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Resto del Carlino-Bocciatura contestata, la parola ai giudici

Bocciatura contestata, la parola ai giudici. Il Resto del Carlino - 15-06-2002 L'anno scolastico per Giovanni (il nome è di fantasia; ndr), un ragazzino di 13 anni, si è concluso con una de...

16/06/2002
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Il Resto del Carlino

Bocciatura contestata, la parola ai giudici.
Il Resto del Carlino - 15-06-2002

L'anno scolastico per Giovanni (il nome è di fantasia; ndr), un ragazzino di 13 anni, si è concluso con una denuncia-querela sporta ai carabinieri dai genitori a carico della scuola media Rolandino e con un ricorso al Tar per annullare la decisione del consiglio di classe di non ammetterlo all'esame di terza media.
"Vizio di comunicazione e comportamento contrario all'esercizio di funzioni di insegnante", riferito a un prof che si sarebbe disinteressato del ragazzo: sono le due accuse lanciate dai genitori. La vicenda comincia mercoledì scorso, quando verso le 17,30 la mamma di Giovanni va a scuola per ritirare la scheda di valutazione del figlio. E qui, con sorpresa, scopre che Giovanni non è stato ammesso all'esame di terza. Una doccia fredda: il ragazzo si dispera, la famiglia non sa che cosa pensare anche perché, spiega il padre, "nessuno ci aveva mai informato di niente, anzi. Certo '#8212; continua il genitore '#8212;, sapevamo di qulche lacuna (matematica ed inglese), ed è anche vero che la partenza quest'anno era stata un po' lenta, ma niente di grave. Addirittura 15 giorni fa un professore ci aveva raccomandato di far studiare a fondo Giovanni per fargli sostenere un buon esame". Risultato? Insufficienze ovunque: inglese, scienze matematiche e chimiche, geografia, storia ed educazione artistica. E il giudizio del consiglio di classe è tranciante: comportamento non corretto, tempi di attenzione discontinui, partecipazione superficiale.
Tuttavia, a fare infuriare i genitori (che il giorno dopo, assistiti da un legale, si sono precipitati a scuola per parlare con il dirigente scolastico, Paolo Alessandri) è stata soprattutto la tempistica. "Gli esami cominciavano il 13. Mercoledì 12 sera siamo venuti a sapere della non ammissione. Se mia moglie non fosse andata a scuola quel pomeriggio, io avrei accompagnato mio figlio a fare l'esame e lui si sarebbe trovato di fonte alla nuda verità. La scuola '#8212; continua tra l'arrabbiato e il deluso il padre '#8212; doveva avvisarci con una raccomandata almeno due giorni prima e un mese prima invitarci a un incontro. Mio figlio, all'oscuro di tutto, ha studiato fino all'ultimo momento". E poi, fa notare ancora il padre, "non capiamo perché la comunicazione sia arrivata solo a poche ore dall'esame, quando la firma del dirigente scolastico sulla scheda risale al 7 giugno 2002".
I genitori partono all'attacco, respingono al mittente ogni eventuale accusa di disinteresse verso Giovanni e puntano il dito soprattutto su un docente: "Non abbiamo mai abbandonato nostro figlio, lo abbiamo seguito passo passo. Abbiamo partecipato a tutti i colloqui con i professori. Siamo arrivati anche al punto di mandare a lezioni private il bambino. Possibile che, nonostante tutto questo, non sia stato ammesso all'esame?".
La famiglia chiama in causa un insegnante. Il casus belli risalirebbe a gennaio, quando "il docente, in seguito a una verifica, in cui Giovanni prese insufficiente, lo escluse dal contesto della classe". Il ragazzino arrivò a casa piangendo. Da allora, la mancanza di attenzione sarebbe stata continua. "Il docente '#8212; racconta il padre '#8212; arrivò anche a sostenere che mio figlio non faceva i compiti a casa, quando invece erano svolti assieme all'insegnante privata. E la riprova è sui quaderni. A quel punto decidemmo di informare della situazione il preside". Ma non accadde nulla. E quando l'insegnante evidenziò carenze formative, la madre chiese copia dei compiti per farli visionare al docente privato. Richiesta negata. "Per questo '#8212;- conclude il padre '#8212; abbiamo chiesto anche il sequestro dei registri e delle verifiche di tutta la classe".

Federica Gieri


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