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Repubblica-Prof, studenti e lavoratori in piazza centomila no alla riforma Moratti

GLI SLOGAN Scuola, la manifestazione organizzata a Roma da Cgil, Cisl, Uil. In testa al corteo centinaia di bambini Prof, studenti e lavoratori in piazza centomila no alla riforma Moratti M...

30/11/2003
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la Repubblica

GLI SLOGAN
Scuola, la manifestazione organizzata a Roma da Cgil, Cisl, Uil. In testa al corteo centinaia di bambini
Prof, studenti e lavoratori in piazza centomila no alla riforma Moratti

Ministro Moratti non siamo 4 gatti, siamo milioni contro Berlusconi
La Finanziaria fatela per davvero, libri di testo a costo zero
Moratti danneggia gravemente te e chi ti sta accanto, dille di smettere
Da tutta Italia un solo grido: cancelliamo la riforma Moratti difendiamo il tempo pieno
GIOVANNA VITALE

ROMA - Si sono trovati lì, davanti a tutti, quasi per caso. Per caso hanno guidato un'armata di centomila uomini e donne e ragazzi - maestri, mamme, precari, figli, professori, bidelli, padri, studenti - determinati a sbarrare la strada alla riforma Moratti. E poiché "a scuola si va con gioia, non con Letizia" sono subito diventati il simbolo "di una straordinaria giornata di lotta contro la scuola che non vogliamo", dirà nel suo intervento conclusivo il leader della Cgil Guglielmo Epifani. Neppure se l'avessero pensata in questo modo sarebbe venuta così bene. Bambini di sei, sette, dieci anni, centinaia di bambini portatori di striscioni, alfieri di bandiere, urlatori di slogan irresistibili, in testa al corteo che per la prima volta nella storia sindacale vede le tre confederazioni generali insieme, in piazza, a difesa dell'istruzione pubblica.
In fila per cinque o sei, addirittura davanti a Epifani, Pezzotta e Foccillo (per la Uil), appena dopo l'altoparlante montato su un pick-up bianco per gridare alla città e al mondo le ragioni della protesta anti-Moratti: iniziata in mattinata a Roma con il corteo organizzato dagli universitari per rivendicare "il diritto allo studio per tutti e non solo per chi se lo può permettere", rimbalzata a Bologna con i diecimila provenienti da tutto il Nord-Italia, culminata nella capitale con la marcia degli oppositori a un governo che "taglia i fondi alla scuola pubblica per darli alle private" è il grido di battaglia. Un governo che "uccide i progetti di vita dei giovani costringendoli a scegliere tra avviamento al lavoro e liceo a 12 anni, quando a pesare sono le condizioni socio-economiche più che le aspirazioni personali" spiega un maestro; che "per risparmiare cancella il tempo pieno: a chi lasceremo i nostri figli?" si chiedono un gruppo di mamme della elementare Grilli di Roma. Sono i loro sei bambini, cinque femmine e un maschietto in mezzo, ad aprire la kermesse pomeridiana. Condita di fischietti e trampolieri, palloncini e bandiere sindacali ma anche della pace "che va sempre bene: in fondo la Moratti non ha dichiarato guerra alla scuola pubblica?" ironizza un gruppo di cigiellini senesi. E ancora, maestre travestite da pacchetti di sigarette che, sfruttando l'assonanza del cognome Moratti con una nota marca di bionde, recitano: "Letizia danneggia te e chi ti sta accanto, dille di smettere". Centinaia di slogan e cartelli, molti dei quali affidati ai più piccoli: "A scuola con gioia, non con Letizia", dicono a Bologna; "ministro Moratti non siamo quattro gatti, siamo milioni contro Berlusconi", rima a Roma l'elementare Battisti. E poi ancora tanti a difesa del tempo pieno, per il quale in tutta Italia sono state già raccolte 60 mila firme. "Non si presta attenzione alle donne che non hanno aiuti", si lamenta la torinese Elisabetta Ladik, mamma separata di due bimbi, "l'80% di noi lavora, aumentano le separate: senza tempo pieno si privilegiano le attività a pagamento".
Alle cinque della sera il corteo di Roma riempie piazza Farnese, sul palco salgono i leader sindacali: il segretario confederale Uil Antonio Foccillo ("Se l'Italia perde la scuola pubblica perde il suo futuro"); Daniela Colturani, segretaria Cisl Scuola ("Oggi siamo tanti: significa che ai lavoratori della scuola va data voce"), infine Epifani. Che in circa 15 minuti strappa undici applausi, il più forte quando ringrazia "voi che siete il sale e la colla della manifestazione che si terrà il 6 dicembre", voi che "avete determinato il successo dello sciopero generale", voi, "il mondo della formazione, della scuola della ricerca" che "potete consentire agli anziani, ai giovani, agli immigrati e a tutti i lavoratori a rischio la possibilità di avere un futuro diverso". Ovazione. Bis: fra una settimana.


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