handicap e gli extra comunitari.
Lamenta infine che il disegno di legge nel suo complesso sottovaluti gravemente sia aspetti importanti dello sviluppo della scuola negli ultimi decenni sia il ruolo centrale assunto dagli insegnanti e dagli studenti e si ponga nel contempo in contrasto con il dettato costituzionale in materia di istruzione e formazione.

La senatrice BIANCONI dà per illustrati gli emendamenti presentati.

La senatrice MANIERI illustra l'emendamento 1.37, volto a colmare una lacuna del testo governativo laddove non fa riferimento ai provvedimenti attuativi dell'autonomia scolastica. Tale lacuna è a suo giudizio tanto più grave alla luce dell'ennesima riforma costituzionale avanzata dal Governo con il progetto di devoluzione, che non solo non fa riferimento all'autonomia ma anzi ne segna il depotenziamento e financo il declino. Il concetto di federalismo adottato dal Centro-destra stravolge infatti i principi di autonomia in un ottica di decentramento e devoluzione che configura nella sostanza un neo centralismo regionale. Da ciò deriva l'esigenza di una maggiore precisione nel riferimento all'autonomia e in particolare ai regolamenti che già la disciplinano. I regolamenti applicativi configurano infatti l'autonomia quale garanzia di libertà di insegnamento, mentre la devoluzione suggerita dal Governo, affidando una potestà esclusiva alle regioni anche sul piano dei programmi, apre il varco a possibili lesioni all'autonomia didattica e di sperimentazione degli istituti scolastici. L'autonomia, quale sancita dagli strumenti regolamentari, è altresì sinonimo di auto-governo, mentre nel progetto del Governo le istituzioni scolastiche rischiano di diventare articolazioni periferiche di un neo statalismo regionale. Infine, i regolamenti attuatativi configurano l'autonomia in termini di responsabilità, mentre alla luce della devoluzione essa finisce per deresponsabilizzare lo Stato e gli enti locali minori in un'ottica di disarticolazione e frammentazione del sistema nazionale.
Auspica pertanto che il Governo voglia accogliere il richiamo puntuale ai regolamenti applicativi dell'autonomia.

La senatrice SOLIANI illustra l'emendamento 1.78, volto a sottoporre il piano programmatico degli interventi finanziari previsto dal comma 3 dell'articolo 1 all'approvazione del Parlamento anziché a quella del Consiglio dei ministri. Il piano programmatico sostanzia infatti la volontà del Governo nell'applicazione della riforma e costituisce uno dei capisaldi del sistema. Appare pertanto del tutto inopportuno che il Governo ne resti il decisore unico, senza un attivo coinvolgimento del Parlamento, anche in considerazione della prova a suo giudizio finora non certo brillante offerta dal Governo nel rapporto con le regioni e gli enti locali e testimoniata dalla perdurante difficoltà ad attuare pienamente il nuovo Titolo V della Costituzione.
Se sulla definizione delle norme generali dell'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale è in gioco il profilo nazionale del sistema, è indispensabile che il Parlamento sia chiamato ad un ruolo centrale, tanto più vista l'inadeguatezza dimostrata in questi mesi dal Governo a seguire il processo di trasformazione scolastica (mancato impulso all'autonomia, stasi sull'attuazione del Titolo V, progetto di devoluzione in materia scolastica senza neanche il concerto del Ministro interessato).
A tali considerazioni critiche, prosegue la senatrice Soliani, si aggiunge poi l'incertezza sul piano delle risorse finanziarie, corroborata dal dossier del Servizio studi del Senato, che conferma la scarsa chiarezza del rapporto fra piano programmatico e decreti legislativi attuativi della delega. A maggior ragione, si impone pertanto un pieno coinvolgimento del Parlamento sullo strumento che metterà a punto gli interventi di carattere finanziario.

La senatrice PAGANO, richiamandosi alle considerazioni della senatrice Soliani, chiede un tempestivo intervento in Commissione del Ministro dell'economia, o di un sottosegretario da lui delegato, al fine di chiarire gli impegni finanziari del Governo. Nonostante l'ordine del giorno proposto dai Capi gruppo di maggioranza, resta infatti un forte margine di incertezza sulle risorse disponibili, tanto più in considerazione delle difficoltà che stanno caratterizzando la stesura del Documento di programmazione economico-finanziaria. Lo stesso dossier del Servizio studi del Senato, ineccepibile nella sua neutralità, mette del resto in discussione le certezze relative alla copertura finanziaria del provvedimento. Auspica pertanto un significativo impegno del Presidente in tal senso, assicurando che detta richiesta non ha alcun intento ostruzionistico atteso che l'opposizione condivide l'auspicio di giungere all'esame in Assemblea del provvedimento avendone concluso positivamente la fase istruttoria in Commissione.

Il presidente relatore ASCIUTTI informa che la Commissione bilancio si accinge ad esprimere il proprio parere sul testo e sugli emendamenti presentati, il che consentirà di avere quanto prima significativi elementi di valutazione. Assicura comunque alla senatrice Pagano che si farà interprete presso il Ministero dell'economia della sua richiesta.

In assenza dei proponenti, la senatrice ACCIARINI fa indi propri e dà per illustrati gli emendamenti presentati dai senatori Malabarba ed altri.

Conclusa l'illustrazione degli emendamenti, il presidente relatore ASCIUTTI - dopo aver ritirato l'emendamento 1.75, nel presupposto che anche i decreti legislativi in materia di istruzione e formazione professionale siano sottoposti al parere delle competenti Commissioni parlamentari - si esprime sugli ordini del giorno e sugli emendamenti presentati. Premessa una valutazione favorevole su entrambi gli ordini del giorno (illustrati nella seduta notturna di ieri), esprime parere contrario sui seguenti emendamenti: 1.1 (identico all'1.2, all'1.3 e all'1.500), 1.4, 1.121, 1.5 (identico all'1.6), 1.7, 1.8, 1.9, 1.10, 1.11, 1.12, 1.13, 1.18, 1.19, 1.20, 1.21, 1.22, 1.23, 1.24, 1.25, 1.27, 1.29, 1.30, 1.31, 1.34, 1.36, 1.38, 1.39, 1.40, 1.42, 1.43, 1.44, 1.45, 1.46, 1.47, 1.48, 1.49, 1.50, 1.51, 1.52, 1.53, 1.54, 1.55, 1.56, 1.57, 1.58, 1.59, 1.60 (identico all'1.61 e all'1.501), 1.62, 1.63, 1.64, 1.65, 1.66, 1.67, 1.68, 1.503, 1.76 (identico all'1.504), 1.77, 1.78, 1.80, 1.505, 1.82, 1.84 (identico all'1.506), 1.85, 1.89 (identico all'1.507), 1.90 (identico all'1.508), 1.91, 1.92 (identico all'1.509), 1.94 (identico all'1.510), 1.95 (identico all'1.511), 1.512, 1.96, 1.97, 1.98, 1.99, 1.100, 1.104, 1.107, 1.109, 1.115, 1.118 e 1.119. Si rimette invece al Governo sugli emendamenti 1.15, 1.16, 1.28, 1.37 e 1.101. Invita poi i presentatori a ritirare gli emendamenti 1.17, 1.26, 1.32 (identico all'1.33), 1.35, 1.70 (identico all'1.502), 1.73 (identico all'1.74), 1.83, 1.103, 1.105 (in quanto l'argomento è già affrontato all'articolo 2), 1.108 e 1.120. Invita infine i presentatori degli emendamenti 1.86, 1.88, 1.106 e 1.110 a trasformarli in ordini del giorno; in caso contrario, il parere sarebbe negativo. Esprime invece parere favorevole sull'emendamento 1.93 e raccomanda l'approvazione dell'emendamento 1.71 (identico all'1.72).

Il sottosegretario Valentina APREA si associa al parere del presidente relatore, esprimendo nel contempo una valutazione favorevole sull'emendamento 1.71 (identico all'1.72).
Quanto all'emendamento 1.15, assicura che la formazione del cittadino è alla piena attenzione del Governo, come testimoniato dalla formulazione dell'articolo 2. Invita pertanto i presentatori, così come i presentatori dell'emendamento 1.16 di analogo tenore, a ritirarlo; in caso contrario, il parere sarebbe negativo.
Con riferimento all'1.28, esprime l'opinione che la tutela degli studenti sarà assicurata attraverso la flessibilità degli strumenti attuativi. Anche in questo caso invita pertanto i presentatori a ritirarlo; in caso contrario, il parere sarebbe negativo.
Quanto all'emendamento 1.37, esprime invece parere contrario ricordando che la formulazione ad esso sottesa è superata dalla costituzionalizzazione dell'autonomia operata dal terzo comma del nuovo articolo 117 della Costituzione. La dizione del testo governativo appare pertanto più efficace di quella proposta dall'emendamento in questione.
Con riguardo infine all'emendamento 1.101 ricorda che l'edilizia scolastica non rientra fra le competenze dirette dello Stato. Esprime conseguentemente parere contrario.
Accoglie invece pienamente gli ordini del giorno nn. 1 e 2.

Su richiesta del senatore VALDITARA e dopo che il PRESIDENTE ha accertato la presenza del numero legale ai sensi dell'articolo 30, comma 2, del Regolamento, la Commissione - con separate votazioni - accoglie entrambi gli ordini del giorno ai fini della loro trasmissione all'Assemblea.

Si passa alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 1.

La senatrice SOLIANI dichiara il proprio voto favorevole all'emendamento 1.1, soppressivo dell'articolo 1 che contiene il ricorso alla delega legislativa . A fronte di un quadro irrisolto fra autonomia scolastica, Titolo V della Costituzione e devoluzione, di una grande incertezza sulle risorse finanziarie, nonché di un insufficiente dibattito fra gli operatori interessati, la valutazione sulla delega richiesta dal Governo è infatti fortemente negativa, in quanto priva il Parlamento di spazi di riflessione per un confronto costruttivo su una tematica che dovrebbe appartenere alla società intera e non essere appannaggio della maggioranza.

Anche il senatore CORTIANA annuncia il proprio voto favorevole alla soppressione dell'articolo 1 in considerazione del contraddittorio intreccio normativo e dei pesanti dubbi sulla copertura finanziaria del provvedimento. Coglie peraltro l'occasione per stigmatizzare la richiesta di trasformazione in ordine del giorno di alcuni emendamenti significativi, rivolta non solo a presentatori di opposizione ma anche di maggioranza, ad evidente testimonianza di debolezze di natura politica. Lamenta altresì il parere contrario reso su alcuni suoi emendamenti che si ponevano in linea con lo spirito del testo governativo ed auspica conclusivamente che in autunno sia trovato uno spazio di riflessione per avviare un serio e costruttivo confronto sulla riforma scolastica.

La senatrice MANIERI preannuncia a sua volta il voto favorevole sulla soppressione dell'articolo 1 per ragioni di carattere politico generale. Del resto, quando una riforma così significativa viene presentata senza un'adeguata copertura finanziaria e prevede il ricorso alla delega legislativa, ciò testimonia un evidente declino della funzione parlamentare e prova le difficoltà del Governo. Né la inefficace consultazione svolta dal Governo a dicembre può fugare le perplessità dovute ad un accentramento decisionale che, nonostante l'evidente scollamento fra i componenti della compagine ministeriale, scavalca il Parlamento.

Anche la senatrice ACCIARINI si esprime in senso favorevole alla soppressione dell'articolo 1, esprimendo non solo dubbi sulla legittimità del ricorso alla delega legislativa per l'elaborazione di norme di attuazione di costituzionale ma anche riserve politiche sulla scelta di sottrarre alla discussione parlamentare la definizione delle norme stesse.
Le perplessità aumentano poi con riferimento alle difficoltà di carattere finanziario, che peraltro paiono essere state all'origine dell'opzione per la delega. Resta infatti fermo che, per una riforma così importante, la copertura finanziaria deve essere assicurata nel testo di legge e non in un atto di indirizzo come quello avanzato dai Capi gruppo di maggioranza.

In senso favorevole alla soppressione dell'articolo 1 si esprime infine il senatore BETTA, il quale si associa alle argomentazioni finora svolte sull'inopportunità di sottrarre potere decisionale al legislatore attraverso il ricorso alla delega, sulle perplessità di carattere finanziario e sul confuso intreccio normativo nei rapporti fra Stato, regioni ed enti locali. Conviene altresì con la richiesta di chiarimenti preventivi di ordine economico, tanto più in considerazione dell'elaborazione in corso del Documento di programmazione economico-finanziaria.

L'emendamento 1.1 è quindi posto ai voti congiuntamente all'1.2, all'1.3 e all'1.500 (di identico tenore) e respinto

98a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente
ASCIUTTI

Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valentina Aprea.

La seduta inizia alle ore 8,45.

IN SEDE REFERENTE

(1251) CORTIANA ed altri. - Legge-quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione
(1306) Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta pomeridiana di ieri, nel corso della quale '#8211; ricorda il presidente relatore ASCIUTTI '#8211; è stata respinta la soppressione dell'articolo 1. Avverte quindi che si procederà alla votazione dei successivi emendamenti all'articolo 1, pubblicati in allegato al resoconto della seduta notturna di martedì 2 luglio.

Il senatore DELOGU annuncia il voto contrario del Gruppo Alleanza Nazionale sull'emendamento 1.4, interamente sostitutivo dell'articolo, atteso che esso stravolge l'impianto governativo.

Sull'ordine dei lavori interviene il senatore COMPAGNA, il quale lamenta che il calendario parlamentare, troppo fitto di impegni, rischia di essere controproducente ai fini dell'esame delle rilevanti tematiche all'attenzione della Commissione, pur riconoscendo il clima costruttivo che ne ha finora caratterizzato i lavori. Auspica pertanto un più stretto rapporto fra Governo e Parlamento.

Replica la senatrice ACCIARINI, la quale ribadisce lo spirito di collaborazione dimostrato dall'opposizione nonostante il calendario molto intenso. Rinnova tuttavia le perplessità già manifestate sulla copertura finanziaria del provvedimento, tanto più in assenza del parere della Commissione bilancio. Ritiene pertanto indispensabile ottenere quanto prima dal Ministro dell'economia i chiarimenti richiesti nella seduta pomeridiana di ieri, onde poter procedere nei lavori sulla base di dati certi.

Il presidente relatore ASCIUTTI informa che la Commissione bilancio si accinge ad esprimere il proprio parere nella giornata di oggi. Ricorda peraltro che i termini regolamentari per l'espressione del parere sono ormai decorsi e che il provvedimento è già calendarizzato in Aula. La Commissione ha pertanto il diritto-dovere di esaminare il provvedimento e gli emendamenti ad esso presentati, onde concludere in tempo utile per l'esame in Assemblea.

Per dichiarazione di voto contrario sull'emendamento 1.4 interviene quindi il senatore BRIGNONE, il quale '#8211; pur manifestando rispetto e considerazione per la proposta avanzata dal Gruppo Democratici di Sinistra - L'Ulivo '#8211; osserva che esso propone una soluzione diversa da quella altrettanto lungamente meditata dal Centro-destra. Né appare convincente la critica secondo cui il testo governativo esproprierebbe il Parlamento della sua potestà decisionale, atteso che anche la legge n. 30 votata dall'ex maggioranza di Centro-sinistra prevedeva una consistente attribuzione di responsabilità al Governo. Egli ricorda poi che nel corso dell'esame in Senato del disegno di legge di riordino dei cicli scolastici avanzato dall'ex Ministro Berlinguer nella scorsa legislatura (poi divenuto la legge n. 30), la collaborazione costruttiva dell'opposizione non fu in alcun modo presa in considerazione.
Pur non accedendo quindi all'ipotesi alternativa formulata dalla Sinistra, egli ritiene comunque che essa rappresenti un utile stimolo di riflessione.

La senatrice ACCIARINI dichiara invece il convinto voto favorevole del Gruppo Democratici di Sinistra - L'Ulivo sull'emendamento 1.4 che, ricorda, ripropone una legge vigente votata dal Parlamento nella scorsa legislatura, apportandovi alcune integrazioni dovute all'evoluzione sociale e normativa nel frattempo intercorsa. Esso permetterebbe del resto al Governo di uscire dalla situazione di stallo in cui si trova, essendo fra l'altro venute meno le due premesse sulla base delle quali aveva dichiarato di voler sospendere l'applicazione della legge n. 30: è infatti passato l'anno che il ministro Moratti aveva dichiarato di voler impiegare per elaborare compiutamente la sua proposta alternativa e la consultazione nel Paese ha dato visibili prove di una contrarietà diffusa al suo testo di riforma.
Il Gruppo Democratici di Sinistra - L'Ulivo indica pertanto un percorso per riparare a questo ritardo, avviando la riforma contenuta nella legge n. 30 a partire dall'anno scolastico 2003/2004 attraverso l'applicazione dei regolamenti sui curricoli per la scuola di base già predisposti nella scorsa legislatura ed inopinatamente ritirati dal nuovo Governo di Centro-destra.
Dopo aver sottolineato il rilievo della continuità curricolare tra scuola dell'infanzia e scuola di base, ella richiama le integrazioni suggerite all'impianto della legge n. 30, fra cui in particolare l'anticipazione dell'obbligo scolastico all'ultimo anno della scuola dell'infanzia e le disposizioni relative alla formazione degli insegnanti.

La senatrice SOLIANI annuncia a sua volta il voto favorevole del Gruppo Margherita '#8211; DL '#8211; L'Ulivo, osservando che l'articolazione dell'emendamento testimonia il ruolo costruttivo svolto dall'opposizione nell'esercizio delle sue funzioni. Esso si fa infatti carico delle attese di un settore che da anni è sulla strada delle riforme senza peraltro riuscire a decollare.
Ella rileva altresì che la continuità curricolare tra scuola dell'infanzia e scuola di base è uno dei cardini della formazione, in linea con la cultura istituzionale della scuola italiana. E' dunque motivo di profonda amarezza la mancata attenzione del Governo su questo punto, così come il disconoscimento del cammino finora compiuto.
Si sofferma quindi sulle principali innovazioni introdotte, dall'innalzamento dell'obbligo scolastico fino al quindicesimo anno di età, alle previste forme di sperimentazione per la scuola secondaria nel nuovo quadro ordinamentale sancito dalla riforma del Titolo V della Costituzione, alle norme sulla formazione degli insegnanti.

L'emendamento 1.4 è infine posto ai voti e respinto.

Sull'emendamento 1.121 dichiara il voto favorevole del Gruppo Democratici di Sinistra - L'Ulivo il senatore BERLINGUER, il quale sottolinea come l'intento ad esso sotteso di anticipare l'obbligo scolastico all'ultimo anno della scuola dell'infanzia sia in linea con l'impegno a contrastare la tradizionale arretratezza dell'Italia in questo campo. Pur riconoscendo che si tratta di materia controversa, egli auspica che la proposta possa essere accolta a tutela del diritto di tutti ad imparare di più. Sottolinea infine come gli emendamenti presentati dal suo Gruppo non abbiano alcun intento ostruzionistico ma investano il merito delle questioni.

L'emendamento 1.121 è quindi posto ai voti e respinto.

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 9,30.

GIOVEDI' 4 LUGLIO 2002
99a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Vice Presidente
BETTA

La seduta inizia alle ore 15,30.

IN SEDE CONSULTIVA
(1187) DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE. '#8211; Modifiche dell'articolo 117 della Costituzione
(Parere alla 1a Commissione. Seguito dell'esame e rinvio)

Riprende l'esame, sospeso nella seduta notturna del 2 luglio scorso.

Nel dibattito interviene il senatore TESSITORE, il quale osserva preliminarmente come nel disegno di legge in esame i termini "federalismo", "regionalismo" e "autonomismo" sembrino quasi equivalenti. Ora, se è pur vero che federalismo e regionalismo sono entrambi volti ad equilibrare o limitare i poteri dello Stato ed affermano entrambi la superiorità degli assetti policentrici, occorre nel contempo ricordare che il regionalismo si differenzia dal federalismo in quanto '#8211; a differenza di quest'ultimo - non mette in questione l'unità giuridica dello Stato di diritto e non privilegia la sovranità di singoli centri di potere sui governi centrali.
Se questa confusione in parte deriva dalla storica configurazione che il regionalismo ha nella nostra Costituzione, egli ritiene tuttavia che il disegno di legge in titolo risenta anche di una impostazione non del tutto limpida, non osando affermare apertamente l'intento surrettizio di una eversione dell'unità giuridica dello Stato di diritto che pure ogni tanto traspare. Il disegno di legge non intende infatti applicare il nuovo articolo 117 della Costituzione, bensì rendere residuale la competenza statale a favore di un ordinamento costituzionale di micro sistemi regionali contrapposti più che differenziati. In tal senso, mira al superamento del pluralismo istituzionale previsto dal nuovo articolo 116 della Costituzione a favore di staterelli di dubbia consistenza culturale, sociale e politica.
Dopo essersi soffermato sulla inconsistenza del richiamo ai "saperi locali" contenuto nella relazione introduttiva al disegno di legge, egli svolge quindi alcune osservazioni più specifiche sui profili di competenza della Commissione.
Nel ribadire il carattere intimamente contraddittorio del provvedimento in esame rispetto all'autonomia scolastica che, anziché essere potenziata, risulta limitata non più dallo Stato ma dalle stesse regioni, egli si interroga sul futuro dei meccanismi di reclutamento dei docenti, della valutazione del sistema nazionale della formazione, del valore legale del titolo di studio nel nuovo quadro ordinamentale proposto.
Ritiene inoltre che il testo sia eversivo ed anacronistico non solo rispetto al dettato costituzionale, ma anche con riguardo al disegno europeistico. Dichiara pertanto la sua netta ed irrevocabile opposizione, cogliendo altresì l'occasione per esprimere preoccupazione nei confronti dell'atteggiamento della maggioranza, incerto fra tracotanza ed indifferenza verso la minoranza, come dimostrato anche dalle vicende degli ultimi giorni. Annuncia conseguentemente che, per marcare sempre più una linea differente, manterrà un atteggiamento di ferma ma rispettosa opposizione.

La senatrice Vittoria FRANCO concorda con le opinioni già espresse da altri esponenti del suo Gruppo e, per la maggior parte, anche con quelle del senatore Brignone. Riconosce altresì l'onestà della relazione introduttiva del senatore Compagna, di cui non condivide tuttavia le conclusioni che, peraltro, a suo giudizio, sono poco coerenti con le premesse.
Ella ricorda poi che il ministro La Loggia, in occasione dell'audizione in Commissione nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui nuovi modelli organizzativi per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali, aveva professato piena lealtà alla legge costituzionale n. 3 del 2001, tanto più dopo il referendum confermativo, e aveva manifestato il proprio impegno ad attuarla. Risulta pertanto contraddittoria la presentazione di un nuovo provvedimento costituzionale che, a così breve distanza di tempo, incide pesantemente sulle stesse materie, mancando così di rispetto istituzionale nei confronti degli altri soggetti dell'ordinamento (regioni, autonomie locali, scuole).
La relazione introduttiva al disegno di legge in esame attribuisce poi all'ordinamento attuale il limite di aver previsto competenze e funzioni in capo ai poteri locali senza una previa verifica della loro effettiva agibilità. La nuova proposta di modifica costituzionale perpetua tuttavia questo limite. Meglio sarebbe stato invece governare le modifiche già introdotte nell'ordinamento, senza generare tensioni destrutturanti per non dire distruttive.
Passando al merito del provvedimento, ella ritiene inaccettabili le conseguenze che esso determina sull'autonomia scolastica, che si poneva la finalità di garantire margini di flessibilità nell'unitarietà del sistema pubblico e che risulta invece schiacciata da un nuovo centralismo regionale, potenzialmente più insidioso di quello statale.
Se dunque la devoluzione e il federalismo propugnati dal nuovo Governo rappresentano un passo indietro, innescando processi di disegueglianza, ella ritiene di rifiutarli entrambi, a difesa dell'ordinamento vigente.

La senatrice SOLIANI giudica il progetto di devoluzione del tutto inadeguato rispetto alla stagione di riforme compiute nell'ordinamento scolastico la scorsa legislatura. Anzitutto, esso lascia infatti il nuovo Titolo V della Costituzione, che avrebbe avuto bisogno di interventi di consolidamento ed attuazione, inspiegabilmente sospeso, tanto più gravemente in quanto in assenza di una proposta di riforma del Parlamento in senso autonomistico. Traccia invece '#8211; senza peraltro il concerto del ministro Moratti - una strada diversa, anche da un punto di vista lessicale, interferendo pesantemente con l'autonomia delle istituzioni scolastiche, i poteri dello Stato come ridisegnati dal nuovo Titolo V, il disegno di legge di delega per la definizione delle norme generali sull'istruzione, la libertà di insegnamento sancita dall'articolo 33 della Costituzione. Mortifica altresì ogni istanza di sussidiarietà, in una visione centralistica del ruolo delle regioni. Al contrario, la scuola avrebbe bisogno di un'ordinata attuazione dei poteri previsti dal nuovo Titolo V, in un rapporto fecondo fra maggioranza e minoranza in nome dell'interesse della scuola. Una definizione limpida dei poteri è del resto condizione essenziale perché il sistema sopravviva e svolga adeguatamente la sua missione universale. Si tratta, a suo giudizio, di un'operazione che si spiega solo in termini politici, di rapporti di forza fra le diverse componenti della maggioranza.
Il Centro-destra, del resto, ha già ridotto le risorse a disposizione delle scuole, sospeso inopinatamente l'attuazione della legge n. 30, gestito il comparto senza punti di riferimento; ora, innesca anche un pesante meccanismo di tensione, che apre il varco ad un'accesa conflittualità, demotiva inevitabilmente gli operatori e restringe la libertà della scuola, intesa quale insieme di docenti, genitori e studenti.
Ella rivendica invece alla scuola lo spazio culturale del nostro tempo, in linea con il profilo nazionale che il sistema attuale garantisce secondo principi di sussidiarietà.
Conclude esprimendo un parere fortemente negativo sul disegno di legge in titolo e lamentando che la cultura politica, nazionale ed europea, dell'attuale Governo non sembri all'altezza della sfida contemporanea e rischi di determinare il deragliamento della scuola.

Interviene quindi il presidente BETTA, il quale si dichiara convinto assertore dell'autogoverno locale. Rileva altresì che, a partire dal processo di unificazione europea avviato negli anni Cinquanta, si è registrato un corrispondente fenomeno di decentramento e, in qualche caso, regionalismo degli Stati nazionali.
In quest'ottica, la devoluzione poteva essere un'occasione importante. Forte dell'esperienza positiva della sua regione, egli non condivide infatti le preoccupazioni secondo cui il trasferimento di poteri statali, anche in campo scolastico, alle regioni possa incrinare la scuola nazionale o il valore legale dei titoli di studio. Né ritiene che l'autonomia, sia scolastica che locale, sia valorizzata da un rafforzamento del ruolo dell'Amministrazione centrale.
Il disegno di legge in titolo risulta tuttavia da un lato lessicalmente ambiguo, facendo ricorso ad una terminologia diversa da quella usata dalla Costituzione e, dall'altro, oscuro con riguardo al rapporto fra Stato e regioni. A meno che il provvedimento non sia dunque sensibilmente modificato, egli manifesta quindi un orientamento contrario.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

ISTRUZIONE (7a)

MERCOLEDI' 3 LUGLIO 2002
96a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente
ASCIUTTI

Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valentina Aprea.

La seduta inizia alle ore 8,30.

IN SEDE REFERENTE

(1251) CORTIANA ed altri. - Legge-quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione
(1306) Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta notturna di ieri.

Il presidente relatore ASCIUTTI avverte che si procederà con l'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 1 del disegno di legge n. 1306, assunto quale testo base, pubblicati in allegato al resoconto della seduta notturna di ieri.

Il senatore BERLINGUER illustra gli emendamenti da lui presentati, soffermandosi in particolare sull'emendamento 1.1, soppressivo dell'intero articolo 1. Al riguardo, chiarisce che la proposta di soppressione, così come del resto gli altri emendamenti presentati sia dal Gruppo Democratici di Sinistra - L'Ulivo che unitariamente dai Gruppi dell'Ulivo, non va intesa in senso eversivo, non essendo in alcun modo diretta ad annullare il percorso di riforma e creare un vuoto normativo. Nonostante la fiera contrarietà dell'Ulivo nei confronti di alcuni aspetti salienti della riforma Moratti, la richiesta di soppressione dell'articolo 1 deriva infatti unicamente dal desiderio di evitare il ricorso alla delega in una materia tanto delicata. Il principio della delega legislativa è senz'altro del tutto legittimo e costituzionalmente disciplinato; tuttavia, nel caso specifico, appare in netta contraddizione con le dichiarazioni programmatiche del ministro Moratti e con la natura stessa del provvedimento, di attuazione costituzionale.
Il Gruppo Democratici di Sinistra - L'Ulivo nutre peraltro dubbi non solo con riferimento alla scelta di ricorrere alla delega, ma anche con riguardo alle modalità con cui essa è stata formulata. Benché sia infatti sempre difficile trovare il giusto rapporto fra individuazione di precisi principi e criteri direttivi ed esigenze di sommarietà, in questo caso la determinazione dei principi di cui all'articolo 1, comma 3, appare davvero eccessivamente sommaria e generica, accentuando oltre misura il trasferimento di poteri in capo all'Esecutivo.
Dopo aver richiamato la contrarietà recentemente espressa anche dall'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) al ricorso alla delega legislativa, egli critica poi la scelta del Centro-destra di porre al centro della politica scolastica l'abrogazione della legge n. 30, con un'enfasi a suo giudizio scarsamente motivata.
Al contrario, nella sua stagione di riforme, il Centro-sinistra aveva posto al centro del processo innovatore l'autonomia scolastica, considerata il passaggio più significativo dello sviluppo della cultura educativa e successivamente costituzionalizzata ad opera del terzo comma del nuovo articolo 117 della Costituzione.
Il primo compito del nuovo Governo avrebbe dunque dovuto essere, a suo avviso, quello di sostenere significativamente le scuole nella realizzazione dell'autonomia, in termini finanziari, politici e di comunicazione. La pesante volontà revisionistica del nuovo Governo, messa a punto in primo luogo con l'abrogazione della legge n. 30, determina invece un effetto diversivo, a testimonianza di un approccio alla politica scolastica che non tende all'incontro fra le diverse culture per il riordino dei cicli scolastici.

La senatrice ACCIARINI illustra quindi gli emendamenti a sua firma, chiarendo preliminarmente che quelli presentati da tutti i Gruppi parlamentari dell'Ulivo costituiscono un'organica proposta alternativa al testo del Governo, di cui l'emendamento 1.2 (interamente soppressivo dell'articolo 1) rappresenta solo il primo tassello. La soppressione dell'articolo, che prevede il ricorso alla delega legislativa, si inquadra infatti in una visione affatto diversa del dibattito parlamentare, atteso che '#8211; a suo giudizio '#8211; per abrogare una legge quadro votata dal Parlamento nella scorsa legislatura e quindi allo stato pienamente vigente, il nuovo Governo di Centro-destra avrebbe dovuto avere il coraggio di procedere con un dibattito parlamentare di pari livello, senza imboccare la scorciatoia della delega.
Il panorama politico è poi aggravato dal fatto che, mentre da un lato si discute con il presente disegno di legge dell'esercizio di una competenza affidata dal nuovo Titolo V della Costituzione alla legislazione esclusiva dello Stato, dall'altro il Governo sottopone al Parlamento un provvedimento di portata ben diversa, che investe pesantemente le medesime tematiche. Il disegno di legge n. 1187, in materia di devoluzione, prevede infatti che le regioni attivino una competenza esclusiva su profili che l'ordinamento vigente in parte affida all'autonomia scolastica (che, come già ricordato, è stata elevata al rango costituzionale dal terzo comma del nuovo articolo 117) e in parte rientrano nell'ambito di applicazione della riforma prefigurata dal disegno di legge n. 1306, attualmente in esame.
Risulta pertanto assai difficile intuire la linea politica del Governo, che da un lato chiede al Parlamento un'estesa delega per la definizione delle norme generali sull'istruzione, in attuazione del secondo comma del nuovo articolo 117, e dall'altro attiva un canale parallelo che modifica sensibilmente il rapporto fra Stato e regioni in materia scolastica. Ciò determina una imbarazzante confusione, tanto più a fronte di un quadro normativo che allo stato è invece estremamente chiaro sia sul piano legislativo che su quello amministrativo e regolamentare.
La confusione cresce poi se si considera che la scelta di abrogare la legge n. 30 e di chiedere al Parlamento una delega legislativa per la riforma scolastica è stata motivata proprio con l'esigenza di tenere conto delle novità introdotte nell'ordinamento con la modifica del Titolo V della Costituzione e di darvi sollecita attuazione.
Il ritiro dei provvedimenti applicativi della legge n. 30 e la tempistica della delega richiesta con il disegno di legge n. 1306 (ventiquattro mesi per i decreti legislativi, più altri diciotto mesi per eventuali ulteriori interventi correttivi) ha peraltro imposto una sospensione del processo riformatore, atteso da oltre trent'anni, che era invece pronto a decollare al 1° settembre 2001. Questo colpevole ritardo è addebitabile, a suo giudizio, alla scelta ideologica di abrogare ad ogni costo una legge vigente votata dall'ex maggioranza di Centro-sinistra. In tale contesto il Gruppo Democratici di Sinistra - L'Ulivo si fa carico di indicare al Governo un percorso che consenta di ovviare al pesante ritardo, dando intanto avvio '#8211; nell'attesa di scelte più chiare sulle riforme costituzionali in materia scolastica '#8211; a quegli atti che permetterebbero di far decollare la riforma, anche a partire dall'anno scolastico 2002-2003. A tal fine, appare indispensabile evitare in primo luogo il ricorso alla delega legislativa e discutere compiutamente in Parlamento sulle linee generali del processo riformatore.

Il senatore CORTIANA dà per illustrati molti dei suoi emendamenti, preannunciando di volersi soffermare in particolare su undici di essi. Fra questi, sottolinea in primo luogo l'1.13 che, come l'1.40, pone al comma 1 dell'articolo 1 alcuni riferimenti di valore: in particolare l'1.13 pone l'accento sulla costruzione dei valori di cittadinanza mondiale, europea e nazionale in un contesto di cultura planetaria che rifugge da logiche xenofobe e razziste; l'1.40 richiama invece la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, nell'ottica dell'adesione dell'Italia ai maggiori istituti internazionali.
Altri emendamenti riguardano invece il comma 2 dell'articolo 1. Fra questi, l'1.68, di evidente significato politico, prevede l'espressione di un parere vincolante da parte delle Commissioni parlamentari sugli schemi di decreti legislativi, al fine di restituire equilibrio e dignità alla dimensione parlamentare.
L'emendamento 1.86 sollecita invece lo studio scolastico dei sistemi operativi e dei software cosiddetti open source, nei quali il codice sorgente è noto e modificabile. Per contrastare tale emendamento, la Microsoft ha chiesto ed ottenuto un'audizione con l'Ufficio di Presidenza della Commissione, nel corso della quale ha espresso l'opinione che il Parlamento non dovesse intervenire su equilibri definiti dal mercato e ha contestato che nelle scuole si dovessero studiare i sistemi open source atteso che il sistema più diffuso è quello a software proprietario. Tali considerazioni sono a suo giudizio assai preoccupanti, non solo perché il Parlamento ha invece il diritto-dovere di intervenire per regolare le nuove tematiche che affiorano nella società, ma anche e soprattutto perché la scuola non può essere considerata un precoce terreno di caccia per futuri clienti, essendo invece un luogo di formazione e di costruzione della cittadinanza. In tal senso è dunque opportuno sollecitare lo studio scolastico dei diversi sistemi, al fine di consentire scelte meditate e fondate su un'approfondita conoscenza, anche critica. L'emendamento 1.86 è del resto in linea con le indicazioni del Ministro per l'innovazione tecnologica, ingegner Stanca, riaffermate anche nell'ultima Conferenza sull'e-government.
Dopo essersi soffermato sull'emendamento 1.101, relativo alla predisposizione di strumenti amministrativi atti a rendere tempestivo l'utilizzo delle risorse destinate all'edilizia scolastica, sulla scorta dell'esperienza passata che ha testimoniato una forte difficoltà in questo campo, il senatore Cortiana dà infine conto di alcuni emendamenti volti ad aggiungere nuovi capoversi al comma 3: l'1.105, sul potenziamento dell'insegnamento delle lingue comunitarie, a partire dall'inglese; l'1.106, sull'insegnamento obbligatorio della musica e della cultura musicale classica, moderna e contemporanea; l'1.107, sull'estensione della scuola dell'infanzia statale su tutto il territorio nazionale, non certo a danno delle scuole dell'infanzia private ma in quanto opportunità doverosamente garantita dallo Stato; l'1.109, sul potenziamento del diritto allo studio, nel solco dell'ordine del giorno approvato nella scorsa legislatura al fine di andare oltre la fornitura gratuita dei libri di testo; l'1.110, sul sostegno all'associazionismo e terzo settore, a proposito del quale egli richiama il suo impegno per la costituzione di una authority per il terzo settore; l'1.115, sull'apertura degli edifici scolastici per tutta la giornata, al fine di inserirli in una rete di altri sportelli atti ad offrire ai giovani un tessuto di valori di riferimento alternativi alla devianza.

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 9,40.

MERCOLEDI' 3 LUGLIO 2002
97a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente
ASCIUTTI

Intervengono i sottosegretari di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valentina Aprea e Caldoro.

La seduta inizia alle ore 14.

IN SEDE REFERENTE

(1251) CORTIANA ed altri. - Legge-quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione.
(1306) Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale.
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta antimeridiana.

Il presidente relatore ASCIUTTI avverte che si procederà con l'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 1 del disegno di legge n. 1306, assunto quale testo base, pubblicati in allegato al resoconto della seduta notturna di ieri.

La senatrice Vittoria FRANCO illustra i suoi emendamenti, che vanno oltre '#8211; a suo giudizio '#8211; il loro carattere meramente lessicale. Ella ritiene infatti indispensabile recuperare, attraverso di essi, l'aspetto civico e laico dell'educazione, messo in ombra dall'approccio spirituale che permea invece il disegno di legge governativo.
In particolare, ritiene di grande rilievo l'emendamento 1.15, volto a chiarire che la riforma ha come finalità non solo la valorizzazione della persona umana ma anche quella del cittadino.
Quanto all'emendamento 1.28, esso è volto al coinvolgimento non solo delle famiglie ma anche degli studenti, in quanto co-protagonisti delle scelte che li riguardano.
Illustra infine l'emendamento 1.97, volto a sostituire il concetto di "diritto-dovere di istruzione e formazione" con quello di "obbligo scolastico e formativo", a suo giudizio più pregnante e comunque coerente con il disposto dell'articolo 34 della Costituzione.

Il senatore PAGLIARULO illustra gli emendamenti da lui presentati, soffermandosi anzitutto sull'1.5, soppressivo del comma 1, che reca il ricorso alla delega legislativa. Ritiene infatti del tutto inopportuno l'uso di tale strumento per una riforma così radicale che, a suo giudizio, si configura peraltro come una controriforma, mettendo in discussione la formazione della nuova classe dirigente. La delega legislativa svuota del resto l'autonomia del legislatore e collide pesantemente con i principi di autonomia e divisione dei poteri dello Stato. Al contrario, egli avrebbe preferito che il Governo utilizzasse i normali canali di discussione parlamentare, con un ampio coinvolgimento di tutti gli operatori interessati.
Quanto all'emendamento 1.7, esso riveste valore propedeutico e di principio, sollecitando un impegno dello Stato ad assicurare a tutti pari opportunità nell'inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro. Esso prevede altresì un impegno ad istituire scuole statali per tutti gli ordini e gradi, nel rispetto dei principi costituzionali che prevedono sì il diritto dei privati ad istituire proprie scuole, ma senza oneri per lo Stato.
Dà infine conto dell'emendamento 1.104, relativo agli interventi per l'integrazione scolastica, chiarendo che esso si indirizza prevalentemente nei confronti di coloro che si trovano in posizione di svantaggio quali i portatori di handicap e gli extra comunitari.
Lamenta infine che il disegno di legge nel suo complesso sottovaluti gravemente sia aspetti importanti dello sviluppo della scuola negli ultimi decenni sia il ruolo centrale assunto dagli insegnanti e dagli studenti e si ponga nel contempo in contrasto con il dettato costituzionale in materia di istruzione e formazione.

La senatrice BIANCONI dà per illustrati gli emendamenti presentati.

La senatrice MANIERI illustra l'emendamento 1.37, volto a colmare una lacuna del testo governativo laddove non fa riferimento ai provvedimenti attuativi dell'autonomia scolastica. Tale lacuna è a suo giudizio tanto più grave alla luce dell'ennesima riforma costituzionale avanzata dal Governo con il progetto di devoluzione, che non solo non fa riferimento all'autonomia ma anzi ne segna il depotenziamento e financo il declino. Il concetto di federalismo adottato dal Centro-destra stravolge infatti i principi di autonomia in un ottica di decentramento e devoluzione che configura nella sostanza un neo centralismo regionale. Da ciò deriva l'esigenza di una maggiore precisione nel riferimento all'autonomia e in particolare ai regolamenti che già la disciplinano. I regolamenti applicativi configurano infatti l'autonomia quale garanzia di libertà di insegnamento, mentre la devoluzione suggerita dal Governo, affidando una potestà esclusiva alle regioni anche sul piano dei programmi, apre il varco a possibili lesioni all'autonomia didattica e di sperimentazione degli istituti scolastici. L'autonomia, quale sancita dagli strumenti regolamentari, è altresì sinonimo di auto-governo, mentre nel progetto del Governo le istituzioni scolastiche rischiano di diventare articolazioni periferiche di un neo statalismo regionale. Infine, i regolamenti attuatativi configurano l'autonomia in termini di responsabilità, mentre alla luce della devoluzione essa finisce per deresponsabilizzare lo Stato e gli enti locali minori in un'ottica di disarticolazione e frammentazione del sistema nazionale.
Auspica pertanto che il Governo voglia accogliere il richiamo puntuale ai regolamenti applicativi dell'autonomia.

La senatrice SOLIANI illustra l'emendamento 1.78, volto a sottoporre il piano programmatico degli interventi finanziari previsto dal comma 3 dell'articolo 1 all'approvazione del Parlamento anziché a quella del Consiglio dei ministri. Il piano programmatico sostanzia infatti la volontà del Governo nell'applicazione della riforma e costituisce uno dei capisaldi del sistema. Appare pertanto del tutto inopportuno che il Governo ne resti il decisore unico, senza un attivo coinvolgimento del Parlamento, anche in considerazione della prova a suo giudizio finora non certo brillante offerta dal Governo nel rapporto con le regioni e gli enti locali e testimoniata dalla perdurante difficoltà ad attuare pienamente il nuovo Titolo V della Costituzione.
Se sulla definizione delle norme generali dell'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale è in gioco il profilo nazionale del sistema, è indispensabile che il Parlamento sia chiamato ad un ruolo centrale, tanto più vista l'inadeguatezza dimostrata in questi mesi dal Governo a seguire il processo di trasformazione scolastica (mancato impulso all'autonomia, stasi sull'attuazione del Titolo V, progetto di devoluzione in materia scolastica senza neanche il concerto del Ministro interessato).
A tali considerazioni critiche, prosegue la senatrice Soliani, si aggiunge poi l'incertezza sul piano delle risorse finanziarie, corroborata dal dossier del Servizio studi del Senato, che conferma la scarsa chiarezza del rapporto fra piano programmatico e decreti legislativi attuativi della delega. A maggior ragione, si impone pertanto un pieno coinvolgimento del Parlamento sullo strumento che metterà a punto gli interventi di carattere finanziario.

La senatrice PAGANO, richiamandosi alle considerazioni della senatrice Soliani, chiede un tempestivo intervento in Commissione del Ministro dell'economia, o di un sottosegretario da lui delegato, al fine di chiarire gli impegni finanziari del Governo. Nonostante l'ordine del giorno proposto dai Capi gruppo di maggioranza, resta infatti un forte margine di incertezza sulle risorse disponibili, tanto più in considerazione delle difficoltà che stanno caratterizzando la stesura del Documento di programmazione economico-finanziaria. Lo stesso dossier del Servizio studi del Senato, ineccepibile nella sua neutralità, mette del resto in discussione le certezze relative alla copertura finanziaria del provvedimento. Auspica pertanto un significativo impegno del Presidente in tal senso, assicurando che detta richiesta non ha alcun intento ostruzionistico atteso che l'opposizione condivide l'auspicio di giungere all'esame in Assemblea del provvedimento avendone concluso positivamente la fase istruttoria in Commissione.

Il presidente relatore ASCIUTTI informa che la Commissione bilancio si accinge ad esprimere il proprio parere sul testo e sugli emendamenti presentati, il che consentirà di avere quanto prima significativi elementi di valutazione. Assicura comunque alla senatrice Pagano che si farà interprete presso il Ministero dell'economia della sua richiesta.

In assenza dei proponenti, la senatrice ACCIARINI fa indi propri e dà per illustrati gli emendamenti presentati dai senatori Malabarba ed altri.

Conclusa l'illustrazione degli emendamenti, il presidente relatore ASCIUTTI - dopo aver ritirato l'emendamento 1.75, nel presupposto che anche i decreti legislativi in materia di istruzione e formazione professionale siano sottoposti al parere delle competenti Commissioni parlamentari - si esprime sugli ordini del giorno e sugli emendamenti presentati. Premessa una valutazione favorevole su entrambi gli ordini del giorno (illustrati nella seduta notturna di ieri), esprime parere contrario sui seguenti emendamenti: 1.1 (identico all'1.2, all'1.3 e all'1.500), 1.4, 1.121, 1.5 (identico all'1.6), 1.7, 1.8, 1.9, 1.10, 1.11, 1.12, 1.13, 1.18, 1.19, 1.20, 1.21, 1.22, 1.23, 1.24, 1.25, 1.27, 1.29, 1.30, 1.31, 1.34, 1.36, 1.38, 1.39, 1.40, 1.42, 1.43, 1.44, 1.45, 1.46, 1.47, 1.48, 1.49, 1.50, 1.51, 1.52, 1.53, 1.54, 1.55, 1.56, 1.57, 1.58, 1.59, 1.60 (identico all'1.61 e all'1.501), 1.62, 1.63, 1.64, 1.65, 1.66, 1.67, 1.68, 1.503, 1.76 (identico all'1.504), 1.77, 1.78, 1.80, 1.505, 1.82, 1.84 (identico all'1.506), 1.85, 1.89 (identico all'1.507), 1.90 (identico all'1.508), 1.91, 1.92 (identico all'1.509), 1.94 (identico all'1.510), 1.95 (identico all'1.511), 1.512, 1.96, 1.97, 1.98, 1.99, 1.100, 1.104, 1.107, 1.109, 1.115, 1.118 e 1.119. Si rimette invece al Governo sugli emendamenti 1.15, 1.16, 1.28, 1.37 e 1.101. Invita poi i presentatori a ritirare gli emendamenti 1.17, 1.26, 1.32 (identico all'1.33), 1.35, 1.70 (identico all'1.502), 1.73 (identico all'1.74), 1.83, 1.103, 1.105 (in quanto l'argomento è già affrontato all'articolo 2), 1.108 e 1.120. Invita infine i presentatori degli emendamenti 1.86, 1.88, 1.106 e 1.110 a trasformarli in ordini del giorno; in caso contrario, il parere sarebbe negativo. Esprime invece parere favorevole sull'emendamento 1.93 e raccomanda l'approvazione dell'emendamento 1.71 (identico all'1.72).

Il sottosegretario Valentina APREA si associa al parere del presidente relatore, esprimendo nel contempo una valutazione favorevole sull'emendamento 1.71 (identico all'1.72).
Quanto all'emendamento 1.15, assicura che la formazione del cittadino è alla piena attenzione del Governo, come testimoniato dalla formulazione dell'articolo 2. Invita pertanto i presentatori, così come i presentatori dell'emendamento 1.16 di analogo tenore, a ritirarlo; in caso contrario, il parere sarebbe negativo.
Con riferimento all'1.28, esprime l'opinione che la tutela degli studenti sarà assicurata attraverso la flessibilità degli strumenti attuativi. Anche in questo caso invita pertanto i presentatori a ritirarlo; in caso contrario, il parere sarebbe negativo.
Quanto all'emendamento 1.37, esprime invece parere contrario ricordando che la formulazione ad esso sottesa è superata dalla costituzionalizzazione dell'autonomia operata dal terzo comma del nuovo articolo 117 della Costituzione. La dizione del testo governativo appare pertanto più efficace di quella proposta dall'emendamento in questione.
Con riguardo infine all'emendamento 1.101 ricorda che l'edilizia scolastica non rientra fra le competenze dirette dello Stato. Esprime conseguentemente parere contrario.
Accoglie invece pienamente gli ordini del giorno nn. 1 e 2.

Su richiesta del senatore VALDITARA e dopo che il PRESIDENTE ha accertato la presenza del numero legale ai sensi dell'articolo 30, comma 2, del Regolamento, la Commissione - con separate votazioni - accoglie entrambi gli ordini del giorno ai fini della loro trasmissione all'Assemblea.

Si passa alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 1.

La senatrice SOLIANI dichiara il proprio voto favorevole all'emendamento 1.1, soppressivo dell'articolo 1 che contiene il ricorso alla delega legislativa . A fronte di un quadro irrisolto fra autonomia scolastica, Titolo V della Costituzione e devoluzione, di una grande incertezza sulle risorse finanziarie, nonché di un insufficiente dibattito fra gli operatori interessati, la valutazione sulla delega richiesta dal Governo è infatti fortemente negativa, in quanto priva il Parlamento di spazi di riflessione per un confronto costruttivo su una tematica che dovrebbe appartenere alla società intera e non essere appannaggio della maggioranza.

Anche il senatore CORTIANA annuncia il proprio voto favorevole alla soppressione dell'articolo 1 in considerazione del contraddittorio intreccio normativo e dei pesanti dubbi sulla copertura finanziaria del provvedimento. Coglie peraltro l'occasione per stigmatizzare la richiesta di trasformazione in ordine del giorno di alcuni emendamenti significativi, rivolta non solo a presentatori di opposizione ma anche di maggioranza, ad evidente testimonianza di debolezze di natura politica. Lamenta altresì il parere contrario reso su alcuni suoi emendamenti che si ponevano in linea con lo spirito del testo governativo ed auspica conclusivamente che in autunno sia trovato uno spazio di riflessione per avviare un serio e costruttivo confronto sulla riforma scolastica.

La senatrice MANIERI preannuncia a sua volta il voto favorevole sulla soppressione dell'articolo 1 per ragioni di carattere politico generale. Del resto, quando una riforma così significativa viene presentata senza un'adeguata copertura finanziaria e prevede il ricorso alla delega legislativa, ciò testimonia un evidente declino della funzione parlamentare e prova le difficoltà del Governo. Né la inefficace consultazione svolta dal Governo a dicembre può fugare le perplessità dovute ad un accentramento decisionale che, nonostante l'evidente scollamento fra i componenti della compagine ministeriale, scavalca il Parlamento.

Anche la senatrice ACCIARINI si esprime in senso favorevole alla soppressione dell'articolo 1, esprimendo non solo dubbi sulla legittimità del ricorso alla delega legislativa per l'elaborazione di norme di attuazione di costituzionale ma anche riserve politiche sulla scelta di sottrarre alla discussione parlamentare la definizione delle norme stesse.
Le perplessità aumentano poi con riferimento alle difficoltà di carattere finanziario, che peraltro paiono essere state all'origine dell'opzione per la delega. Resta infatti fermo che, per una riforma così importante, la copertura finanziaria deve essere assicurata nel testo di legge e non in un atto di indirizzo come quello avanzato dai Capi gruppo di maggioranza.

In senso favorevole alla soppressione dell'articolo 1 si esprime infine il senatore BETTA, il quale si associa alle argomentazioni finora svolte sull'inopportunità di sottrarre potere decisionale al legislatore attraverso il ricorso alla delega, sulle perplessità di carattere finanziario e sul confuso intreccio normativo nei rapporti fra Stato, regioni ed enti locali. Conviene altresì con la richiesta di chiarimenti preventivi di ordine economico, tanto più in considerazione dell'elaborazione in corso del Documento di programmazione economico-finanziaria.

L'emendamento 1.1 è quindi posto ai voti congiuntamente all'1.2, all'1.3 e all'1.500 (di identico tenore) e respinto.

Il seguito dell'esame congiunto è infine rinviato.
GIOVEDI' 4 LUGLIO 2002
98a Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente
ASCIUTTI

Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valentina Aprea.

La seduta inizia alle ore 8,45.

IN SEDE REFERENTE

(1251) CORTIANA ed altri. - Legge-quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione
(1306) Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta pomeridiana di ieri, nel corso della quale '#8211; ricorda il presidente relatore ASCIUTTI '#8211; è stata respinta la soppressione dell'articolo 1. Avverte quindi che si procederà alla votazione dei successivi emendamenti all'articolo 1, pubblicati in allegato al resoconto della seduta notturna di martedì 2 luglio.

Il senatore DELOGU annuncia il voto contrario del Gruppo Alleanza Nazionale sull'emendamento 1.4, interamente sostitutivo dell'articolo, atteso che esso stravolge l'impianto governativo.

Sull'ordine dei lavori interviene il senatore COMPAGNA, il quale lamenta che il calendario parlamentare, troppo fitto di impegni, rischia di essere controproducente ai fini dell'esame delle rilevanti tematiche all'attenzione della Commissione, pur riconoscendo il clima costruttivo che ne ha finora caratterizzato i lavori. Auspica pertanto un più stretto rapporto fra Governo e Parlamento.

Replica la senatrice ACCIARINI, la quale ribadisce lo spirito di collaborazione dimostrato dall'opposizione nonostante il calendario molto intenso. Rinnova tuttavia le perplessità già manifestate sulla copertura finanziaria del provvedimento, tanto più in assenza del parere della Commissione bilancio. Ritiene pertanto indispensabile ottenere quanto prima dal Ministro dell'economia i chiarimenti richiesti nella seduta pomeridiana di ieri, onde poter procedere nei lavori sulla base di dati certi.

Il presidente relatore ASCIUTTI informa che la Commissione bilancio si accinge ad esprimere il proprio parere nella giornata di oggi. Ricorda peraltro che i termini regolamentari per l'espressione del parere sono ormai decorsi e che il provvedimento è già calendarizzato in Aula. La Commissione ha pertanto il diritto-dovere di esaminare il provvedimento e gli emendamenti ad esso presentati, onde concludere in tempo utile per l'esame in Assemblea.

Per dichiarazione di voto contrario sull'emendamento 1.4 interviene quindi il senatore BRIGNONE, il quale '#8211; pur manifestando rispetto e considerazione per la proposta avanzata dal Gruppo Democratici di Sinistra - L'Ulivo '#8211; osserva che esso propone una soluzione diversa da quella altrettanto lungamente meditata dal Centro-destra. Né appare convincente la critica secondo cui il testo governativo esproprierebbe il Parlamento della sua potestà decisionale, atteso che anche la legge n. 30 votata dall'ex maggioranza di Centro-sinistra prevedeva una consistente attribuzione di responsabilità al Governo. Egli ricorda poi che nel corso dell'esame in Senato del disegno di legge di riordino dei cicli scolastici avanzato dall'ex Ministro Berlinguer nella scorsa legislatura (poi divenuto la legge n. 30), la collaborazione costruttiva dell'opposizione non fu in alcun modo presa in considerazione.
Pur non accedendo quindi all'ipotesi alternativa formulata dalla Sinistra, egli ritiene comunque che essa rappresenti un utile stimolo di riflessione.

La senatrice ACCIARINI dichiara invece il convinto voto favorevole del Gruppo Democratici di Sinistra - L'Ulivo sull'emendamento 1.4 che, ricorda, ripropone una legge vigente votata dal Parlamento nella scorsa legislatura, apportandovi alcune integrazioni dovute all'evoluzione sociale e normativa nel frattempo intercorsa. Esso permetterebbe del resto al Governo di uscire dalla situazione di stallo in cui si trova, essendo fra l'altro venute meno le due premesse sulla base delle quali aveva dichiarato di voler sospendere l'applicazione della legge n. 30: è infatti passato l'anno che il ministro Moratti aveva dichiarato di voler impiegare per elaborare compiutamente la sua proposta alternativa e la consultazione nel Paese ha dato visibili prove di una contrarietà diffusa al suo testo di riforma.
Il Gruppo Democratici di Sinistra - L'Ulivo indica pertanto un percorso per riparare a questo ritardo, avviando la riforma contenuta nella legge n. 30 a partire dall'anno scolastico 2003/2004 attraverso l'applicazione dei regolamenti sui curricoli per la scuola di base già predisposti nella scorsa legislatura ed inopinatamente ritirati dal nuovo Governo di Centro-destra.
Dopo aver sottolineato il rilievo della continuità curricolare tra scuola dell'infanzia e scuola di base, ella richiama le integrazioni suggerite all'impianto della legge n. 30, fra cui in particolare l'anticipazione dell'obbligo scolastico all'ultimo anno della scuola dell'infanzia e le disposizioni relative alla formazione degli insegnanti.

La senatrice SOLIANI annuncia a sua volta il voto favorevole del Gruppo Margherita '#8211; DL '#8211; L'Ulivo, osservando che l'articolazione dell'emendamento testimonia il ruolo costruttivo svolto dall'opposizione nell'esercizio delle sue funzioni. Esso si fa infatti carico delle attese di un settore che da anni è sulla strada delle riforme senza peraltro riuscire a decollare.
Ella rileva altresì che la continuità curricolare tra scuola dell'infanzia e scuola di base è uno dei cardini della formazione, in linea con la cultura istituzionale della scuola italiana. E' dunque motivo di profonda amarezza la mancata attenzione del Governo su questo punto, così come il disconoscimento del cammino finora compiuto.
Si sofferma quindi sulle principali innovazioni introdotte, dall'innalzamento dell'obbligo scolastico fino al quindicesimo anno di età, alle previste forme di sperimentazione per la scuola secondaria nel nuovo quadro ordinamentale sancito dalla riforma del Titolo V della Costituzione, alle norme sulla formazione degli insegnanti.

L'emendamento 1.4 è infine posto ai voti e respinto.

Sull'emendamento 1.121 dichiara il voto favorevole del Gruppo Democratici di Sinistra - L'Ulivo il senatore BERLINGUER, il quale sottolinea come l'intento ad esso sotteso di anticipare l'obbligo scolastico all'ultimo anno della scuola dell'infanzia sia in linea con l'impegno a contrastare la tradizionale arretratezza dell'Italia in questo campo. Pur riconoscendo che si tratta di materia controversa, egli auspica che la proposta possa essere accolta a tutela del diritto di tutti ad imparare di più. Sottolinea infine come gli emendamenti presentati dal suo Gruppo non abbiano alcun intento ostruzionistico ma investano il merito delle questioni.

L'emendamento 1.121 è quindi posto ai voti e respinto.

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 9,30.

GIOVEDI' 4 LUGLIO 2002
99a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Vice Presidente
BETTA

La seduta inizia alle ore 15,30.

IN SEDE CONSULTIVA
(1187) DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE. '#8211; Modifiche dell'articolo 117 della Costituzione
(Parere alla 1a Commissione. Seguito dell'esame e rinvio)

Riprende l'esame, sospeso nella seduta notturna del 2 luglio scorso.

Nel dibattito interviene il senatore TESSITORE, il quale osserva preliminarmente come nel disegno di legge in esame i termini "federalismo", "regionalismo" e "autonomismo" sembrino quasi equivalenti. Ora, se è pur vero che federalismo e regionalismo sono entrambi volti ad equilibrare o limitare i poteri dello Stato ed affermano entrambi la superiorità degli assetti policentrici, occorre nel contempo ricordare che il regionalismo si differenzia dal federalismo in quanto '#8211; a differenza di quest'ultimo - non mette in questione l'unità giuridica dello Stato di diritto e non privilegia la sovranità di singoli centri di potere sui governi centrali.
Se questa confusione in parte deriva dalla storica configurazione che il regionalismo ha nella nostra Costituzione, egli ritiene tuttavia che il disegno di legge in titolo risenta anche di una impostazione non del tutto limpida, non osando affermare apertamente l'intento surrettizio di una eversione dell'unità giuridica dello Stato di diritto che pure ogni tanto traspare. Il disegno di legge non intende infatti applicare il nuovo articolo 117 della Costituzione, bensì rendere residuale la competenza statale a favore di un ordinamento costituzionale di micro sistemi regionali contrapposti più che differenziati. In tal senso, mira al superamento del pluralismo istituzionale previsto dal nuovo articolo 116 della Costituzione a favore di staterelli di dubbia consistenza culturale, sociale e politica.
Dopo essersi soffermato sulla inconsistenza del richiamo ai "saperi locali" contenuto nella relazione introduttiva al disegno di legge, egli svolge quindi alcune osservazioni più specifiche sui profili di competenza della Commissione.
Nel ribadire il carattere intimamente contraddittorio del provvedimento in esame rispetto all'autonomia scolastica che, anziché essere potenziata, risulta limitata non più dallo Stato ma dalle stesse regioni, egli si interroga sul futuro dei meccanismi di reclutamento dei docenti, della valutazione del sistema nazionale della formazione, del valore legale del titolo di studio nel nuovo quadro ordinamentale proposto.
Ritiene inoltre che il testo sia eversivo ed anacronistico non solo rispetto al dettato costituzionale, ma anche con riguardo al disegno europeistico. Dichiara pertanto la sua netta ed irrevocabile opposizione, cogliendo altresì l'occasione per esprimere preoccupazione nei confronti dell'atteggiamento della maggioranza, incerto fra tracotanza ed indifferenza verso la minoranza, come dimostrato anche dalle vicende degli ultimi giorni. Annuncia conseguentemente che, per marcare sempre più una linea differente, manterrà un atteggiamento di ferma ma rispettosa opposizione.

La senatrice Vittoria FRANCO concorda con le opinioni già espresse da altri esponenti del suo Gruppo e, per la maggior parte, anche con quelle del senatore Brignone. Riconosce altresì l'onestà della relazione introduttiva del senatore Compagna, di cui non condivide tuttavia le conclusioni che, peraltro, a suo giudizio, sono poco coerenti con le premesse.
Ella ricorda poi che il ministro La Loggia, in occasione dell'audizione in Commissione nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui nuovi modelli organizzativi per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali, aveva professato piena lealtà alla legge costituzionale n. 3 del 2001, tanto più dopo il referendum confermativo, e aveva manifestato il proprio impegno ad attuarla. Risulta pertanto contraddittoria la presentazione di un nuovo provvedimento costituzionale che, a così breve distanza di tempo, incide pesantemente sulle stesse materie, mancando così di rispetto istituzionale nei confronti degli altri soggetti dell'ordinamento (regioni, autonomie locali, scuole).
La relazione introduttiva al disegno di legge in esame attribuisce poi all'ordinamento attuale il limite di aver previsto competenze e funzioni in capo ai poteri locali senza una previa verifica della loro effettiva agibilità. La nuova proposta di modifica costituzionale perpetua tuttavia questo limite. Meglio sarebbe stato invece governare le modifiche già introdotte nell'ordinamento, senza generare tensioni destrutturanti per non dire distruttive.
Passando al merito del provvedimento, ella ritiene inaccettabili le conseguenze che esso determina sull'autonomia scolastica, che si poneva la finalità di garantire margini di flessibilità nell'unitarietà del sistema pubblico e che risulta invece schiacciata da un nuovo centralismo regionale, potenzialmente più insidioso di quello statale.
Se dunque la devoluzione e il federalismo propugnati dal nuovo Governo rappresentano un passo indietro, innescando processi di disegueglianza, ella ritiene di rifiutarli entrambi, a difesa dell'ordinamento vigente.

La senatrice SOLIANI giudica il progetto di devoluzione del tutto inadeguato rispetto alla stagione di riforme compiute nell'ordinamento scolastico la scorsa legislatura. Anzitutto, esso lascia infatti il nuovo Titolo V della Costituzione, che avrebbe avuto bisogno di interventi di consolidamento ed attuazione, inspiegabilmente sospeso, tanto più gravemente in quanto in assenza di una proposta di riforma del Parlamento in senso autonomistico. Traccia invece '#8211; senza peraltro il concerto del ministro Moratti - una strada diversa, anche da un punto di vista lessicale, interferendo pesantemente con l'autonomia delle istituzioni scolastiche, i poteri dello Stato come ridisegnati dal nuovo Titolo V, il disegno di legge di delega per la definizione delle norme generali sull'istruzione, la libertà di insegnamento sancita dall'articolo 33 della Costituzione. Mortifica altresì ogni istanza di sussidiarietà, in una visione centralistica del ruolo delle regioni. Al contrario, la scuola avrebbe bisogno di un'ordinata attuazione dei poteri previsti dal nuovo Titolo V, in un rapporto fecondo fra maggioranza e minoranza in nome dell'interesse della scuola. Una definizione limpida dei poteri è del resto condizione essenziale perché il sistema sopravviva e svolga adeguatamente la sua missione universale. Si tratta, a suo giudizio, di un'operazione che si spiega solo in termini politici, di rapporti di forza fra le diverse componenti della maggioranza.
Il Centro-destra, del resto, ha già ridotto le risorse a disposizione delle scuole, sospeso inopinatamente l'attuazione della legge n. 30, gestito il comparto senza punti di riferimento; ora, innesca anche un pesante meccanismo di tensione, che apre il varco ad un'accesa conflittualità, demotiva inevitabilmente gli operatori e restringe la libertà della scuola, intesa quale insieme di docenti, genitori e studenti.
Ella rivendica invece alla scuola lo spazio culturale del nostro tempo, in linea con il profilo nazionale che il sistema attuale garantisce secondo principi di sussidiarietà.
Conclude esprimendo un parere fortemente negativo sul disegno di legge in titolo e lamentando che la cultura politica, nazionale ed europea, dell'attuale Governo non sembri all'altezza della sfida contemporanea e rischi di determinare il deragliamento della scuola.

Interviene quindi il presidente BETTA, il quale si dichiara convinto assertore dell'autogoverno locale. Rileva altresì che, a partire dal processo di unificazione europea avviato negli anni Cinquanta, si è registrato un corrispondente fenomeno di decentramento e, in qualche caso, regionalismo degli Stati nazionali.
In quest'ottica, la devoluzione poteva essere un'occasione importante. Forte dell'esperienza positiva della sua regione, egli non condivide infatti le preoccupazioni secondo cui il trasferimento di poteri statali, anche in campo scolastico, alle regioni possa incrinare la scuola nazionale o il valore legale dei titoli di studio. Né ritiene che l'autonomia, sia scolastica che locale, sia valorizzata da un rafforzamento del ruolo dell'Amministrazione centrale.
Il disegno di legge in titolo risulta tuttavia da un lato lessicalmente ambiguo, facendo ricorso ad una terminologia diversa da quella usata dalla Costituzione e, dall'altro, oscuro con riguardo al rapporto fra Stato e regioni. A meno che il provvedimento non sia dunque sensibilmente modificato, egli manifesta quindi un orientamento contrario.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 16,30.


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