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Repubblica: Università, Gelmini apre sulla riforma

No al decreto, solo linee-guida. Fondi alle facoltà "virtuose", tagli più leggeri

07/11/2008
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la Repubblica

Il ministero non blocca i concorsi ma modifica i criteri per le commissioni

MARIO REGGIO

ROMA - Dopo due mesi di aspro confronto tra il ministro Gelmini ed il mondo accademico, le proteste degli studenti, i cortei, il governo accetta il compromesso. Niente riforma a suon di decreti ma l´apertura al confronto. E la Conferenza dei rettori plaude alla scelta del dialogo. Il tono più conciliante è confermato dal testo del decreto d´urgenza approvato ieri dal Consiglio dei ministri. Nessun blocco dei concorsi universitari già banditi. Viene introdotta la regola dell´estrazione a sorte dei componenti delle commissioni. Gli atenei con i conti in rosso non potranno bandire concorsi per docenti o assumere personale amministrativo. Cinquecento milioni di euro saranno distribuiti alle università virtuose, in base ai risultati forniti dal Comitato nazionale di valutazione del sistema universitario e di quello sulla ricerca. Cancellato il blocco del turn over per i centri di ricerca pubblici. Sono previsti incentivi per gli atenei che rimpiazzano un docente che va in pensione con due giovani ricercatori. Centotrenta milioni di euro poi per le borse di studio e 65 milioni per le residenze universitarie. Ma il taglio di 700 milioni di euro previsto dalla Finanziaria nel 2009 resta.
Sui concorsi universitari il governo ha deciso di accettare il compromesso. Quelli già banditi e pubblicati da tempo sulla Gazzetta Ufficiale non vengono sospesi. Si tratta di 1.800 posti a cattedra per associati e ordinari, con 3.600 concorrenti idonei e 320 posti per ricercatore a tempo indeterminato. Cosa cambia? Oggi le commissioni sono formate da cinque docenti: uno nominato dalla facoltà, quattro eletti a livello nazionale da tutti i docenti della stessa materia. Se il decreto verrà trasformato in legge, gli eletti saranno dodici per ciascuna disciplina e per il concorso specifico. Quattro di loro verranno poi estratti a sorte. Ma la revisione dei meccanismi dei concorsi, assieme al dottorato di ricerca, la valutazione degli atenei e la governance, saranno oggetto secondo il ministro Gelmini «di un ampio e approfondito confronto con il mondo accademico, gli studenti, l´opposizione, per poi arrivare alla stesura di altrettanti disegni di legge che seguiranno l´iter parlamentare».
Si apre un timido spiraglio per i ricercatori precari. Intanto gli atenei virtuosi potranno superare la gabbia del turn over che prevede un nuovo assunto ogni cinque docenti che vanno in pensione. Dal 20 per cento potranno passare al 50 aprendo le porte a due ricercatori ogni prof che se ne va, a patto che la spesa rimanga inalterata.
Giuseppe Valditara, An, docente alla Sapienza: «Approviamo rapidamente il decreto, poi confronto sulle linee guida con l´opposizione, possiamo farcela». Luciano Modica, Pd, responsabile università: «Il decreto segna un´inversione di tendenza del governo, la linea propositiva del Pd, le proteste degli studenti, professori e rettori hanno raggiunto un primo risultato. Il sorteggio dei commissari è una panacea, il nostro giudizio è sospeso».

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