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Scuola, uno studente su due sceglie al buio

A Genova apre il Salone orientamenti, quest'anno virtuale: "Una generazione che decide da sola il suo futuro". Ma gli studenti - 11-19 anni - non frequentano i luoghi che li aiutano a scoprire le proprie attitudini e il mercato del lavoro

11/11/2020
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la Repubblica

Corrado Zunino

Uno studente ogni due non si orienta. Per scoprire cosa sa fare, cosa ama, chi è. Chi potrà diventare. Sono venticinque anni che il Salone orientamenti si apre a Genova, e quest’anno, "2020", si apre in una versione obbligatoriamente online. A partire da oggi alle 9,30. Altre iniziative del genere si realizzano nel Paese, portano avanti l'orientamento singole scuole, atenei, ma la necessità di comprensione delle proprie attitudini e l’indicazione di come queste attitudini potranno svilupparsi – l’orientamento degli studenti, appunto - non ha ancora trovato nel Paese una realizzazione soddisfacente.

Grazie a una ricerca allestita da Skuola.net, con tremila studenti tra gli undici e i diciannove anni intervistati, e interpretata nei suoi dati dal Servizio orientamento dell’agenzia regionale ligure Aliseo insieme a Scienze della Formazione dell’Università di Genova, si scopre che la metà della coorte ascoltata non ha usufruito di attività di orientamento prima di scegliere cosa fare per il prosieguo del proprio ciclo scolastico. Dalle medie alle superiori, dalle superiori all’università (o a un corso di formazione lavoro o direttamente a una professione). Tra coloro, invece, che hanno conosciuto l'orientamento, le idee su futuro sono risultate più chiare e si è allargata una maggiore consapevolezza di quale sia la realtà – formativa o lavorativa - che li aspetta al termine del ciclo di studi.
 

Solo il 18 per cento con un formatore esperto

Se il 50 per cento degli studenti partecipa a momenti di orientamento (individuali o collettivi) prima di decidere cosa fare, solo il 18 per cento lo ha fatto con un formatore esperto, nonostante almeno il doppio lo avrebbe desiderato.
 
I ragazzi di oggi rimandano un’immagine autonoma nelle decisioni, con l’80 per cento che dichiara di aver scelto “di testa propria”. I genitori, tuttavia, restano un riferimento per aiuto e confronto (54 per cento), seguiti dagli insegnanti (32 per cento) e dagli amici (14 per cento). Significativa è la percentuale di studenti che si orienta cercando su internet (62 per cento), dato che conferma l’autonomia di fondo.
 
Tra coloro che hanno risposto, 1.193 frequentano la scuola secondaria di primo grado, 337 le classi delle superiori e dei percorsi di Istruzione e Formazione professionale IeFp.
 

"Il lavoro non ci favorisce"

Le attività di orientamento sono svolte prevalentemente all’interno del proprio istituto (37 per cento alle medie e 30 per cento alle superiori/IeFp), seguite dalle attività in altri istituti o nelle università/fondazioni Its. Per un’aliquota tra il 3 e il 14 per cento, ci sono state anche visite in azienda. Il problema non è solo quantitativo. Meno di 3 su 10 si dicono “sufficientemente soddisfatti” delle informazioni ricevute sull'offerta formativa di atenei e centri di formazione. Cinque su dieci affermano di aver capito, almeno a grandi linee, come funziona il mondo del lavoro. Il 66 per cento dei giovani che si è sottoposto al sondaggio ritiene che il lavoro non sia a misura di questa generazione: “Non ci favorisce”.

E’ interessante, d’altro canto, constatare che otto studenti su dieci ritengano che l'università prepari concretamente al lavoro (per il 35 per cento molto, per il 13 per cento del tutto). L’orientamento non è percepito solo come momento informativo sui percorsi di studio, ma anche come occasione per riflettere su di sé, i propri talenti, le aspirazioni, le competenze. Il problema è che solo uno studente su quattro ha partecipato a un momento di orientamento prima del diploma.
 
Un esempio? Gli Istituti tecnici superiori (Its), piccola e centrata realtà che da anni sforna buona occupazione per il Paese. Solo il 17 per cento degli studenti in uscita da licei, istituti tecnici e professionali ha bussato alle loro porte per conoscerli.
 
Il Salone orientamenti di Genova, quest’anno possibile interamente online grazie all’azienda Ett, offrirà in tre giorni, da oggi a giovedì, trecento seminari sul web (webinar). Il tema del 2020 è “saper cambiare”. Quattro le aree online nelle quali si potrà entrare: “Conosci te stesso”, “Conosci il lavoro”, “Conosci la società”, “Conosci la formazione”. Duecentoquarantaquattro gli espositori presenti. Sulla piattaforma dedicata si sono iscritti 15 mila utenti unici e altre mille classi per 25 mila studenti. E' stato aperto dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e, quindi, c'è stato un intervento della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.

L’edizione 2019, realizzata al Porto antico, toccò centomila presenze. L'anno scorso avevano partecipato novanta aziende che, assicura la Regione, hanno offerto 2.700 “posizioni aperte”: contratti a tempo determinato, tirocini, apprendistato e alcuni contratti a tempo indeterminato


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