FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3930079
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Requiem per i licei musicali?

Requiem per i licei musicali?

di Aluisi Tosolini

24/02/2016
Decrease text size Increase text size
La Tecnica della Scuola

1

Sono oggi a un seminario di docenti del liceo musicale che stanno lavorando alla definizione di un curricolo verticale che dalla scuola dell’infanzia arrivi alle porte del triennio dei conservatori (AFAM).

Vengono da tutta Italia, molti li conosco da anni, dall’inizio pionieristico dei licei musicali nell’autunno del 2010.

Lavorano con passione e dedizione: spaccano il capello in quattro per definire con la massima precisione un concetto. Discutono con forza su cose per me del tutto incomprensibili ma vedo in loro il motore che ha tenuto in piedi e fatto crescere in questi anni i licei musicali come grande innovazione della scuola superiore italiana. Come scommessa vinta contro tutti e contro tutto.

Ascoltando Mozart

Eppure, vedendoli lavorare in questi due giorni di seminario a Bologna, non posso non prendere coscienza del velo di tristezza e della preoccupazione che leggo nei loro occhi.

E mentre discutono vado a riascoltare il Requiem in D minor (K.626) di Mozart e scrivo questo pezzo per il blog.

Perché, come ha scritto oggi la dirigente del Liceo Musicale di Bologna (si veda il pezzo su La tecnica), il rischio è che i licei musicali, il prossimo anno, debbano ripartire da capo.

Scrive infatti la collega:

“E’ assolutamente impensabile e inaccettabile che i Licei Musicali vengano privati delle professionalità che li hanno costruiti, e che migliaia di studenti si trovino improvvisamente senza i loro docenti, interrompendo un percorso di formazione che in alcuni casi (classi quarte e quinte), è nella fase conclusiva”.

Cosa sta succedendo?

Ieri è uscito il dpr sulle classi di concorso. Uscirà a brevissimo il concorso. La maggior parte dei docenti che hanno messo in piedi il liceo musicale rischiano di sparire perché non possono fare il concorso (sono infatti di ruolo e utilizzati, oppure in molti casi appena entrati di ruolo e per di più beffati da chi ritiene che insegnando al liceo musicale, ma essendo passati di ruolo nel potenziato alle medie, non possono neppure fare l’anno di prova !!!) e neppure è previsto ad oggi, per loro, una qualche forma di passaggio alle nuove cattedre.

E per loro certo non vale l’art. 3 comma 3 del DPR n. 19 del 14 febbraio 2016 (il decreto sulle classi di concorso) perché le classi di concorso del musicale e del coreutico sono “nuove” e non frutto di accorpamento di altre classi.

A questi docenti si devono poi aggiungere tutti i precari che non hanno una abilitazione 31, 32, 77 e che sono stati scelti solo con bandi centrati sul merito. Giovani musicisti che suonano nelle migliori orchestre italiane e internazionali. Persone che uniscono l’eccellenza artistica alla competenza didattica. E ho presente violisti, pianisti, direttori di orchestra, arpisti, contrabbassisti che girano il mondo a suonare in prestigiose orchestre eppure il mercoledì o il giovedì sono lì dai loro alunni a fare lezione . E poi suonare insieme. Costruire orchestra che è costruire cittadinanza.

Non so come andrà a finire...

So solo che spesso, come insegna la legge di Murphy, “se qualcosa può andar male, andrà male”.

E i licei musicali e coreutici sembrano nati sotto la stella della legge di Murphy.

Capisco i colleghi che dopo anni di fatiche immani confessano sconsolati che sono pronti a cambiare scuola e a chiedere di passare ad altro istituto.

Dirigere un liceo musicale, fosse anche una sola sezione di liceo musicale, è qualcosa che ti segna dentro.

Io scherzo sempre con i docenti del liceo che dirigo e li chiamo ironicamente “musicanti di Brema”. Spesso li prendo in giro dicendo che io non capisco nulla di musica e che loro sono dei veri artistoidi cui non darei in custodia neppure la cuccia del cane della casa di Barbie.

Ma poi vai in giro con loro e gli alunni, li osservi mentre dispongono i leggii sul palco, aprono spartiti, richiamano all’ordine studenti caotici e incasinati come loro.

Poi tutto, come per magia, si acquieta.  E vedi la bacchetta del direttore che si alza e batte sul leggio,  il suo sguardo che percorre l’orchestra che posizione dopo posizione zittisce e si concentra. Il silenzio che si fa assoluto prima che il direttore sollevi di nuovo la bacchetta e il concerto inizi.

Chiudo gli occhi mentre ascolto Mozart questa sera.

Mentre i musicisti / docenti qui a fianco lavorano cercando di spiegare come legare la produzione di suoni del bambino di tre anni al giovane di 18 che realizza una performance di musica elettronica o sa interpretare lo spartito di musica barocca di Ludovico da Viadana facendoti rivivere la corrente del Po.

E spero, dentro di me spero, che il combinato disposto di DPR sulle classi di concorso, concorso, mobilità non sia l'insieme delle note che si inseguono sullo spartito del requiem di Mozart che accompagna queste righe. 

Requiem che è a sua volta un'opera particolare,  che Mozart non riuscì a portare a termine a causa della sua stessa morte. Quasi una metafora nella metafora.