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Salvini: “Limite agli stranieri in classe”

A Brescia solo immigrati in due prime elementari, non era mai successo. Il leader della Lega: “Mettiamo un tetto” La Gelmini aveva previsto che non si superasse il 30%. Ma la quota, soprattutto nel Nord, viene spesso superata

15/09/2015
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la Repubblica

Solo bimbi stranieri in due prime elementari di Brescia. E scoppia la polemica. Accade quest’anno alla Manzoni, in pieno centro. E con l’avvio dell’anno scolastico riprende anche la disputa sugli alunni immigrati nelle classi nostrane. Troppi in alcune aule per il segretario della Lega Matteo Salvini che chiede «un tetto» alla presenza straniera nelle classi italiane. Le maestre, in effetti, ammettono che lavorare in queste condizioni sarà «complicatissimo ». «Alcuni — spiegano — non parlano la nostra lingua». «È chiaro che in queste situazioni — dice una di loro — l’insegnante svolge un ruolo diverso rispetto a quello tradizionale. «È educatore, psicologo — spiega — e dopo insegnante». I piccoli stranieri del Manzoni provengono da Cina, Sri Lanka, India, Pakistan, Moldavia e Filippine. E alcuni sono in Italia da pochissimi mesi. «È la prima volta che si verifica una situazione simile a Brescia», ammettono dall’Ufficio scolastico provinciale. Ma soluzioni al momento non ce n’è. «L’unica — spiega il dirigente, Mario Maviglia — sarebbe quella di unire le scuole del centro città, dove il numero di stranieri è elevato, sotto un unico istituto. In modo da permettere ad un preside di evitare classi di questo genere».

Ma il tetto invocato dal leader della Lega per le classi del Belpaese esiste già, peccato che in alcuni casi sia quasi impossibile da rispettare. «Essendo le uniche prime elementari della scuola non vedo alternative — continua Maviglia — Daremo maggiori risorse, tra ore ed insegnanti, per rendere più facile l’insegnamento». Fu il ministro dell’Istruzione del governo Berlusconi, Mariastella Gelmini, a fissare un limite al numero di alunni stranieri nelle classi italiane: il 30 per cento, a partire dall’anno scolastico 2010/2011. Ma già allora il fenomeno si presentava circoscritto ad un numero di scuole piuttosto limitato e quasi tutte al Nord. I dati forniti dal ministero dell’Istruzione parlano chiaro: 7 scuole su cento con oltre il 30 per cento di alunni stranieri al Nord. Percentuale che si abbassa al 4,3 per cento nelle regioni dell’Italia centrale e diventa residuale al Sud. Ma risolvere casi come quello di Brescia non è semplice. Tanto che in Emilia Romagna, da quest’anno, l’Ufficio scolastico regionale ha deciso di derogare dal tetto stabilito dalla Gelmini. Scorporando dal conteggio i figli degli immigrati residenti nel nostro Paese da anni la percentuale si abbassa notevolmente. Perché, certifica il ministero dell’Istruzione, metà degli alunni censiti come stranieri sono in realtà nati in Italia. E sono stranieri solo sulla carta. Per questa ragione un anno fa il premier Matteo Renzi ha lanciato la proposta di istituire anche in Italia lo jus soli — la cittadinanza italiana a coloro che nascono sul suolo italiano — in luogo dello ius sanguinis.
Ma tutto questo a Salvini & Co non interessa. E cavalcando la polemica sull’esodo degli immigrati dai paesi africani e del medio oriente la Lega propone una sanzione da 5mila a 10mila euro e la sospensione dell’attività per un periodo da sei mesi a un anno nei confronti degli albergatori lombardi che ospitino, anche temporaneamente, soggetti entrati illegalmente in Italia, siano essi profughi o immigrati “economici”. La proposta è contenuta in un emendamento alla legge regionale sul turismo domani al voto del Consiglio regionale della Lombardia.

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