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Scuole e università chiuse nel mondo, 363 milioni di studenti a casa

A dirlo è l'Unesco che monitora quotidianamente la “serrata” delle istituzioni scolastiche e universitarie in giro del mondo

11/03/2020
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Il Sole 24 Ore

Eugenio Bruno

Dal 5 marzo tutte le scuole e le università italiane hanno sospeso le lezioni. E, per effetto dell'ultimo Dpcm del governo, non potranno riavviarle prima del 3 aprile. Ma non siamo da soli in questa grande” zona arancione” del contagio. A oggi, infatti, altri 15 paesi hanno preso la stessa decisione. Per un totale di 363 milioni di studenti costretti a casa dalle misure anti-contagio. A dirlo è l'Unesco che monitora quotidianamente la “serrata” delle istituzioni scolastiche e universitarie in giro del mondo. Un numero che potrebbe crescere ancora, considerando che in altri 16 Stati sono già scattate chiusure selettive.

Nove milioni di studenti italiani a casa
La sospensione delle attività didattiche è stata appena prorogata al 3 aprile. Ciò significa che per 9 milioni di studenti delle scuole di organi ordine e grado (e degli atenei) la didattica potrà proseguire solo a distanza. Come ricorda un comunicato del ministero dell'Istruzione, fino a quella data non potranno tenersi riunioni degli organi collegiali né svolgersi viaggi d'istruzione, iniziative di scambio o gemellaggio, visite guidate e uscite didattiche comunque denominate
La stessa “serrata” - ricorda ancora la nota di viale Trastevere - riguarda la frequenza delle attività di formazione superiore, compresi gli atenei e le Afam, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani. Fatta eccezione per le lezioni di medicina e i tirocini delle professioni sanitarie per cui continua a essere richiesta la presenza.

Alt alle lezioni in altri 15 Stati
La fetta di bambini e ragazzi tenuti a casa per l'emergenza Covid 19 cresce di giorno in giorno. Secondo il monitoraggio dell'Unesco (aggiornato al 9 marzo), lo stop alle lezioni riguarda complessivamente 363 milioni di studenti tra scuole e università. Con altri 15 Stati coinvolti oltre l'Italia. A cominciare dai 233 milioni di cinesi, dai 16 milioni di giapponesi e dai 14 milioni di iraniani. Fino ai meno popolosi Kuwait (633mila alunni), Qatar (309mila) e Bahrain (247mila).

Altri 495 milioni di ragazzi a rischio stop
In realtà, la platea di studenti interessati rischia di allargarsi ulteriormente. In altri 16 Paesi - sottolinea ancora l'Unesco - sono state già disposte chiusure selettive di singole scuole o specifiche aree. Per un totale di 495 milioni di ragazzi a rischio stop (più altri 72 milioni universitari). Pensiamo ai singoli istituti di California, Stato di Washington e Oregon, negli Usa, o di Tetbury, Northwich, Middlesbrough e Brixham, nel Regno Unito. Ma anche nella West Bank palestinese e alla zona di Herat in Afghanistan. Fino agli interi dipartimenti francesi dell'Oise e Haut-Rhin.

L'allarme dell'Unesco
In tutti questi casi anche l'organizzazione con sede a Parigi suggerisce di puntare sulle-eearning per accorciare le distanza con i ragazzi e le ragazze costretti a casa. Almeno dove le tecnologie lo consentono. Nella consapevolezza che la chiusura delle istituzioni scolastiche e universitarie rappresenta una misura dagli alti costi sociali ed economici. Capace di aggravare alcune condizioni già di per sé precarie. Pensiamo alla malnutrizione che attanaglia le realtà più povere, dove il pasto a scuola spesso è essenziale per sopravvivere. Ed ecco che il quadro dell'emergenza in atto assume contorni ancora più nitidi.


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