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Scuola, si rinvia: assunzioni a rischio

Renzi sulla riforma: troppi 3.000 emendamenti, per settembre non si fa in tempo. Poi precisa: noi ci siamo, spero anche gli altri.

17/06/2015
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Il Messaggero

ROMA «Con 3mila emendamenti non si fa tempo ad assumere per settembre». È una minaccia ma forse anche un dato di fatto: rischiano di saltare le centomila assunzioni previste dal disegno di legge sulla “Buona scuola”. Il premier, ospite ieri sera a Porta a Porta, ha preso atto che il Parlamento potrebbe non fare in tempo a dare il via libera al provvedimento. Però non chiude tutte le porte e su Twitter scrive: «Noi ci siamo, speriamo anche gli altri». È un messaggio rivolto all’opposizione e ai dissidenti democrat: nei prossimi giorni la minoranza può togliere o ridurre gli emendamenti per consentire alla riforma di essere approvata in Senato entro giugno, ultima data utile secondo i tecnici di viale Trastevere. Se passa la moral suasion si può andare avanti. Altrimenti salta tutto. Prendere o lasciare. Una sfida lanciata ai sindacati che hanno messo in atto il blocco degli scrutini e manifestato in piazza. La protesta ha reso ancora più arduo il cammino del ddl licenziato dalla Camera e ora paralizzato dagli emendamenti nella VII commissione di palazzo Madama. Renzi si è impegnato a convocare a inizio luglio una conferenza sulla scuola. E la Giannini dice: «Ora tempi rapidi».
I SINDACATI
La palla passa ora ai sindacati. La Cgil per il momento non sembra disposta a fare un passo indietro. Il segretario generale Flc Pantaleo invita il premier «a dimostrare responsabilità» facendo un decreto per 100 mila assunzioni e «un piano pluriennale di stabilizzazione per il precariato, docenti e Ata». Ipotesi che in più di un’occasione il pd ha scartato. La riforma sta in piedi solo se realizza integralmente i suoi obiettivi. Francesco Scrima (Cisl) si mostra più dialogante. Prende atto della «frenata» e si dice disponibile ad un «supplemento di confronto». I democrat non lo dicono ma lo pensano: il ritardo accumulato è il risultato di un combinato disposto tra la melina della commissione Bilancio presieduta da Azzollini, - che domani comparirà dinanzi alla Giunta per le immunità che dovrà decidere sul suo arresto - e il sabotaggio della minoranza. «Il tempo stringe, minoranza dem e opposizioni possono fare un gesto di buona volontà e consentire approvazione ddl», si mostra ancora possibilista Andrea Marcucci, presidente della commissione Istruzione (convocata questa mattina alle 8.30). E Giorgio Tonini, vice presidente del gruppo Pd al Senato non perde la speranza che ci siano ancora «i margini per un confronto costruttivo».
SOLO TURNOVER
Tremila emendamenti sono troppi. L’iter della riforma rischia di avvitarsi dentro uno «scaricabarile» generale. L’Unione degli studenti chiede il ritiro del ddl mentre o Falco, presidente di StudiCentro, parla di «occasione persa». E l’opposizione? non sembra sopresa. Sel e M5S invitano il governo a stralciare il ddl e a varare un decreto per assumere i precari. Duro il giudizio del centrodestra. La deputata e responsabile Scuola di Forza Italia, Elena Centemero rivendica di aver «previsto dall'inizio il colpevole ritardo nella presentazione del ddl da parte del governo». La colpa, «nonostante il lavoro impegnativo e proficuo alla Camera» è di Renzi che «prova ad addossare alle Camere, e in particolare alle opposizioni, la responsabilità dello slittamento nell'approvazione del provvedimento». «La verità è che le divisioni nel Pd - continua l’esponente di Forza Italia - hanno creato ritardi e frizioni, scaricando sull'iter parlamentare del ddl e sui suoi contenuti le questioni interne ad un partito». Alla fine verranno assunti solo i docenti sul turn over. Secondo i calcoli circa trentamila. Nel frattempo in molti istituti superiori non tutti gli studenti che hanno riportato un «debito» potranno frequentare i corsi di recupero. Non ci sono i soldi per pagare i prof.
C.Mar.