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Scuolaoggi-L'innovazione, un vero rebus. Brevi note per l'uso.

L'innovazione, un vero rebus. Brevi note per l'uso. di ScuolaOggi da www.scuolaoggi.org del 28.8.2003 In a...

28/08/2003
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ScuolaOggi

L'innovazione, un vero rebus. Brevi note per l'uso.

di ScuolaOggi

da www.scuolaoggi.org del 28.8.2003

In attesa di decreti legislativi di attuazione della legge di Riforma n.53/2003 e dopo l'approvazione del Decreto ministeriale n.61, dalla seconda metà di luglio in poi è stato un susseguirsi frenetico di Circolari del MIUR sull'avvio di un "processo graduale di innovazione" nella scuola primaria. E non è finita: sta per essere emanata, da parte del Dipartimento per lo Sviluppo dell'Istruzione del MIUR, una nota recante le 'Linee di indirizzo e di orientamento relative all'alfabetizzazione informatica e della lingua inglese'. Risultato: è aumentata la confusione e a questo punto non è ben chiaro in che cosa consista, di preciso, l'"innovazione'.
Andiamo per ordine: il D.M. n.61 del 22 luglio all'art.1 ("Iniziative finalizzate all'innovazione"), primo comma, dice testualmente che 'a decorrere dall'a.s. 2003/2004 è promosso, ai sensi dell'art.11 del DPR n.275/1999, un progetto nazionale rivolto alle classi prime e seconde della scuola primaria, finalizzato ad avviare talune innovazioni coerenti con le linee di riforma configurate nella predetta legge n.53/2003, limitatamente ai contenuti culturali delineati nelle Indicazioni Nazionali per i Piani di studio personalizzati per la scuola primaria, che costituiscono parte integrante del presente decreto'. L'attuazione degli obiettivi specifici di apprendimento contenuti nelle Indicazioni nazionali viene attivata dalle istituzioni scolastiche "nell'ambito dell'autonomia didattica, organizzativa e di ricerca" delle stesse. Viene cioè lasciata alla "libera determinazione" delle scuole, come ribadisce la Circolare n.62, di accompagnamento del DM 61, la facoltà di rielaborare in tal senso i piani dell'offerta formativa.
L'art.2 ("Alfabetizzazione Informatica ed alfabetizzazione nella lingua inglese") dice in sostanza che a decorrere dall'a.s. 2003/2004 si procederà, nei primi due anni di scuola primaria, all'introduzione generalizzata dell'alfabetizzazione informatica e di lingua inglese, 'secondo quanto delineato dalle Indicazioni Nazionali'.
Viene da osservare innanzi tutto che mentre l'estensione della lingua inglese e dell'informatica interessa di fatto tutte le classi prime e seconde di TUTTE le scuole primarie, il 'progetto nazionale' dovrebbe riguardare SOLO quelle scuole che, nell'ambito della loro autonomia, decidono di aderirvi, assumendo i contenuti delle Indicazione nazionali come base per la revisione dei propri Piani di studio, P.O.F., ecc. già dal prossimo anno scolastico.
Per inciso, c'è chi (la CGIL scuola) ha avanzato dubbi di legittimità sull'art.1 del DM 61, con un ricorso al TAR del Lazio nel quale si sostiene che non è stata rispettata la corretta procedura di validazione delle Indicazioni (il Miur avrebbe promosso un progetto nazionale di innovazione ex art. 11 DPR 275/99 senza rispettare le condizioni da esso previste (predefinizione della durata, chiarezza degli obiettivi, forme di valutazione), senza aver adottato le procedure normative (Decreto Legislativo) previste dalla legge n.53/03 e in particolare rendendo vigenti le Indicazioni Nazionali in palese contrasto con le procedure (Regolamenti) indicate all'art. 7 della stessa legge) . Ma tant'è: il Decreto per il momento è in vigore.
Sorge allora spontanea la domanda: in che cosa consiste l'innovazione? Riguarda solo l'adesione delle scuole al "Progetto nazionale" di attuazione dei contenuti delle Indicazioni nazionali (obiettivi specifici di apprendimento) o riguarda anche la semplice generalizzazione di inglese e informatica, che interessa comunque tutte le classi prime e seconde di tutte le scuole? O tutte e due le cose insieme? E viceversa: è da considerare "innovazione" il semplice avvio di inglese e informatica in tutte le classi prime e seconde senza, necessariamente, l'adesione al 'progetto nazionale'?
Potrebbe sembrare un ragionamento artificioso, un inutile esercizio sofistico, ma non è così. Questo dubbio infatti se ne tira dietro un altro, avanzato peraltro sia dalla Cgil scuola che da un'autorevole rivista scolastica come Tuttoscuola (n° del 2 agosto), per le concrete implicazioni ad esso connesse. E cioè: la quota dei finanziamenti assegnati dalla C.M. n.66 alle scuole dell'infanzia e primaria (fondi previsti dalla legge 440/1997 e dalla Direttiva attuativa 48/2003) va riferita SOLO a quelle scuole che attuano il "progetto nazionale" nei primi due anni della scuola primaria (rielaborazione dei piani di studio sulla base degli obiettivi specifici di apprendimento delle Indicazioni nazionali, appunto) o alle classi prime e seconde delle scuole interessate dall'estensione dell'alfabetizzazione informatica e di lingua inglese (cioè praticamente TUTTE le scuole)?
Un'analisi "letterale" del testo della CM 66 (il riferimento all'alfabetizzazione informatica e di inglese nel capoverso in questione) fa propendere nettamente per questa seconda interpretazione, soprattutto se la si colloca nel contesto proprio della Legge 440/1997, che finalizzava l'assegnazione di tali fondi all' "arricchimento e ampliamento dell'offerta formativa", in generale, delle istituzioni scolastiche. Conseguentemente i finanziamenti dovrebbero essere attribuiti a tutte le scuole dell'infanzia e primarie solo in base a parametri oggettivi, vale a dire in misura proporzionale alle dimensioni (numero degli alunni e del personale). Ma il quesito, una volta espresso, andrebbe comunque definitivamente risolto.
E torniamo così al punto di partenza' Insomma: dove sta l'innovazione e a chi vanno i finanziamenti di cui sopra? C'è da augurarsi che arrivino note di chiarimento, precisazioni che non aumentino ulteriormente la confusione interpretativa ma contribuiscano finalmente a far chiarezza. Soprattutto prima delle prossime riunioni dei Collegi docenti che saranno chiamati a prendere delle decisioni in merito.


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