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Repubblica-"Ma non rinunciate al contatto diretto"

Omar Calabrese, docente di semiotica "Ma non rinunciate al contatto diretto" e' necessario L'informatica non deve però diventare un surrogato ROMA - "Non bisogna essere conservatori...

22/11/2002
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la Repubblica

Omar Calabrese, docente di semiotica
"Ma non rinunciate al contatto diretto"

e' necessario L'informatica non deve però diventare un surrogato

ROMA - "Non bisogna essere conservatori. L'estensione dell'informatica va studiata come una cosa nuova e non come un surrogato del vecchio, con il quale deve convivere. Attenzione, però, il surrogato del vecchio fa marcire tutto".
Omar Calabrese è docente di Semiotica dell'Arte all'Università di Siena, è direttore del Dipartimento di Scienza della Comunicazione. È stato uno degli antesignani dell'uso del computer.
Ci sono pericoli?
"Ormai quasi tutti gli Atenei hanno la mail personalizzata dei docenti. A Siena è a disposizione anche degli studenti. Questo fornisce un elemento di comunicazione importantissimo per i singoli contenuti informativi. I guai cominciano quando gli studenti pretendono di sostituire l'incontro del docente con la mail. In questo caso, quasi sempre, mi rifiuto perché è un modo disumanizzante di intendere l'università".
Quali sono i vantaggi?
"Soprattutto l'informazione rapida. Se uno studente non trova un libro manda una mail al docente con cui ha un rapporto e questo lo aiuta a risolvere il problema. Anche le difficoltà burocratiche si superano facilmente. Ma cambiare integralmente la didattica è una follia".
Cambierà qualcosa nelle scuole?
"Nelle medie e nelle superiori c'è un contatto fisico continuo tra docente e discente, c'è l'aula. In questi casi la mail servirà per i rapporti di carattere confidenziale. Finirà per scivolare nel privato, e con molta sorpresa il prof si troverà a fare lo psicanalista".
Cosa cambierà nel rapporto con i genitori?
"Potrebbe essere un vantaggio. Negli ultimi anni c'è stato un forte calo del rapporto tra genitori e docenti. Il genitore fa più il sindacalista del figlio che non il padre o la madre. Ma usare la mail potrebbe anche essere un cattivo surrogato dei rapporti diretti. Così si rischia di perdere le qualità del rapporto umano".

Cosa dovrà fare l'insegnante per avere la posta elettronica? Sarà sufficiente cliccare sul sito www.istruzione.it, inserire il proprio codice fiscale e la sigla della scuola di appartenenza. "Sarà il sistema a selezionare e verificare che la richiesta venga proprio da un dipendente del ministero - afferma Alessandro Musumeci, da pochi mesi direttore generale del dipartimento Innovazione - al richiedente verrà assegnata una password che utilizzerà da quel momento in poi per entrare nel sistema. Ogni studente, ogni genitore potrà scrivere ai docenti e chiedere chiarimenti, farsi inviare esercitazioni in modo riservato e con la conferma della ricezione. Puntiamo poi a diffondere la web community a tutti i dipendenti del ministero. Intanto registriamo un primo successo sul versante dell'informatica: 114 mila docenti si sono già iscritti ai corsi telematici di learning che comprendono tre livelli di apprendimento. Entro la fine dell'anno contiamo di arrivare a quota 180 mila".
Quali sono gli obiettivi di questo ambizioso progetto?
"Tutto ciò ha l'obiettivo di favorire, quanto più possibile - risponde il ministro Moratti - la circolazione nelle scuole di esperienze, prodotti, sistemi software per la didattica, promuovendo così quella disseminazione culturale che è fondamentale per innovare la scuola italiana".


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