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SCUOLA: LEGAMBIENTE, 'CANCELLATE' 768 TRA ELEMENTARI E MEDIE

SCUOLA: LEGAMBIENTE, 'CANCELLATE' 768 TRA ELEMENTARI E MEDIE (ASCA) - Roma, 17 mar - ''Addio Istituto Parini. Addio all'Edmondo De Amiciis. Addio alla Italo Calvino. Chiuse. Sbarrate per...

18/03/2005
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SCUOLA: LEGAMBIENTE, 'CANCELLATE' 768 TRA ELEMENTARI E MEDIE
(ASCA) - Roma, 17 mar - ''Addio Istituto Parini. Addio
all'Edmondo De Amiciis. Addio alla Italo Calvino. Chiuse.
Sbarrate per sempre. Settecentosessantotto tra elementari e
medie non esistono piu'. Cancellate. E' uno dei numeri che
immediatamente saltano agli occhi esaminando i fatti
del'ultimo triennio. C'e' il calo delle nascite, si dira'.
Macche'. Dall'anno accademico 2001/2002 a quello in corso
oggi c'e' un rapporto inversamente proporzionale tra gli
iscritti (in progressivo aumento) e le scuole (in costante
calo). Solo nell'ultimo anno i discenti della scuola
dell'obbligo sono stati 6.188 in piu', ma sorprendentemente
sono state soppresse 491 classi e 11.490 cattedre. Ma ancor
prima a essere stato pesantemente sforbiciato e' il personale
ATA. Nel giro di quattro anni tagliati 5.799 collaboratori
scolastici e 3.352 tra assistenti tecnici e amministrativi. I
conti economici non sono da meno. Se la finanziaria 2002
inaugura la politica della diminuzione delle spese per la
qualita' dell'offerta formativa (POF), quella del 2004 e' una
scure: meno 9,47% rispetto all'anno precedente e meno 21,30%
di finanziamenti rispetto all'esercizio finanziario 2001''.
E' una scuola a perdere quella fotografata dal libro
bianco di Legambiente ''Scuola pubblica 2005: liquidazione di
fine stagione''. E', questo, il terzo dossier
dell'associazione ambientalista che, con cifre e commenti,
vuole documentare i tagli avvenuti negli ultimi tre anni ai
danni della scuola pubblica, determinati dagli interventi
operati dal governo sia attraverso le finanziarie, sia
attraverso lo strumento dell'articolazione delle voci di
spesa .
''Il quadro, anno dopo anno, - spiega
Vittorio Cogliati Dezza, responsabile nazionale di
Legambiente scuola e formazione - e' sempre piu'
preoccupante: crescono i tagli di struttura (istituzioni
scolastiche, organico docenti e personale ATA) mentre calano
gli investimenti in settori nevralgici come l'arricchimento
dell'offerta formativa o la scuola solidale. Vengono negate
le risorse per chiudere i contratti, per questo domani, a
soli quattro mesi dall'ultimo sciopero, la scuola italiana e'
costretta a chiudere i battenti e a scendere in piazza. Il
paradosso piu' grottesco e' questo: la stessa riforma Moratti
non trova i finanziamenti per poter camminare. E' evidente
quale sia la considerazione per l'istruzione che ha questo
governo''.
Ma andiamo a vedere qual e' il dettaglio del libro bianco
di Legambiente. Il primo punto riguarda la chiusura delle
scuole: in quattro anni il 9,21% delle scuole dell'obbligo e'
stato soppresso. La regione piu' penalizzata risulta essere
il Friuli Venezia Giulia (-18,6%) seguita da Liguria
(-17,08%), Veneto (-15,97%), Lombardia (-14,33%), Piemonte
(-12,13%), Abruzzo (-12,44%), Emilia Romagna (-11,77%). Le
altre regioni si attestano al di sotto del 10%. Nello stesso
arco di tempo un aumento di 67.716 alunni porta a sopprimere
1.206 classi e 25.936 cattedre.
La scuola per l'infanzia e' l'unica a mantenere il segno
positivo (+30.087 alunni, +739 classi, +525 posti). Ma
l'aumento non e' indolore: nonostante le nuove classi e i
posti aggiuntivi il numero di alunni per classe lievita (da
23,15 dell'anno scolastico 2001/02 a 23,46 dell'anno in
corso) come pure il rapporto docente/alunni (da 11,96 a
12,26). Per mantenere costanti tali rapporti ci sarebbero
volute 561 classi e 2.049 posti in piu'.
Se e' vero che in questi anni si assiste a una riduzione
degli alunni della scuola primaria (-9.701) e secondaria di
1* grado (-10.028), la riduzione delle classi e delle
cattedre (rispettivamente di -4.017 e -8.050) fa comunque
aumentare il rapporto alunni/classe con un aumento, nella
scuola primaria, di 0,22 e nella scuola media di 0,30.
Aumenta continuamente, in ogni ordine di scuola, il rapporto
docenti/alunni: un aumento medio di 0,51, che vuol che
aumentano le classi con 30 alunni.
La piu' pesantemente colpita risulta
essere la scuola superiore che, a fronte di un aumento
nell'ultimo anno di 13.245 alunni e di 716 classi, perde
9.325 cattedre. Negli anni da noi presi in considerazione
lascia sul campo 17.271 posti pari al 66,59% di tutte le
cattedre tagliate, 1.871 classi, pur con un aumento di 57.934
studenti.
La stangata, come gia' detto, e' arrivata anche alla
qualita' del corpo docente, sempre piu' precario: 33.493
docenti con contratto a tempo determinato fino al 31 agosto
2005, 66.124 con incarico sino al termine delle lezioni, dato
''mitigato'' dall'immissione in ruolo di 12.500 docenti
concessi dal Ministro Tremonti alla collega Moratti, assunti
all'inizio del corrente anno scolastico. Ma il decreto
presidenziale del 19 novembre 2003 non e' una regalia del
governo, da' alla scuola quanto le e' dovuto, anzi meno!
Infatti l'atto di programmazione delle assunzioni a tempo
indeterminato adottato dal Ministro della Pubblica Istruzione
in data 16. 11. 2000 con nota D/3374 prevedeva 40.000
assunzioni per l'anno scolastico 2000/01, 35.000 per l'anno
scolastico 2001/02 (totale 65.000 assunzioni effettuate poi
dal Ministro Moratti all'inizio del suo incarico) e 21.000
assunzioni per l'anno 2002/03 (mai effettuate).
Analogamente al personale docente anche il personale non
docente diventa sempre piu' precario. Nell'anno scolastico
2001/02, su 169.208 collaboratori scolastici 122.718 (pari al
72,52%) erano assunti a tempo indeterminato, 46.490 (27,48%)
a tempo determinato. Nell'anno scolastico 2003/04 il numero
dei collaboratori di ruolo e' sceso a 112.296 (68,72%) a
fronte di 51.114 (31,28%) non di ruolo. E tra gli assistenti
tecnici e amministrativi e' di ruolo solo il 75% circa (lo
scorso anno 60.204 su 79.522, il 75,70%).
Da due anni poi non arrivano alle scuole finanziamenti per
le nuove tecnologie, l'informatica, una delle tre ''i'' della
campagna elettorale berlusconiana: il primo anno di gestione
Moratti aveva portato un taglio del 30,07% ai finanziamenti
per le nuove tecnologie. Che dire ora che per il secondo anno
consecutivo questa voce e' del tutto scomparsa dai
finanziamenti ministeriali.
Analoga sorte per l'inglese, penalizzato nella finanziaria
2005 che dispone che ''l'insegnamento della lingua straniera
nella scuola primaria e' impartito dai docenti delle
classi'', cancellati cosi' i 14.200 docenti specializzati
nell'insegnamento della lingua straniera, possiamo immaginare
con quale vantaggio per l'apprendimento dei ragazzi, in
compenso nei prossimi due anni scolastici ci saranno 234
milioni di euro risparmiati, secondo il Ministro Siniscalco.
Che dire poi dell'insegnamento delle lingue straniere nella
scuola media? Nel triennio gli alunni perdono 281 ore, il
33,3% delle ore impartite nella scuola pre-Moratti.
E' difficile - si legge ancora nel
dossier - in questo contesto di stretta economica a cui si
aggiunge la progressiva riduzione nel trasferimento di
risorse agli Enti Locali, responsabili in materia di edilizia
scolastica, pensare che la proroga alla L. 626/94 (per la
messa a norma degli edifici) di 18 mesi possa far fronte ad
una situazione cosi' drammatica senza che il governo adotti
un piano straordinario di interventi finanziari. Per il 2005
sono stati stanziati per interventi di edilizia scolastica
solo 10 milioni di euro nella Legge finanziaria.
''Il dossier che presentiamo, - precisa il presidente
nazionale di Legambiente, Roberto Della Seta - pur parlando
di cifre e non di riforma, in realta' descrive nei dettagli
un processo di cambiamento strisciante, uno smantellamento
progressivo della scuola pubblica. Quattro finanziarie
approvate dal governo che hanno pesantemente inciso sulla
scuola apportandovi modifiche organizzative, hanno segnato la
qualita' del sistema, hanno attuato punto per punto i
contenuti dello scambio epistolare Moratti - Tremonti del
luglio 2001, il cui obiettivo dichiarato era il risparmio
economico, funzionale a determinare l'arretramento dello
stato sociale, della scuola come istituzione pubblica, per
aprire sempre piu' ampi spazi ad un servizio scolastico a
domanda, a percorsi di istruzione del tutto individuali e
privati. E in parallelo una riforma della scuola che, portata
avanti caparbiamente, a colpi di maggioranza, da tre anni sta
creando negli insegnanti, nei genitori, nella societa'
civile, incertezza, tensione, rabbia''.


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