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Resto del Carlino-Ultimatum alla Moratti

ROMA '#8212; Sulla vertenza scuola si ritrova la compattezza sindacale e ad una voce Cgil, Cisl e Uil tuonano contro il governo sventolando lo straccio dello sciopero generale. Al centro dell...

11/03/2002
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Il Resto del Carlino

ROMA '#8212; Sulla vertenza scuola si ritrova la compattezza sindacale e ad una voce Cgil, Cisl e Uil tuonano contro il governo sventolando lo straccio dello sciopero generale. Al centro dello scontro il rinnovo del contratto per gli insegnanti e gli attesi (e promessi) aumenti retributivi. Le trattative si sarebbero dovute già aprire ma sono slittate e ieri l'attesa si è tramutata in una manifestazione a Roma che ha portato 1.500 docenti ad agitare la loro caldissima protesta a nome e per conto "della scuola statale e dei suoi lavoratori".
"Rafforzare la scuola statale"
Un obiettivo che ha avuto la capacità di lenire le rughe scavate, negli ultimi mesi, in quello che un tempo era un levigato fronte sindacale. Con grida che sono più di slogan: "Lavorare per il mantenimento del carattere nazionale di tutta l'istruzione; rafforzare la scuola statale; promuovere una politica di investimenti reali; rinnovare il contratto e favorire una gestione democratica della suola dell'autonomia". In sintesi estrema, i soldi ma non solo. In ballo ci sono anche gli organi collegiali la cui riforma non piace agli insegnanti per la stretta rappresentatività che viene loro attribuita e per il conseguente "assetto organizzativo e gestionale che ne consegue". Poca incidenza, insomma, per il corpo docente all'interno di quella struttura di cui, invece, costituisce l'ossatura.
Così ieri Daniela Colturali (Cisl), Massimo Di Menna (Uil) ed Enrico Panini (Cgil), responsabili del settore per i rispettivi sindacati, si sono trovati uniti sul palco a ricevere gli applausi di un pubblico tanto focoso quanto impanziente e del quale faceva parte anche una buona quota di personale Ata (amministrativo) del tutto escluso nella rappresentatività degli organi collegiali.
"Indipendentemente dalle divisioni a livello di confederazioni '#8212; ha spiegato Daniela Colturani facendo esplicito riferimento all'agitazione proclamata dalla Cgil per il 5 aprile '#8212; intendiamo aprire questa vertenza sulla scuola e in ciò saremo unitari. Ci opponiamo alla svendita della scuola statale, a compromessi al ribasso e a presunte convenienze di mercato. No ad una scuola che emargina i poveri '#8212; ha aggiunto la sindacalista della Cisl '#8212; dando campo libero ai ricchi. Se non ci saranno risultati tangibili nei prossimi giorni non escludiamo il ricorso allo sciopero generale su obiettivi concreti perchè sarà un'agitazione della scuola per la scuola".
Il dado è tratto, quindi. Ma con quali prospettive e, soprattutto, con quali tempi? Lo ha specificato il leader Uil Massimo Di Menna spiegando che "i tempi sono stretti". "Entro aprile deve essere avviata la trattativa in modo da far arrivare i soldi in tasca degli insegnanti ad ottobre. In mancanza di un'intesa inizieremo un periodo di forte e incisiva mobilitazione, che dovrà iniziare con un grande sciopero che potrebbe essere fissato nell'ultima decade di aprile".
Famiglie preoccupate
In sintonia anche l'intervento di Enrico Panini. "Talloniamo il governo su tutti gli aspetti che non condividiamo della riforma '#8212; ha detto il responsabile Cgil '#8212; ma allo stesso tempo vogliamo un contratto di qualità, risorse adeguate e retribuzioni europee. Vogliamo che la trattativa parta subito perchè la scuola non può aspettare ulteriormente. Ma la protesta unitaria va costruita: gli annunci non bastano". Chiara la stoccata ai colleghi degli altri sindacati che, ai massimi vertici, non hanno sempre condiviso la politica di Cofferati degli ultimi mesi.
Ma, polemiche a parte, per la scuola i tempi si profilano difficili. E ad esserne preoccupati non sono solo il milione di lavoratori del settore ma anche i milioni di studenti e le loro famiglie che ne fanno parte.
di Silvia Mastrantonio