FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3768047
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Seduta senato - 7^ commissione - seduta notturna 23 luglio

Seduta senato - 7^ commissione - seduta notturna 23 luglio

ISTRUZIONE (7a) MARTEDI' 23 LUGLIO 2002 108a Seduta (notturna) Presidenza del Presidente ASCIUTTI Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valenti...

25/07/2002
Decrease text size Increase text size

ISTRUZIONE (7a)

MARTEDI' 23 LUGLIO 2002
108a Seduta (notturna)

Presidenza del Presidente
ASCIUTTI

Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Valentina Aprea.

La seduta inizia alle ore 20,50.

IN SEDE REFERENTE

(1251) CORTIANA ed altri. - Legge-quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione
(1306) Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta pomeridiana, nel corso della quale si è conclusa l'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 2 del disegno di legge n. 1306, pubblicati in allegato al resoconto della seduta notturna del 17 luglio scorso, ed è stato espresso il parere sugli stessi da parte del Presidente relatore.

Il sottosegretario Valentina APREA manifesta avviso conforme a quello formulato dal Presidente relatore sugli emendamenti in esame. Per quanto riguarda poi gli emendamenti 2.191 e 2.192, sui quali lo stesso Presidente relatore si era rimesso al rappresentante del Governo, quest'ultimo invita i proponenti a ritirarli.
Il Sottosegretario esprime inoltre il proprio consenso verso l'emendamento 2.2000, presentato dal Presidente relatore, che recepisce opportunamente le sollecitazioni emerse dal dibattito attorno alla tematica dei piani di studio. Ella ritiene infatti che l'evoluzione della scuola italiana, dopo il passaggio dai programmi dettagliatamente predisposti a livello centrale alla progettazione curricolare che ha lasciato spazio all'autonomia scolastica, sia ormai giunta a un punto di maturazione tale da consentire l'adozione di piani di studio personalizzati che tengano conto delle attitudini e dei percorsi individuali.

Si passa quindi alla votazione degli emendamenti 2.1, 2.2, 2.3 e 2.500, identici nel contenuto.

Per dichiarazione di voto interviene la senatrice MANIERI che manifesta il proprio consenso nei confronti dei predetti emendamenti tendenti a sopprimere l'articolo 2, nel quale è lecito individuare l'impianto stesso della riforma proposta dal Governo. Le ragioni del voto favorevole si fondano in primo luogo sull'ambiguità dell'articolo in questione sotto il profilo costituzionale. La Carta fondamentale, infatti, fa risalire la responsabilità primaria dell'istruzione alla Repubblica intesa - dopo la riforma del Titolo V della Costituzione medesima - come sistema pubblico costituito dallo Stato e dagli enti territoriali. In particolare, gli articoli 33 e 34 esplicitano con chiarezza a chi spetti dettare le norme generali sull'istruzione e istituire le scuole statali per tutti gli ordini e gradi, garantendo ai capaci e meritevoli il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
Soffermandosi ancora sull'articolo 33 della Costituzione, ella ritiene poi che la libertà di insegnamento, ivi prevista, non venga rispettata dalla lettera b) dell'articolo 2 del disegno di legge, che dispone sia favorita la formazione spirituale e morale. Non è infatti compito dello Stato laico assicurare una formazione spirituale e morale che sia valida in assoluto. Viceversa, questo tipo di formazione ha specificazioni proprie secondo le diverse appartenenze e identità, mentre l'unica formazione che lo Stato può impartire e che possa risultare condivisibile da tutti è quella incentrata sul rispetto della persona, intesa come soggetto di diritto e quindi titolare di situazioni giuridiche soggettive. Né tale concezione del ruolo dello Stato può essere accusata di amoralità, scetticismo o relativismo etico; al contrario, vi è sotteso un forte spirito etico ispirato alla modernità e pertanto pluralista, multietnico e multiculturale. In altri termini, la previsione in questa sede di una formazione spirituale e morale rappresenta una patente violazione dei principi dello Stato liberale.
Anche per quanto concerne il riferimento al diritto all'istruzione e alla formazione per almeno 12 anni, di cui alla lettera c) del medesimo articolo 2, ella rileva come solo apparentemente tale disposizione possa essere considerata innovativa. In realtà, la norma in oggetto cancella le risultanze del lungo dibattito tenutosi attorno alla questione dell'elevazione dell'obbligo scolastico, che aveva coinvolto non solo il mondo della scuola, ma anche le forze sociali e produttive, proprio in linea con le trasformazioni socio-economiche avvenute nel Paese.
Infine, la soppressione dell'articolo in esame si giustifica anche dal punto di vista della cosiddetta canalizzazione precoce, che rimette in discussione le convinzioni che sembravano ormai diffuse sulla durata dell'istruzione obbligatoria per un periodo di 10 anni e sull'esigenza di un processo di formazione unitario fino all'età di 15 anni, con ciò contrastando con l'orientamento condiviso a livello europeo di ritenere la fascia generazionale compresa fra i 14 e i 18 anni nevralgica ai fini dello sviluppo educativo e della formazione.

La senatrice ACCIARINI dichiara a sua volta il voto favorevole sugli emendamenti in esame, dal momento che l'articolo 2 afferma una concezione della scuola basata sulla selezione sociale e prende le distanze da un approccio di tipo europeo alle tematiche dell'istruzione. Si disconosce infatti il valore dell'acquisizione delle competenze fondamentali di base che facciano perno su conoscenze teoriche e pratiche e sviluppino nel contempo le attitudini sociali dei singoli.
In proposito, ella ritiene che il Governo abbia preferito adottare la soluzione più facile - e forse in un primo momento più popolare - operando una distinzione fra un sistema scolastico destinato alla formazione della classe dirigente ed un altro rivolto a coloro che intendono inserirsi al più presto nel mondo del lavoro. L'opposizione invece continua a coltivare un progetto più ambizioso e arduo da realizzare, anche perché richiede ampia disponibilità di insegnanti qualificati, ritenendo preferibile un percorso di formazione unitario fino ai 15 anni di età e una specializzazione per indirizzi di studio e professionali nell'ultimo triennio della scuola secondaria superiore.
Il testo del Governo, al contrario, comporta un arretramento anche dal punto di vista dello spirito democratico. In una realtà sociale, infatti, nella quale è più facile laurearsi per i figli dei laureati sarebbe invece opportuno favorire l'avanzamento negli studi secondo le effettive attitudini di ciascuno. Al tempo stesso, una solida formazione di base renderebbe anche più agevoli le riconversioni professionali e i reinserimenti nel sistema di formazione nel corso della vita.

In senso favorevole agli emendamenti in votazione si esprime anche la senatrice SOLIANI, la quale lamenta anzitutto la mancanza di una effettiva interlocuzione con gli esponenti della maggioranza. Entrando poi nel dettaglio della disciplina introdotta dall'articolo 2, ella osserva che quest'ultimo conferisce al sistema di istruzione e formazione un assetto che rispecchia l'impostazione culturale dell'attuale Governo. Contrariamente ai principi ispiratori della legge n. 30 del 2000, infatti, nel provvedimento governativo non viene evocato in termini adeguati il dovere che la Repubblica ha nei confronti delle giovani generazioni di delineare con sufficiente forza e convinzione un sistema pubblico di istruzione che si ponga in primo luogo l'obiettivo di formare dei cittadini.
Inoltre, i principi e i criteri direttivi esplicitati all'articolo 2 appaiono modesti nella loro portata e non conformi al dinamismo della società italiana e di quella internazionale. Manca fra l'altro un esplicito riferimento ai valori della cittadinanza e dell'appartenenza alla comunità, prevalendo piuttosto una visione dell'apprendimento scolastico totalmente imperniata attorno a un asse individualistico che esula dall'orizzonte della coesione sociale.
La stessa previsione di un ingresso anticipato alla scuola dell'infanzia e a quella primaria mette a repentaglio l'inclusione sociale e il rispetto dei principi di eguaglianza e di pari opportunità relativi all'istruzione; così come il mancato riferimento all'obbligo scolastico previsto dalla Costituzione pone in secondo piano il dovere della Repubblica di assicurare un servizio scolastico pubblico diffuso su tutto il territorio nazionale. Infine, la rigidità dei cicli, la precocità delle scelte e l'introduzione dei piani di studio completano l'ottica culturale nell'ambito della quale si è mosso il Governo nell'elaborare la sua proposta di riforma, che darebbe vita a una scuola più debole e arrecherebbe danno soprattutto alle aree più svantaggiate del Paese.

Posti congiuntamente ai voti, gli emendamenti 2.1, 2.2, 2.3 e 2.500, identici nel contenuto, sono respinti dalla Commissione, come pure, con successiva votazione, viene respinto l'emendamento 2.4. Gli emendamenti 2.5 e 2.501 vengono invece dichiarati decaduti per assenza dei presentatori, mentre l'emendamento 2.6 è dichiarato inammissibile.

La senatrice ACCIARINI interviene quindi per dichiarazione di voto favorevole sull'emendamento 2.7, rilevando che il voto del Parlamento su un programma di progressiva attuazione della riforma è strumento introdotto dalla legge n. 30 del 2000 che ha dato buona prova di sé, consentendo alle Camere un'ulteriore riflessione - con conseguente votazione - su un provvedimento precedentemente approvato e non la mera espressione di un parere su decreti legislativi delegati predisposti dall'Esecutivo. Ella fra l'altro dichiara di non comprendere la contrarietà del Governo su una proposta che non si caratterizza in maniera dirompente rispetto all'impianto complessivo del disegno di legge; l'emendamento anzi consentirebbe di porre rimedio alle difficoltà di natura finanziaria che il provvedimento governativo sembra destinato a incontrare in mancanza di un'adeguata copertura, nel senso che l'entrata in vigore della riforma potrebbe essere rinviata ad una fase successiva in cui sia più agevole reperire le necessarie risorse, nel frattempo sottoponendo al Parlamento il programma di attuazione.

Si associa il senatore D'ANDREA, il quale sottolinea che l'emendamento in esame non è alternativo al progetto governativo, intervenendo non nel merito della riforma, bensì sulle procedure di attuazione della stessa al fine di prevedere un ruolo più incisivo del Parlamento. Occorre infatti scongiurare il rischio di un disegno riformatore concepito e imposto unilateralmente, che non tenga conto delle posizioni differenziate esistenti in materia.
Inoltre, come è stato già ricordato, la proposta dell'opposizione offrirebbe una soluzione anche dal punto di vista della copertura finanziaria. Al riguardo, non si comprendono le ragioni per cui il Governo preferisca difendere l'attuale testo come fosse una sorta di manifesto politico, considerando che il rinvio delle questioni finanziarie ai successivi decreti legislativi delegati non ha altra conseguenza di far intervenire la procedura amministrativa che prevede il controllo della Corte dei conti, fra l'altro su disposizioni normative non suffragate dall'autorevole voto del Parlamento. Annuncia conseguentemente il suo voto favorevole.

Dopo che anche il senatore BEVILACQUA ha annunciato il proprio voto favorevole, l'emendamento 2.7 viene posto ai voti e respinto.

L'emendamento 2.502 è dichiarato decaduto per assenza dei proponenti.

Ugualmente assenti sono i proponenti degli emendamenti 2.9, 2.8 e 2.503 (identici nel contenuto), che però vengono fatti propri dalla senatrice ACCIARINI, che svolge nel contempo una dichiarazione di voto favorevole. Ella giudica infatti negativamente il ricorso alla formula impersonale, che non consente di individuare il soggetto responsabile della promozione dell'apprendimento e dell'assicurazione a tutti delle pari opportunità in materia di sviluppo culturale. D'altra parte, l'impalcatura dell'articolo 2, elaborata nelle successive lettere, finisce per rendere velleitari anche gli obiettivi posti dalla lettera a), in sé condivisibili, per il conseguimento dei quali non sono previsti risorse e strumenti idonei.

Gli emendamenti 2.9, 2.8 e 2.503 (identici nel contenuto) vengono quindi posti ai voti congiuntamente e respinti dalla Commissione.

In assenza dei proponenti, la senatrice SOLIANI fa proprio l'emendamento 2.10, in merito al quale dichiara il proprio voto favorevole, osservando che si tratta di apportare, mediante un'unica variante lessicale, un significativo mutamento all'impianto della disposizione in oggetto. Grazie all'individuazione del soggetto responsabile, infatti, l'apprendimento in tutto l'arco della vita e le pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze non sono rimessi solamente ai singoli individui e alle loro famiglie, ma vedono richiamato il ruolo indispensabile della Repubblica, nella quale debbono comprendersi lo Stato, gli enti territoriali e le istituzioni scolastiche autonome.

La senatrice MANIERI condivide pienamente le osservazioni della senatrice Soliani, ritenendo che la Repubblica abbia il dovere costituzionale di promuovere i diritti di cittadinanza e di favorire le pari opportunità nell'apprendimento scolastico. Ribadire questo concetto appare tanto più importante in tempi di affermazione del federalismo e della devoluzione e di esaltazione delle autonomie locali anche nel settore dell'istruzione. Occorre infatti mantenere fermi e semmai rafforzare i principi ispiratori della comunità statale, pur nella trasformazione in atto.
Il principio di sussidiarietà peraltro non comporta la deresponsabilizzazione del livello istituzionale superiore, a cui spetta rimuovere gli eventuali squilibri territoriali che influiscono negativamente anche riguardo al godimento del diritto all'istruzione. Per tali ragioni ella ritiene che non debba essere disarticolato il carattere nazionale del sistema d'istruzione.

A nome del Gruppo Democratici di Sinistra - L'Ulivo la senatrice Vittoria FRANCO dichiara il voto favorevole sull'emendamento 2.10, autentico spartiacque fra concezioni diverse del sistema scolastico. Ella avanza peraltro il sospetto che l'uso del verbo impersonale nella lettera a) dell'articolo 2 nasconda altre finalità che non si ritiene di dover esplicitare. E' pertanto indispensabile porre espressamente in capo alla Repubblica, intesa in senso ampio sulla base del nuovo Titolo V della Costituzione, la responsabilità di promuovere l'apprendimento e assicurare pari opportunità in materia.

Posto ai voti, l'emendamento 2.10 viene respinto.

La senatrice Vittoria FRANCO fa quindi proprio l'emendamento 2.504, i cui proponenti risultano assenti, e dichiara su di esso il voto favorevole in quanto introduce un richiamo ai compiti dello Stato in materia di istruzione prefigurati dalla Costituzione.

Posto ai voti, l'emendamento 2.504 viene respinto.

In assenza dei proponenti, il senatore TESSITORE fa proprio l'emendamento 2.13, dichiarando nel contempo il proprio voto favorevole. Egli rileva infatti l'importanza dell'esplicito riferimento ai doveri costituzionali della Repubblica al fine di ovviare all'anonimato della formula impersonale adottata dal Governo e sottolinea il significativo contenuto degli articoli 33 e 34 della Costituzione, testimoniato anche dalla qualità e dall'intensità del dibattito svoltosi su di essi in seno all'Assemblea costituente.
Lamenta infine come la maggioranza respinga indifferentemente sia gli emendamenti alternativi all'impostazione della riforma proposta dal Governo che quelli miranti a modificare in senso migliorativo il testo in esame.

Posto ai voti, l'emendamento 2.13 viene respinto, mentre gli emendamenti 2.14 e 2.12 sono dichiarati decaduti per assenza dei proponenti.

La senatrice SOLIANI fa proprio l'emendamento 2.11, il cui proponente risulta assente, dichiarando peraltro il proprio voto favorevole su di esso. Ritiene infatti che siano evidenti le implicazioni della norma proposta, che comporta un impegno conseguente della Repubblica sia sul piano degli interventi normativi che su quello del reperimento delle risorse finanziarie, tema su cui il disegno di legge non offre alcuna soluzione valida.

Contrario invece all'emendamento si dichiara il senatore BRIGNONE, in quanto la formulazione proposta implica che vi sia comunque una successiva suddivisione delle funzioni fra i diversi enti competenti dai quali la Repubblica è costituita. Appare pertanto preferibile introdurre la disciplina in materia con un riferimento di tipo impersonale per poi procedere a una specificazione delle competenze.

Posto ai voti, l'emendamento 2.11 viene respinto.

L'emendamento 2.15 viene dichiarato precluso a seguito della reiezione dell'emendamento 2.10.

In assenza del proponente, la senatrice ACCIARINI fa proprio l'emendamento 2.16, che, posto ai voti, viene respinto dalla Commissione.

Il senatore TESSITORE, in assenza dei proponenti dell'emendamento 2.17, lo fa proprio e dichiara contestualmente il proprio voto favorevole, evidenziando come il riferimento alla formazione sia utile ad evocare il senso forte dell'apprendimento e dell'educazione.

Posto ai voti, l'emendamento 2.17 viene respinto.

In assenza del proponente, la senatrice ACCIARINI fa proprio l'emendamento 2.18, e in sede di dichiarazione di voto si esprime in senso favorevole sulla proposta, che mira a garantire la diffusione della cultura durante l'intero arco della vita.

Il senatore BRIGNONE ritiene invece preferibile il riferimento alle pari opportunità già previsto nel testo, piuttosto che il richiamo a un vero e proprio diritto che, come tale, è concetto preesistente che non deve essere affidato a una norma positiva.

Posto ai voti, l'emendamento 2.18 viene respinto.

In assenza del proponente, l'emendamento 2.19 è fatto proprio dalla senatrice MANIERI, la quale dichiara in merito il proprio voto favorevole. La proposta emendativa infatti non stravolge le linee guida del testo governativo e semmai ne rafforza i contenuti richiamando i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Giudica peraltro assai grave la linea di condotta del Governo dinanzi a una riforma così rilevante, per la quale non si è limitato a richiedere la delega legislativa, ma ha persino assunto un atteggiamento contrario a qualsiasi proposta di modifica avanzata dall'opposizione, anche se tendente a richiamare i principi della Costituzione.

Il senatore BRIGNONE si dichiara invece contrario dal momento che il riferimento ai principi costituzionali è già contemplato dal comma 1 dell'articolo 1.

Il senatore COMPAGNA interviene al fine di precisare che non è intendimento della maggioranza prestare scarsa attenzione alle proposte emendative dell'opposizione, che tuttavia non possono esser poste tutte sullo stesso piano. Avendo pertanto la minoranza criticato, con ferma convinzione, i punti qualificanti dell'articolo in esame, non sembra che l'impianto dello stesso sia ora perfettibile tramite l'approvazione di emendamenti di minore momento. E' del resto inevitabile che i parlamentari di maggioranza si adeguino alle indicazioni politiche impartite dal Governo. Annuncia conseguentemente voto contrario.

Anche il senatore DELOGU si dichiara contrario all'emendamento 2.19, i cui contenuti sono ovvi e ripetitivi, in quanto nessuno potrebbe sostenere che, in caso di reiezione della proposta in esame, i principi costituzionali non verrebbero rispettati. Ritiene pertanto che le proposte dell'opposizione si ispirino solamente ad una logica ostruzionistica.

Al contrario, la senatrice SOLIANI dichiara che voterà a favore dell'emendamento, negando che si tratti di richiami ovvi o inutili. Il rinvio ai principi della Carta fondamentale è infatti di grande rilievo e spessore culturale, dal momento che non sempre è consentito esplicitare i singoli diritti riferibili all'espressione che qui si intende introdurre. Allo stesso modo occorre interpretare attentamente il rinvio alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, che si traduce nell'affermazione del diritto all'istruzione per tutta la vita e per tutti gli individui, qualunque sia la loro appartenenza etnica.
Quanto alle osservazioni avanzate circa l'andamento dei lavori, ella sottolinea che - dopo l'approvazione della legge - il Parlamento non avrà più l'occasione di intervenire incisivamente sulla riforma scolastica, per cui il tempo impiegato dall'opposizione è comunque esiguo se confrontato alla delicatezza delle scelte in campo; in proposito, risulta semmai confermato il rammarico per l'ampio dibattito che avrebbe dovuto svolgersi anche con l'intervento del Ministro.

La senatrice ACCIARINI pone in evidenza la linea strategica seguita dall'opposizione, che ha operato una distinzione fra gli emendamenti alternativi all'impostazione governativa e quelli semplicemente migliorativi della qualità del testo. Osserva inoltre che il riferimento ai principi costituzionali contenuto nell'articolo 1 attiene a un differente contesto, riguardando in particolare il rispetto dei principi che sono alla base della delegazione legislativa. L'emendamento in esame collega invece i principi della Costituzione alle pari opportunità di sviluppo culturale. In tal senso, il richiamo alle disposizioni costituzionali attiene, oltre che agli articoli 33 e 34, anche all'uguaglianza formale e sostanziale tutelata dall'articolo 3 e al significato di Repubblica inteso sulla base del Titolo V così come revisionato.
Esprime quindi preoccupazione per il modo in cui il legislatore ordinario si va allontanando dalle previsioni dell'articolo 33 della Costituzione riguardo agli esami di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole, sì da far ritenere opportuno e non superfluo il rinvio ai principi costituzionali che favorisce una più chiara interpretazione del testo per coloro che dovranno poi applicarne le disposizioni.

Convintamente favorevole all'emendamento 2.19 è anche il senatore BETTA, che ritiene assolutamente pertinente il richiamo in esso contenuto nel momento in cui ci si accinge a riformare il sistema scolastico. Afferma quindi di dissentire dalle argomentazioni addotte dal senatore Brignone per motivare il voto contrario sull'emendamento in oggetto.
Respinge poi l'accusa rivolta all'opposizione di adottare una tattica ostruzionistica e dichiara piuttosto di non condividere né la totale chiusura del Governo rispetto alle proposte dell'opposizione, né una concezione eccessivamente rigida del rapporto fra il Governo stesso e la sua maggioranza. In proposito, ritiene invece confortante l'esempio fornito dal dibattito in Assemblea sulla politica comunitaria, nel corso del quale il Governo, nella persona del ministro Buttiglione, si è dimostrato aperto al confronto con le opposizioni.

Con distinte e successive votazioni, vengono quindi respinti sia l'emendamento 2.19, sia gli emendamenti 2.20, 2.21 e 2.22 che, in assenza dei proponenti, erano stati fatti propri dalla senatrice ACCIARINI.

Registrandosi anche nei confronti dell'emendamento 2.23 l'assenza dei proponenti, il senatore TESSITORE lo fa proprio e dichiara di votare a favore su di esso, atteso che si propone di concretizzare le scelte personali, conferendo loro una dimensione oggettiva e coerente, al fine di esaltare l'etica della responsabilità propria dei diritti di cittadinanza.
Rispondendo poi ad alcune osservazioni dei senatori della maggioranza, egli afferma che la difesa dei valori non può mai essere ovvia e nessuna discussione può essere ritenuta superflua. Il richiamo dei principi costituzionali rappresenta al contrario un dovere di fronte a un testo normativo destinato alla vasta platea degli operatori della scuola. Va semmai stigmatizzato l'atteggiamento del Governo contrario ad accogliere qualsiasi proposta emendativa dell'opposizione.

In senso favorevole all'emendamento si esprime anche la senatrice SOLIANI, la quale ricorda come il disegno di legge non faccia mai espressa menzione dei diritti di cittadinanza; eppure è in tali diritti che va individuata la vera finalità del sistema scolastico, che si rivolge alla formazione delle persone intese come soggetti di vita politica e sociale. Da questo punto di vista, pensando alla importante stagione di trasformazioni che sta vivendo il Paese e anche con riferimento all'odierno messaggio sul diritto all'informazione rivolto dal Capo dello Stato alle Camere, il dibattito che si sta svolgendo in Commissione appare ancora una volta povero ed inadeguato, sviluppandosi in assenza del Ministro e nel silenzio dei mezzi di informazione.
Sottolinea infine la rilevanza di un'educazione diretta all'esercizio dei diritti di cittadinanza, che ritiene fondamentali per la formazione delle coscienze in tempi in cui vi è un consistente rischio di appiattimento delle stesse.

Posto ai voti, l'emendamento 2.23 viene respinto così come - con separata votazione - l'emendamento 2.24, fatto proprio in assenza del proponente dalla senatrice ACCIARINI.

Il senatore BRIGNONE, accedendo all'invito del Presidente relatore, ritira l'emendamento 2.25.

La senatrice ACCIARINI dichiara, in assenza dei proponenti, di fare propri tutti gli emendamenti a firma dei senatori Cortiana, Pagliarulo ed altri, Malabarba ed altri.

Il senatore TESSITORE dichiara il suo voto favorevole all'emendamento 2.26, connesso al precedente 2.23, manifestando meraviglia per la scelta del Governo e della sua maggioranza di non accogliere una proposta fortemente in linea con una concezione liberale della scuola.

Posto ai voti, l'emendamento 2.26 è respinto.

Con separate votazioni, la Commissione respinge altresì gli emendamenti 2.27, 2.28, 2.29, 2.30, 2.32 e 2.33.

Sull'emendamento 2.34 (identico al 2.35 e al 2.505), esprime il voto favorevole la senatrice Vittoria FRANCO, la quale manifesta netta contrarietà all'impostazione della lettera b) del comma 1, laddove richiama le finalità di formazione spirituale e morale e di sviluppo della coscienza di appartenenza alla civiltà europea, termine quest'ultimo cui preferirebbe quello di "cultura".

L'emendamento 2.34 (identico al 2.35 e al 2.505), posto ai voti, risulta respinto. Con separate votazioni, la Commissione respinge poi gli emendamenti 2.36, 2.37 e 2.38.

Sull'emendamento 2.39 dichiara il proprio voto favorevole la senatrice SOLIANI, la quale raccomanda la sostituzione della lettera b) del comma 1 del testo del Governo, a suo avviso eccessivamente generica e priva di riferimenti ai valori di attualità nel dibattito politico sull'istruzione, con un testo assai più pregno di richiami, fra cui ricorda quelli al riconoscimento delle diversità, all'etica della condivisione, alla partecipazione democratica.

Anche il senatore TESSITORE dichiara il suo convinto voto favorevole all'emendamento, che richiama a suo avviso i caratteri propri di una società aperta. Né ritiene che ciò sia in contraddizione con la sua non opposizione al riferimento alla formazione spirituale e morale, che egli legge come rinvio all'etica individuale e non certo allo spiritualismo. Si tratta infatti di corrispondere ad una esigenza di specificità che la lettera b), nel testo attuale, non soddisfa.

L'emendamento 2.39, posto ai voti, risulta respinto.

La senatrice ACCIARINI dichiara poi il suo voto favorevole all'emendamento 2.506, lamentando che l'orizzonte dell'attuale lettera b) del comma 1 sia eccessivamente angusto rispetto alla società contemporanea e alla sua evoluzione, atteso che proprio la dimensione di maggiore confronto in cui vivono i giovani di oggi induce alla percezione profonda delle rispettive individualità. Il compito di educare al rispetto delle differenze ed alla reciproca tolleranza è del resto connaturato nel tempo alla scuola ed in tal senso ella richiama l'esperienza del professor Augusto Monti, pronto anche al sacrificio personale per la difesa dei valori di eguaglianza delle idee e di reciproco rispetto.

Il senatore COMPAGNA dichiara invece il suo voto contrario, manifestando avversione per il carattere valoriale dell'emendamento. L'articolo 2, il cui scopo principale è del resto la distinzione fra istruzione e formazione professionale, è infatti a suo giudizio già eccessivamente permeato di panpedagogismo, sì che eventuali correzioni emendative non potrebbero che peggiorarlo. Raccomanda pertanto l'elaborazione di testi legislativi poco valoriali, che affidino invece alla società aperta il compito di far scaturire i valori di riferimento. Il periodo più difficile la scuola lo ha del resto attraversato quando ha dovuto affrontare la sfida di una convivenza democratica fra diverse ideologie.

Il senatore BRIGNONE riconosce all'emendamento uno spessore politico non irrilevante, che rispetta ma non condivide. Dichiara infatti il suo voto contrario affermando che il rispetto delle diverse culture non può a suo giudizio prescindere dalla prevalente tradizione cristiana del nostro Paese.

La senatrice SOLIANI registra con soddisfazione i richiami alla coscienza critica, all'educazione alla cittadinanza e alla partecipazione democratica, alla consapevolezza di vivere in una società sempre più multietnica e multiculturale. Pur convenendo sulla possibilità di calibrare diversamente tali riferimenti, ritiene infatti indispensabile che essi siano posti fra i principi e criteri direttivi dei decreti legislativi. Ciò al fine di creare un terreno comune all'interno del quale articolare le diverse opzioni, fra cui la distinzione fra istruzione e formazione professionale.
Né vale il richiamo alla prevalente tradizione cristiana del Paese, rivendicato dal senatore Brignone, atteso che nell'era della globalizzazione questa opzione non può più guidare la convivenza. Occorre al contrario accettare la sfida ed enunciare i principi essenziali della comunità democratica, rifiutando un'impostazione eccessivamente pragmatica e tecnico-economica, destinata all'insuccesso in quanto incapace di reggere il confronto con la società contemporanea.

La senatrice MANIERI dichiara di ritrovarsi nelle considerazioni del senatore Compagna, valutando negativamente la ridondanza di richiami valoriali dell'emendamento in esame e di quelli successivi. E' del resto il testo della lettera b) come proposta dal Governo ad introdurre il richiamo alla formazione spirituale e morale ed a caricare conseguentemente di ideologia il dibattito. Si esprime comunque in senso contrario all'emendamento.

Posto ai voti, l'emendamento 2.506 risulta respinto, così come '#8211; con separata votazione '#8211; il 2.40.

Il senatore TESSITORE, intervenendo per dichiarazione di voto favorevole all'emendamento 2.41, nega che questo, come i precedenti, abbia senso valoriale nel senso dello Stato neutro, che riporterebbe il dibattito alla preistoria civile e culturale. Egli ribadisce quindi che il suo precedente richiamo alla società aperta fosse nel solco della tradizione liberale, da intendersi nel senso di "libertà di" e non "libertà da". Ritiene del resto indispensabile che i testi legislativi non si limitino agli aspetti formali ma si carichino anche di contenuti.

Con separate votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 2.41, 2.42, 2.43 e 2.44.

Il senatore BRIGNONE, accedendo all'invito del Presidente relatore, ritira l'emendamento 2.45, che peraltro è fatto proprio dal senatore BETTA il quale coglie l'occasione per dichiarare il suo voto favorevole.

Con separate votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 2.45 (previa dichiarazione di astensione del senatore BRIGNONE), 2.46, 2.47 e 2.48.

La senatrice ACCIARINI, riprendendo le considerazioni del senatore Compagna in ordine all'emendamento 2.506, osserva che da esse avrebbe dovuto scaturire la soppressione della lettera b), come del resto proposto sia pure senza successo dalla sua parte politica. Tramontata dunque l'ipotesi di sopprimere l'intera lettera, occorre tentare quanto meno di migliorarne la formulazione all'interno di una logica che, ribadisce, le appare molto angusta. Né può affermarsi che lo scopo dell'articolo 2 sia solo quello di distinguere fra istruzione e formazione professionale.
Rinnovando quindi il richiamo alla lezione del professor Monti, quale esempio di convinta testimonianza dei valori di reciproco rispetto delle idee, annuncia il voto favorevole all'emendamento 2.49.

Anche il senatore D'ANDREA si esprime favorevolmente all'emendamento 2.49 in quanto esso, anziché sostituire la lettera b), si propone di integrarla con il richiamo a due Carte di grande rilievo (la Costituzione e la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo), nonché a due valori di altrettanto spessore (il rispetto delle identità e la solidarietà). Si dichiara altresì fortemente contrario alla neutralità ed indifferenza della scuola rispetto ai valori.

Con separate votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 2.49, 2.50, e 2.51.

Sull'emendamento 2.52 annuncia il voto favorevole la senatrice SOLIANI, la quale ribadisce l'importanza di sviluppare la coscienza della cittadinanza, anche nel contesto mondiale, incardinando la personalità dello studente nella dimensione della comunità.

Posti separatamente ai voti, gli emendamenti 2.52, 2.53, 2.54, 2.55, 2.56 e 2.58 (identico al 2.59 e al 2.507) risultano respinti.

Sull'emendamento 2.60 dichiara il voto favorevole la senatrice ACCIARINI, la quale si chiede come il previsto diritto all'istruzione e formazione per almeno 12 anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età si coordini con l'attuale obbligo scolastico di durata novennale e con l'obbligo formativo fino al diciottesimo anno di età. La dizione farraginosa della lettera c) nel testo del Governo adombra infatti il rischio di una diversa durata dell'obbligo (scaduto a diritto) a seconda del percorso prescelto. Inoltre, la previsione di un'attuazione graduale del predetto diritto-dovere, correlativamente alla definizione del piano di interventi finanziari di incerta copertura, fa temere che si possa tornare ad un obbligo scolastico della durata di otto anni, peraltro coerente con la precoce canalizzazione dei percorsi formativi al tredicesimo anno di età. L'emendamento 2.60 propone invece un'estensione dell'obbligo scolastico al sedicesimo anno di età e dell'obbligo formativo per tredici anni, comprendendo l'ultimo anno della scuola dell'infanzia.

Posti separatamente ai voti, gli emendamenti 2.60, 2.61, 2.508, 2.62, 2.63, 2.64, 2.65, 2.66, 2.67, 2.509, 2.69, 2.70, 2.71, 2.72, 2.73, 2.510, 2.74, 2.75, 2.76, 2.68, 2.77, 2.78, 2.79, 2.80, 2.81, 2.82, 2.83 e 2.84 risultano respinti.

L'emendamento 2.85 è invece approvato.

Con separate votazioni, la Commissione respinge poi gli emendamenti 2.86 e 2.87, mentre approva il 2.88.

Sull'emendamento 2.89, la senatrice SOLIANI dichiara il proprio voto favorevole, atteso il suo intento di tutela nei confronti degli alunni disabili per i quali esso tenta di creare le condizioni necessarie per un apprendimento individualizzato. In tal senso, riveste particolare importanza la formazione degli insegnanti, non solo di sostegno ma anche curricolari. Ella sollecita conseguentemente l'investimento di adeguate risorse al fine di realizzare un'integrazione effettiva.

Si associa la senatrice ACCIARINI la quale ricorda come la legge n. 104 del 1992 abbia rappresentato un'acquisizione assai avanzata, comportando una sfida reale alla democrazia. Pur riconoscendo che l'emendamento contiene norme di dettaglio assai analitiche, ribadisce l'esigenza di affrontare legislativamente la materia anche a fronte delle recenti riduzioni del personale di sostegno.

Posti separatamente ai voti, gli emendamenti 2.89, 2.90, 2.91, 2.92, 2.93, 2.94, 2.95 e 2.96 risultano respinti.

Sull'emendamento 2.97 dichiara il proprio voto favorevole la senatrice ACCIARINI, la quale ribadisce l'esigenza di assicurare a tutti dieci anni di istruzione obbligatoria quale base comune per affrontare la successiva diversificazione dei percorsi formativi.

Posto ai voti, l'emendamento 2.97 viene respinto.

Il senatore D'ANDREA dichiara il proprio voto favorevole sull'emendamento 2.98, ritenendo inadeguato che all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione sia data attuazione ricorrendo ad atti di normazione secondaria. Si esprime altresì in senso contrario - sollevando circostanziati dubbi di costituzionalità - ad una ridefinizione dell'obbligo scolastico, previsto dall'articolo 34 della Costituzione, ad opera di una legge ordinaria, la cui applicazione è peraltro prevista in termini di gradualità. Si dichiara infine contrario alla sostituzione del concetto di "obbligo" con quello di "diritto" e preannuncia fin d'ora il proprio voto favorevole anche sugli emendamenti 2.100 e 2.101.

Posti separatamente ai voti, gli emendamenti 2.98, 2.99, 2.102, 2.103 e 2.100 (identico al 2.101) risultano respinti.

La senatrice ACCIARINI dichiara il proprio voto favorevole sull'emendamento 2.104 che, reintroducendo il concetto di "obbligo" ed eliminando il riferimento alla gradualità dell'attuazione, appare di particolare rilievo anche alla luce del parere della Commissione bilancio, che adombra la possibilità di modificare la platea dei possibili destinatari di norme di legge a secondo delle disponibilità di bilancio.

Posti separatamente ai voti, gli emendamenti 2.104, 2.105 e 2.106 risultano respinti.

Sull'emendamento 2.107 dichiara il voto favorevole il senatore TESSITORE, il quale auspica che l'attuazione del diritto-dovere all'istruzione sia rimessa ad iniziative legislative anziché a strumenti di legislazione delegata, onde fugare il timore di forzature extraparlamentari cui indurrebbe invece a credere il comportamento del ministro Moratti, presente in Parlamento solo in occasioni straordinarie.

Posto ai voti, l'emendamento 2.107 viene respinto.

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.

INTEGRAZIONE DELL'ORDINE DEL GIORNO DELLE SEDUTE DELLA SETTIMANA

Il PRESIDENTE avverte che l'ordine del giorno delle sedute già previste per la corrente settimana è integrato con l'esame in sede consultiva del disegno di legge n. 1626, recante conversione in legge del decreto-legge n. 138, già approvato dalla Camera dei deputati, nonché con la petizione n. 349, da abbinare ai disegni di legge nn. 1251 e 1306 concernenti la riforma scolastica.

Prende atto la Commissione

La seduta termina alle ore 0,10.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL