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Scuolaoggi-Un accordo da 40 giorni rimasto sulla carta

Un accordo da 40 giorni rimasto sulla carta Che fine ha fatto il contratto di lavoro del personale della scuola siglato ormai 40 giorni fa? I sindacati la scorsa settimana avevano lancia...

01/07/2003
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ScuolaOggi

Un accordo da 40 giorni rimasto sulla carta
Che fine ha fatto il contratto di lavoro del personale della scuola siglato ormai 40 giorni fa? I sindacati la scorsa settimana avevano lanciato l'allarme: non c'è traccia di aumenti in busta paga. Il MIUR si era subito affrettato a precisare che tutto era a posto, e che presto gli aumenti economici previsti sarebbero arrivati a destinazione. Annuncio accolto con non poco scetticismo. E la Cgil scuola torna alla carica, dando per scontato che la busta paga di luglio sarà comunque ancora quella vecchia. Ecco il testo della nota diffusa dal segretario nazionale dello stesso sindacato Enrico Panini: "Oramai non ci sono dubbi: a luglio niente applicazione del contratto e, tantomeno, arretrati. L'attesa prosegue. Ancora fumata nera dal Consiglio dei ministri di venerdì scorso: di contratto scuola non se n'è parlato e, di questo passo, si rischia di non vederlo applicato neanche ad agosto. Non sono bastati 17 mesi di discussioni, scioperi, proteste. Che succede? Molto semplicemente: il governo non inserisce questo argomento nell'agenda dei lavori del Consiglio dei ministri e si assume tutte le responsabilità del ritardo. Così l'iter di verifica del contratto, previsto dalla Legge, è fermo e non si può arrivare alla sottoscrizione definitiva dello stesso. Tutto tace e resta immobile. Dopo la denuncia di tutti i sindacati, si è avuta solo una precisazione da Viale Trastevere. Una presa di distanza o ''Excusatio non petita', con quello che segue? Comunque, di certo, ad un milione di lavoratori viene negato il diritto all'applicazione di un contratto siglato da oltre 40 giorni. Eppure da diverse settimane il testo dell'articolato, con la relativa relazione tecnica di accompagnamento curata dagli uffici preposti, è partito dall'ARAN per arrivare al Consiglio dei Ministri. Curiosamente a questo silenzio si accompagna il fragore delle proteste dell'ANP e associazioni limitrofe che non accettano, e attaccano, questo contratto. Come guidati da una regia, partono, dai partiti dell'attuale maggioranza, le richiesta di ritorno al contratto per Legge, con un tuffo all'indietro ante Decreto Legislativo 29. Non c'è nulla da fare, facciamocene una ragione: per alcuni il progresso è solamente nostalgia del passato.
Noi non abbiamo nostalgie ma alcune certezze: vogliamo l'inquadramento economico, gli arretrati e l'applicazione del contratto."


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