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Scuolaoggi-COMPRENSIVI: QUALE DESTINO?

COMPRENSIVI: QUALE DESTINO? Nell'ultimo periodo, per la precisione da quando é andata in vigore il dimensionamento previsto dalla legge n° 59/97 e dal relativo decreto, gli Istituti Co...

29/05/2003
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ScuolaOggi

COMPRENSIVI: QUALE DESTINO?
Nell'ultimo periodo, per la precisione da quando é andata in vigore il dimensionamento previsto dalla legge n° 59/97 e dal relativo decreto, gli Istituti Comprensivi hanno rappresentato e rappresentano tuttora l'unica reale novità istituzionale, vero laboratorio per un nuovo corso del sistema scolastico. La domanda di fondo, nell'approssimarsi della riforma Moratti, riguarda proprio il ruolo che i Comprensivi potranno svolgere in uno scenario che si presenta se non di segno opposto, certamente non coerente con la visione di fondo che é sottesa a questi Istituti.
Nati infatti con la prospettiva di rappresentare un ambito istituzionale favorevole alla riforma dei cicli ex lege n° 30 (sette anni di scuola di base in luogo dei 5+3 attuali di elementare e media), e quindi con la trama strutturale prevista per garantire e tutelare la continuità, nello scenario odierno é necessario rifondarne le ragioni per rilanciarne il ruolo e la funzionalità, soprattutto in considerazione del fatto che rappresentano il 43% delle Istituzioni di primo ciclo (denominazione secondo la riforma Moratti).
La riforma Moratti in realtà, pur affermando la discontinuità tra scuola elementare e scuola media, con la struttura del monoennio iniziale e dei successivi tre bienni (2° e 3° el., 4° e 5° el., 1° e 2° media) con l'ultimo anno conclusivo e orientativo della scuola media, non esclude ipotesi "di raccordo" tra scuola primaria e secondaria di 1° grado. E' sufficiente ciò per garantire sopravvivenza Istituzionale ai Comprensivi? Un altro argomento favorevole alla loro sopravvivenza é che le nuove dimensioni riducono la spesa per la Dirigenza e quindi il dimensionamento non dovrebbe essere toccato.
A mio avviso sono i medesimi Istituti Comprensivi, forti dell'esperienza maturata sul territorio per almeno 3 anni scolastici (i primi sperimentali da almeno 6 anni, nell'ambito dell'Autonomia scolastica, da considerare il vero sfondo strutturale di riforma del sistema scuola, che devono attivare al loro interno un percorso di ricerca atto a ritrovare e rilanciare ragioni per concrete integrazioni nell'ambito della continuità interna.
I piani personalizzati, il portfolio, il docente tutor (con tutte le incertezze ancora da dirimere riguardo alla effettiva realtà delle novità introdotte) non sono di per sé scelte ostative alla continuità: le stesse indicazioni di contenuti e obbiettivi specifici per l'apprendimento non rappresentano un ostacolo a che si possa costruire riferimenti curricolari in verticale. Il vero problema sarà la gestione dell'organico, tanto più problema quanto più assisteremo a tagli sostanziali, che potranno (in realtà é ancora tutto in gioco, soprattutto per quanto attiene al tempo pieno nella scuola elementare) ridurre all'osso le risorse in ognuno dei " pezzi" relativi ai diversi ordinamenti. In un simile scenario si impoverirebbero tutte le ipotesi di integrazione strutturale tra ordini diversi, anche con ipotesi di " prestiti professionali ", che finora hanno qualificato le " migliori pratiche " dei comprensivi che più hanno cercato di sperimentare.
Da ultimo é nello spirito stesso della riforma, rintracciabile nelle diverse indicazioni per scuola primaria e secondaria di primo grado, garantire continuità di sviluppo e di crescita culturale per ogni alunno: lo stesso profilo finale previsto per gli alunni in uscita dal primo ciclo (certamente discutibile ne merito da vari punti di vista) é indicato come riferimento per le scelte educative, didattiche e formative in senso verticale. La scuola di primo ciclo tutta é chiamata a porsi un traguardo e un obbiettivo di riferimento comune, pur nella distinzione relativa alle specificità di ordinamento: risulta quindi evidente che gli Istituti Comprensivi meglio di altre situazioni disperse orizzontalmente sul territorio, possono garantire esiti di continuità in coerenza del profilo.
Ribadisco essenziale l'assunzione da parte delle scuole globalmente, dei Comprensivi in particolare, del ruolo che l'Autonomia loro assegna: ruolo di scelte didattico - organizzative, educative, pedagogiche di ricerca e sperimentazione a fronte di una riforma ancora....informe, ma che chiama e chiamerà, anche in modo dialettico, ad un forte protagonismo di docenti e Dirigenti.

Francesco Cappelli


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