Repubblica-Saltano 300 dirigenti pubblici

Raffica di rimozioni nei ministeri: all'Istruzione cambiano 19 poltrone su 37. Bassanini: "È un'epurazione, la Consulta dirà no"
Saltano 300 dirigenti pubblici
Spoils system per un terzo dei manager. Valanga di ricorsi

ROMA - Trecento superdirigenti della pubblica amministrazione lasceranno i loro uffici nelle prossime ore. Domani notte infatti, come previsto dalle norme sullo spoils system approvate a luglio, decadranno dai loro incarichi tutti coloro che non sono stati riconfermati (un terzo circa dei vertici dei ministeri e degli enti statali e parastatali). Entro un mese è anche possibile lo spostamento in altri uffici di quattromila dirigenti di seconda fascia. Per tutti i superdirigenti '#8211; compresi quelli riconfermati '#8211; ci sarà un nuovo contratto a termine. In arrivo una valanga di ricorsi. Bassanini: "È un'epurazione, la Consulta dirà no".
Alla porta 300 superdirigenti
Manager di Stato tutti a tempo. Una valanga di ricorsi
spoils system
Da domani notte decadrà circa un terzo dei dirigenti generali di ministeri ed enti

ROMA - Trecento top manager sull'uscio di ministeri e parastato. Molti hanno già fatto le valigie, altri saranno costretti a farle nelle prossime ore: le ultime che separano dalla decadenza automatica i direttori e dirigenti di Stato di prima fascia che non sono stati riconfermati. Verranno spostati ad altro incarico o avviati verso un lungo addio: un incarico di studi della durata di un anno. Come ha ricordato Mario Pirani ieri sulle pagine di Repubblica, è la più grande epurazione di dirigenti pubblici della nostra storia, pari per adesso a un terzo dei vertici di ministeri ed enti statali e parastatali, a favore di persone vicine alla maggioranza di governo, così come nella logica delle nuove norme sullo spoils system approvate a luglio. Norme che prevedono anche il possibile spostamento di altri 4 mila dirigenti, di seconda fascia, entro il 7 novembre.
Per tutti i dirigenti (compresi quelli riconfermati) è pronto poi un nuovo contratto a termine che avrà una durata massima di tre anni per quelli di prima fascia, e di cinque anni per i dirigenti di seconda.
Nel frattempo però la nuova legge ha iniziato a stringere d'assedio una cospicua rappresentanza di uomini e donne legati alla precedente compagine di governo a favore di dirigenti spesso provenienti da partiti (Forza Italia in testa), o da realtà particolari come la scuola privata e la sanità privata. E le cifre di quella che in molti bollano come epurazione, parlano chiaro: quel 15% "massimo" di spostamenti di dirigenti della pubblica amministrazione annunciato dal ministro della Funzione pubblica Franco Frattini si sta trasformando in un vero e proprio repulisti: secondo le ultime stime saremmo intorno a un terzo dei 950 dirigenti generali di Stato e parastato. E subito si annuncia una lunga battaglia legale: la Cgil ha fatto sapere che organizzerà i ricorsi davanti al giudice che verrano presumibilmente dalla stragrande maggioranza degli esclusi , tutti decisi a chiedere l'illegittimità del provvedimento.
Eclatante il caso del ministero dell'Istruzione, dove su 37 poltrone, se ne sono liberate 19. Al ministero delle Attività produttive sono decaduti 6 direttori generali su 10. Ai Beni culturali il taglio a favore di forze vicine al centrodestra è di 8 posti di vertice, quello al Welfare ha riguardato 7 direttori generali su 13 e nel caso del ministero della Salute sono 4 i cambi al vertice.
(lu.ci.)