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Scuola, partenza bollente tra tagli e proteste Gelmini: tutto regolare

01/09/2011
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MARIA ROSA TOMASELLO

ROMA. Mariastella Gelmini è ottimista. L’inizio dell’anno scolastico per quasi otto milioni di alunni sarà «regolare», assicura, con l’immissione in ruolo di 66 mila tra nuovi insegnanti (30 mila) e personale tecnico- amministrativo (36mila)», i tagli lineari ai ministeri che risparmieranno scuola e università e «saranno riassorbiti grazie alla razionalizzazione della spesa» e le classi pollaio, quelle con più di 30 alunni, che si fermeranno a quota 0,6%.
 Ma mentre il ministro saluta con una conferenza stampa la prima campanella, le critiche di sindacati, insegnanti e studenti e le proteste di precari come Pietro Musso, 42 anni, e Calogero Fantauzzo, 46 anni, che a Palermo tornano a fare lo sciopero della fame perché alla disperazione, annunciano un nuovo autunno caldo.
 «Noi continueremo le proteste» comunica Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, «il 6 settembre con lo sciopero generale, con assemblee in tutte le scuole, il 22 ottobre con una grande manifestazione a Roma e iniziative nei territori: il ministro Gelmini è lo specchio del fallimento di questo governo».
 Per la Cgil, «gli otto miliardi di tagli in tre anni» effetto del decreto del 2008 «stanno producendo effetti disastrosi in termini di qualità dell’offerta formativa, accesso al tempo pieno, classi sempre più sovraffollate, con un forte indebolimento del sistema». A questo, sottolinea Pantaleo, vanno aggiunti «i tagli ulteriormente messi in campo con la manovra di luglio» e con quella in gestazione. «A partire dalla contrazione delle risorse determinato dal rapporto tra spesa per l’istruzione e il Pil, che passa dal 4,5 al 3,7%, con una riduzione di circa 6 miliardi nei prossimi anni», senza considerare, spiega, l’effetto sull’edilizia scolastica della sforbiciata a regioni ed enti locali. Dubbi anche sull’effettiva immissione in ruolo di 66 mila tra insegnanti e Ata, a causa del meccanismo farraginoso delle surroghe (a chi rinuncia non subentra automaticamente chi lo segue in graduatoria), ai 1300 posti amministrativi riservati ai cosiddetti «docenti inidonei» che per quest’anno potrebbero restare vacanti, ai cosiddetti accantonamenti. Sono tremila, ha comunicato ieri il Miur, i posti per docenti «accantonati» in seguito alla sentenza del Tar del Lazio sull’inserimento «a pettine» nelle graduatorie: congelati in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato. Il rischio dunque, per il sindacato, è che restino vacanti.
 Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd, definisce la conferenza stampa del ministro «una fiction surreale»: «Il risultato dei tagli, anche per il prossimo anno, prevede 19.700 insegnanti e 14.500 Ata in meno in tutte le scuole». L’allare arriva da Cosenza, dove il presidente della Provincia Mario Oliviero denuncia il rischio che molte scuole restino chiuse per mancanza di personale Ata. «La solita sequela di slogan e false promesse» accusa l’Unione degli studenti, che conferma la mobilitazione nazionale del 7 ottobre, mentre l’associazione professionale Anief accusa Gelmini: «Tra omissioni e dimenticanze, conferma di non saper reggere un ministero fondamentale».