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Repubblica-Napoli-Un mattone alla Moratti "La mia scuola cade a pezzi"

LO SFASCIO DELLA SCUOLA Da tutta la Campania al corteo di Napoli per protestare contro il degrado delle aule Un mattone alla Moratti "La mia scuola cade a pezzi" Lettera-beffa di ...

22/11/2002
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la Repubblica

LO SFASCIO DELLA SCUOLA
Da tutta la Campania al corteo di Napoli per protestare contro il degrado delle aule
Un mattone alla Moratti "La mia scuola cade a pezzi"
Lettera-beffa di diecimila studenti al ministro
Contestata la Finanziaria con un elenco di paradossali carenze. "Nel mio istituto anche i rifiuti in palestra: fanno ginnastica solo i topi..."
OTTAVIO RAGONE


C'è una protesta che non trascina violenza con sé, né paura. Solo rumori e suoni. Scorre in città come una danza mite, una pacifica festa di piazza. La musica accompagna diecimila ragazzi nelle strade di Napoli, visi freschi di giovani, sguardi senza rabbia. I grandi non hanno nemmeno vent'anni, i più piccoli appena quattordici. È una scossa contagiosa, un'onda di entusiasmo. Eccoli, gli studenti delle superiori. Cantano, scherzano, si spingono simulando passi di danza. Poi di colpo diventano seri come gli adulti. Spediscono simbolicamente una gigantesca lettera a Letizia Moratti. Dentro c'è un mattone rosso: "Così il ministro non dimenticherà che le nostre scuole cadono a pezzi, mentre la Finanziaria taglia gli investimenti per l'edilizia scolastica", spiegano i protagonisti della più grande manifestazione studentesca degli ultimi anni a Napoli. Sono arrivati ieri da tutta la Campania, qualcuno anche da Maratea, in Basilicata. Venti pullman, migliaia di giovani. Le delegazioni si incrociano. Le scuole napoletane e gli "ospiti" camminano insieme lungo il Rettifilo. L'Unione degli studenti ha organizzato manifestazioni analoghe nelle principali città del centro-sud.
La polizia controlla a distanza quel serpentone in movimento, ma non interviene mai, non ce n'è bisogno. I ragazzi contestano la riforma scolastica della Moratti in discussione in Parlamento. Vedono in quel progetto il segno di una distinzione di classe che sembrava ormai retaggio del passato: i più ricchi nei licei, gli altri destinati all'avviamento professionale. "Rifiutiamo una divisione tra scuole di serie A e di serie B", gridano. Il corteo parte dalla stazione alle 10 e si scioglie a piazza Plebiscito intorno a mezzogiorno. In testa avanza un camion su cui gli studenti hanno montato gli altoparlanti. Così, davanti alla prefettura, un rappresentante di ogni istituto può raccontare agli altri in quali condizioni si fa lezione nelle scuole della Campania. Hanno scattato le fotografie, le hanno appese sugli striscioni. Si vedono fili elettrici scoperti nelle aule del "Caccioppoli", un professionale. E i muri cadenti dell'istituto "San Paolo" di Sorrento. Quelli del VII Itis hanno scattato immagini molto chiare. Mostrano pareti piene di buchi, una palestra colma di rifiuti dove solo i topi fanno educazione fisica e una veduta della tangenziale di Napoli: "Ecco il nostro panorama...", commentano ironici nella didascalia.
C'è poco da interpretare, in effetti. I ragazzi delle superiori vogliono semplicemente studiare in condizioni normali. E chiedono, com'è loro diritto, scuole solide, edifici ben costruiti e ben conservati, in regola con le norme di sicurezza della legge 626 (quella delle vie di fuga obbligatorie, delle scale antincendio, degli impianti elettrici collaudati). Gli studenti vicini ai No Global innalzano cartelli con i nomi degli arrestati nell'inchiesta per associazione sovversiva che ha portato in carcere, tra gli altri, Francesco Caruso, leader del movimento a Napoli. "Liberi, liberi tutti...", protestano. "Resistenza, resistenza", "Carlo Giuliani vive", quanti slogan nelle piazze di Napoli. L'Unione degli studenti dell'area flegrea ha preparato un dossier: "A Pozzuoli si salva solo l'istituto "Ettore Maiorana", tutti gli altri edifici scolastici sono in condizioni pietose", denunciano Claudio, Dario, Davide. Ecco i "ribelli" dell'Itis di Scampia, e il tecnico "Ferraris", l'Ipia di Miano, lo scientifico "Caccioppoli" della Doganella, l'Ipc di Arzano in cui - gridano i ragazzi - "mancano perfino i laboratori per le esercitazioni di grafica e moda". Sfilano le superiori di Caserta, Salerno, Avellino, il "Vittorio Emanuele" di Napoli, il "Genovesi", il "Garibaldi", il liceo "Umberto", "a Sant'Angelo dei Lombardi facciamo ancora lezione nei prefabbricati". In piazza Plebiscito prende la parola Adriana Tocco, rappresenta l'assessore regionale alla Formazione Adriana Buffardi: "La Regione si farà portavoce delle vostre esigenze con la Moratti", assicura. Gli studenti dello scientifico di San Giorgio chiedono "una scuola vera". Nel liceo artistico di Monteruscello mancano i computer. Nell'Itis della 167, racconta una ragazza facendo ridere gli altri, "le bidelle puliscono i friarielli". Mario dell'Itis "Meucci" di Capodichino segnala il dramma di studenti sfrattati per fare posto a un alberghiero, Filomena dell'Itc di Amalfi è stufa di fare lezione in un vecchio seminario.


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