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Repubblica-Tre task force per Letizia

IL RETROSCENA Il titolare della Pubblica istruzione non cede Tre task force per Letizia Il ministro studia la controffensiva: "Tutti al ministero lunedì alle sette e mezz...

13/01/2002
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la Repubblica

IL RETROSCENA
Il titolare della Pubblica istruzione non cede
Tre task force per Letizia
Il ministro studia la controffensiva: "Tutti al ministero lunedì alle sette e mezzo..."


ROMA '#8212; "Occhei ragazzi, appuntamento al ministero alle sette e mezzo di lunedì e gambe in spalla". Letizia Moratti non ha gradito l'altolà del trio ButtiglioneBossiTremonti al suo piano di riforma della scuola ma '#8212; giurano quelli dello staff '#8212; non ha pensato neanche per un attimo alle dimissioni, né le ha minacciate.
"La sua reazione? Morattiana", dicono a Viale Trastevere. Subito dopo il siluro, si è chiusa con Silvio Berlusconi e pochi fidati collaboratori nel salottino a fianco del salone del consiglio dei ministri e ha sondato la saldezza del sostegno del premier. Quando lui l'ha spronata a presentare comunque ai giornalisti in attesa l'articolato del ddl ("vai Letizia che ce la fai..."), ha capito che la strada era ancora aperta. Da dietro il ministrotecnico con l'ombra delle dimissioni di Ruggiero addosso è tornato a far capolino il ministromanager: "Voglio tre task force al lavoro da domattina".
E da ieri, in pieno weekend, tre task force sono alle prese con i tre problemi che '#8212; a detta di Letizia Moratti '#8212; sono le bucce di banana su cui è scivolata la sua riforma, il suo "cantiere aperto dove si costruisce la nuova casa degli studenti italiani". La prima si occupa di soldi e di trovare il marchingegno (strumento della delega al posto del ddl, copertura annuale e non triennale) che accontenti Tremonti.
La seconda task force ha un compito più sottile. Il ministro dei maestri e dei prof si è convinto che un ruolo importante nella bocciatura di venerdì lo ha giocato un difetto di "comunicazione": il tabellonelavagna, duecento centimetri per ottanta tutto a colori, brandeggiato da Berlusconi davanti alle facce perplesse degli alleati era troppo piccolo e graficamente pasticciato; inoltre, errore da matita rossa, nelle cartellette fornite a ciascun ministro mancava il "lucido" con la sintesi della riforma scolastica, anch'esso colorato, fornito invece al premier. Detto fatto, al prossimo cdm ci saranno una lavagna super e "lucidi" in ogni cartelletta. Unico problema, recuperare il "lucido" originale, copia solitaria che Berlusconi si è portato a casa.
La terza task force ha il compito di sciogliere i nodi delle contestazioni di merito: il no degli ex dc, preoccupati di togliere alle private cattoliche il monopolio delle "primine", all'iscrizione alla prima elementare a cinque anni e mezzo; il "ni" della Lega alla devolution limitata agli istituti professionali. E qui la parola d'ordine del ministro è "riascoltiamoli". "Non sono bastate cento ore di riunioni da lunedì a venerdì? Raddoppiamo lo sforzo". Ma per la Lega non c'è problema. "Da quando la Moratti è andata a Varese per far visita alla scuola Bosina, quella dove insegna la moglie di Bossi e dove tra le materie c'è il "lumbard" '#8212; dicono i ben informati '#8212; l'intesa con il leader della Lega è perfetta".
(mau.pi.)


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