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ScuolaOggi: Classi con meno alunni. In Gran Bretagna

Il limite massimo previsto è di 30 alunni per classe. I liberali vogliono portare questo limite massimo a venti unità.

22/04/2010
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ScuolaOggi

Diversi organi di stampa che si occupano di scuola hanno ripreso una notizia piuttosto interessante e curiosa soprattutto se confrontata con quanto sta avvenendo da noi. Nel programma elettorale dei liberal democrats britannici e del loro leader Nick Clegg un certo spazio viene riconosciuto al sistema di istruzione. Non solo o non tanto come affermazione di principio (come capita sovente anche da noi) ma con analisi e proposte concrete. Tra queste un elemento di criticità viene individuato nel sovraffollamento che si registra nelle aule scolastiche. Più precisamente: si riconosce che un eccessivo o comunque troppo elevato numero di alunni per classe incide nei processi di insegnamento/apprendimento con ricadute negative sui livelli di apprendimento degli alunni. Di qui l’intenzione dichiarata del partito liberale, in caso di vittoria elettorale, di ridurre il numero di alunni per classe, per invertire la rotta e creare condizioni più favorevoli.

Attualmente in Inghilterra le classi composte da alunni tra i cinque e i sette anni hanno una consistenza media nazionale di 26,2 alunni, dato che sale a 26,8 nelle classi con bambini tra gli otto e gli undici anni. Il limite massimo previsto è di 30 alunni per classe. I liberali vogliono portare questo limite massimo a venti unità.

E’ il caso di ricordare che il partito liberaldemocratico rappresenta un terzo polo, tra laburisti e conservatori, ma non è certo una forza politica di sinistra.

Quello che gli osservatori di casa nostra non dicono esplicitamente è che questo punto programmatico di politica scolastica è in netta controtendenza con quanto è avvenuto in Italia negli ultimi anni. Da noi infatti la tendenza è stata quella, opposta, di aumentare il numero di alunni per classe. A Milano, tanto per fare un esempio, non sono poche le classi di scuola primaria con 26-27 bambini. O classi con bambini disabili inseriti con numeri superiori a 20. Intendiamoci: un’operazione di "razionalizzazione" di molte situazioni esistenti è sicuramente legittima e doverosa. Classi con un numero troppo ridotto di alunni costituiscono senza dubbio uno spreco di risorse (in termini di organici) oltre che essere un elemento negativo sul piano delle possibilità di relazione e di socializzazione degli alunni stessi. Ma nella provincia di Milano e nei grandi centri della Lombardia casi di questo tipo non esistono più da tempo. E comunque in queste situazioni eventuali accorpamenti sono doverosi e necessari.

Ma la tendenza generale e sempre più diffusa da noi è quella di portare il numero di alunni per classe oltre il numero massimo di 25 (e di 20 in presenza di alunno disabile ), numeri che per decenni hanno rappresentato un limite invalicabile. Da un incontro di qualche mese fa tra associazioni dei genitori di disabili e ministero dell’Istruzione pare sia emerso che sono ben 5.500 le classi sovraffollate con più di 2 alunni disabili

Ora, dovrebbe essere evidente che oggi, in classi ove quasi sempre sono presenti alunni stranieri (spesso neoarrivati e senza alcun sostegno individuale), alunni in situazioni di disagio o con problemi, le condizioni di contesto – e quindi anche un rapporto alunni/classe elevato - rendono più difficoltosa l’attività didattica degli insegnanti con ricadute negative sugli apprendimenti. Non sono affatto una variabile ininfluente e di poco conto sul piano educativo. Altro che l’individualizzazione dell’insegnamento e i piani educativi personalizzati tanto decantati dai tempi della riforma Moratti!

Per non parlare poi dei problemi connessi alla sicurezza ed al mancato rispetto delle norme sull’edilizia scolastica. La normativa vigente prevede dei requisiti minimi di spazio per ciascun alunno ("per ogni persona (docente e alunno) presente in aula, deve essere garantita un’area netta di 1,80 metri quadri nella scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado e 1,96 metri quadri nella secondaria di II grado oltre ad una altezza minima di 3 metri"). Questi requisiti in molti (troppi) casi non sono rispettati e le scuole non sono a norma, con rischi concreti per studenti e insegnanti.

Forse è il caso che ci si fermi un attimo a ripensare la formazione delle classi. In questo senso il manifesto elettorale dei lib-dem inglesi può costituire un’occasione di riflessione critica. E non solo a destra.

Gianni Gandola


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