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Scuola, 45 milioni per i laboratori

Giannini: «Una risposta alla disoccupazione e alla dispersione»

08/09/2015
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Corriere della sera

Una nuova generazione di laboratori aperti anche in orario extra scolastico, pensati per essere palestre di innovazione e spazi dove mettere in campo attività di orientamento al lavoro e di alternanza, ma anche progetti contro la dispersione scolastica e per il recupero dei Neet, i giovani non inseriti in percorsi di studio né nel mondo del lavoro. Il Ministro Stefania Giannini ha firmato il decreto che stanzia 45 milioni per l’attivazione dei nuovi laboratori territoriali per l’occupabilità previsti dalla legge 107.

Laboratori esterni aperti oltre l’orario di scuola

«Si tratta di una novità importante per il nostro sistema scolastico - sottolinea il Ministro - l’apertura al territorio sarà uno dei caratteri fondamentali di questi laboratori che potranno essere realizzati anche in spazi esterni alle scuole e saranno attivi oltre l’orario scolastico. Saranno luoghi dove i nostri ragazzi potranno scoprire i loro talenti e le loro vocazioni attraverso l’acquisizione di competenze trasversali, conoscenze pratiche e attraverso l’educazione all’autoimprenditorialità. Stiamo costruendo una risposta concreta al tema della disoccupazione giovanile e alla dispersione. Mettiamo in mano agli studenti gli strumenti per orientarsi al lavoro e per crearlo loro stessi con una didattica che guarda ai settori strategici del Made in Italy e legata alla vocazione produttiva, sociale e culturale di ciascun territorio». La didattica laboratoriale è un punto su cui insiste molto la Buona Scuola di marca renziana anche se i docenti per i laboratori sono, insieme ai prof di sostegno e ai docenti di matematica alle medie, scarseggiano tra i nuovi assunti.

Il ruolo dei privati

I laboratori territoriali finanziati dal decreto dovranno essere attivati da reti di almeno tre scuole con il coinvolgimento di almeno un ente locale e di un ente pubblico. La valutazione dei progetti terrà conto in particolare della capacità di favorire il rapporto con il mondo del lavoro e di contrastare la dispersione e diffondere le nuove competenze, fra cui quelle digitali. Il Miur potrà erogare un contributo massimo di 750.000 euro per ciascuna struttura. Saranno almeno 60 i laboratori attivati che potranno essere cofinanziati e coprogettati da enti pubblici e locali, imprese, università, associazioni, fondazioni, camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.