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Repubblica: Veltroni: "Un referendum per cancellare la Gelmini"

Il leader Pd: "Invito rivolto a tutto il mondo della scuola" Di Pietro: "Già pronti i banchetti"

30/10/2008
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la Repubblica

Studenti, appello a Napolitano. Il premier sulle private: cambio

La politica

CARMELO LOPAPA

ROMA - E ora il referendum. La carta che il Pd non ha voluto giocare contro il Lodo Alfano è l´asso che a sorpresa Veltroni - facendo propria la proposta dei dipietristi - tira fuori dalla manica quattro ore dopo l´approvazione della legge Gelmini. Esito scontato che fa esultare comunque il premier Berlusconi, dispiaciuto «solo nel vedere tanti ragazzi ingannati e presi in giro dalla sinistra». Il governo procede come un caterpillar. E adesso, in Finanziaria, pochi interventi correttivi «per correggere qualcosa, ad esempio per le scuole private». Saranno beneficiarie, con molta probabilità, di ulteriori aiuti.
Veltroni invece sarà oggi in piazza con gli studenti. Ma per cancellare quella che la Gelmini chiama riforma della scuola e che «in realtà è solo un taglio», ecco il ricorso al referendum. Il leader Pd lo annuncia a Montecitorio, circondato dallo stato maggiore del partito (da Franceschini alla Finocchiaro da Soro a Fioroni), mentre dalla piazza giungono gli echi dei primi incidenti. Risoluto ma preoccupato, il segretario Pd sostiene che «le misure del governo lasceranno effetti seri sul sistema informativo: non hanno voluto discutere, ascoltare, chiusi al confronto». Il referendum non sarà però «di partito, del Pd» assicura. L´appello infatti è rivolto «a tutto il mondo della scuola e a tutte le forze politiche per dar vita alla più grande iniziativa civile». Di Pietro ci sta: «Siamo pronti, i nostri sono già per strada con i banchetti per il referendum contro l´ignobile Lodo Alfano». Casini invece no: «Rispettiamo la scelta ma non aderiamo, si voterebbe nel 2010».
Veltroni è risoluto, convinto che «il vento sta cambiando, la luna di miele per il governo è finita». La considerazione maturata in queste ore nel quartier generale «democratico» è che la legge Gelmini si sia trasformata nel primo boomerang per Berlusconi. E la lunga campagna referendaria potrebbe catalizzare la protesta, evitare degenerazioni e aiutare il rilancio dell´opposizione dopo il Circo Massimo. Va detto che l´opzione referendum circolava già ieri mattina in aula al Senato prima del voto sul decreto. Dai banchi dell´Idv agitavano il cartello «referendum». Anna Finocchiaro l´ha fatta subito propria. Proprio la capogruppo Pd, nella seduta conclusiva, è stata la spina nel fianco di un´immobile ministro Gelmini. «Lei ha risposto con il silenzio e l´afasia alle istanze del mondo della scuola e della società civile» l´ha incalzata. «Oggi pensate che sia finita qui. Non è così per noi e non credo che sarà così per il Paese». Poi cita il Vangelo, Quasimodo e Montale. Il tempo di votare, poi la Finocchiaro va fuori dal Palazzo, con tutta la delegazione dei senatori Pd e Idv. E, megafono alla mano, racconta ai ragazzi com´è andata e assicura che non li lasceranno soli. Mentre rientrati su, i dipietristi Pardi, Pedica e Belisario espongono dalla finestra lo striscione «Saremo con voi».
In quelle ore il presidente della Repubblica sta uscendo dalla Camera dove ha assistito al convegno sul 4 Novembre. Gli studenti di un liceo che stanno facendo lezione in piazza contro il decreto lo avvistano e applaudono. Napolitano ricambia salutando con la mano. Qualcuno dei ragazzi urla al megafono: «Presidente, non ci lasci soli!»