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Scuola, rientro in classe il 7 gennaio: lezioni più corte. Solo 45-50 minuti

Tutti i dettagli dei piani dei prefetti per il ritorno in presenza delle scuole superiori. In Emilia e Veneto niente doppi turni. Le preoccupazioni sui contagi in crescita

04/01/2021
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Corriere della sera

Gianna Fregonara

Non solo scaglioni di ingresso e uscita con lezioni fino alle 16 e, a turno, il sabato. La scuola superiore del 2021 avrà anche le ore ridotte: non più i canonici sessanta minuti, ma 45-50. A segnalare che ci sono anche le lezioni accorciate nei documenti prefettizi firmati provincia per provincia nei giorni scorsi per permettere la riapertura delle scuole da giovedì 7, è la nota del ministero dell’Interno che fa il punto su come saranno organizzate le scuole da giovedì prossimo. Secondo la ministra Lamorgese tutto è pronto: dal 7 si comincia con la metà degli studenti e dal 15 — ma più probabilmente sarà da lunedì 18 — con il 75% degli studenti in classe. I mezzi pubblici aggiuntivi dovranno già essere tutti operativi — spiega Lamorgese — dal 7 per poter svolgere uno stress test: sono stati stanziati altri 300 milioni per pagare le corse aggiuntive. Per quanto riguarda i turni, con gli ingressi fino alle 10, che scontentato i presidi e anche i professori, sono una soluzione che non è stata adottata in tutte le regioni: Emilia Romagna, Veneto, Molise, Basilicata e Sardegna manterranno gli ingressi per tutti alle 8. Nelle altre regioni per venire incontro alle esigenze di orario, le scuole potranno invece ridurre la durata delle lezioni in modo da non superare le 16 come orario di uscita, recuperando con attività a distanza il tempo perso a scuola. Soddisfatti del lavoro di squadra le ministre Lamorgese, De Micheli e Azzolina che ha parlato di un «lavoro di squadra di cui andare fieri».

I dati del contagio

Ma a parte i mal di pancia nel mondo della scuola per l’applicazione delle nuove regole, l’incognita sulla riapertura della settimana prossima resta quella sanitaria. Un altro aumento dei contagi potrebbe riportare alcune regioni in zona rossa e spingerle a mantenere le restrizioni sulla scuola. Giovedì l’Istituto superiore di sanità ha pubblicato il primo report approfondito sulla situazione dei contagi tra bambini e ragazzi tra i 3 e i 19 anni per dare una base scientifica alle prossime decisioni del governo. Le conclusioni delle 40 pagine però non sono definitive: «Allo stato attuale delle conoscenze, le scuole sembrano ambienti relativamente sicuri», si legge nel rapporto dell’Iss, ma, d’altro canto, anche a causa della mancanza di dati «l’impatto della chiusura e della riapertura delle scuole sulle dinamiche epidemiche rimane ancora poco chiaro».