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Repubblica-La scuola tra esami privati e pubbliche virtù

La scuola tra esami privati e pubbliche virtù CORRADO AUGIAS GENTILISSIMO dottor Augias, sono uno studente che ha da poco finito la maturità. Sono di Salerno e mi sono trasferit...

04/07/2002
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la Repubblica

La scuola tra esami privati e pubbliche virtù

CORRADO AUGIAS

GENTILISSIMO dottor Augias, sono uno studente che ha da poco finito la maturità. Sono di Salerno e mi sono trasferito a Roma per finire il liceo. Pur condividendo molte posizioni del suo giornale non riesco a farmi capace sulla volontà di attaccare le scuole private durante il periodo della maturità, dopo la riforma del ministro Moratti. Indubbiamente determinate situazioni e magagne esistono: ma non solo nelle istituzioni private dove, è bene ricordare, quando sono paritarie, come la mia, comunque è presente un commissario esterno. Negli istituti dello Stato invece, il presidente è unico per decine di sezioni, e dall'esperienza di alcuni miei amici soprattutto dei licei statali di provincia, la situazione appare assurda: alunni aiutati facendogli conoscere in anticipo le materie e i quesiti della III prova, comunicazioni con l'esterno via telefonino mai così facili.
Di contro io frequento da due anni una scuola cattolica e privata, la Pontificia Scuola 'Pio IX', e considerata la severità e la rettitudine morale con la quale si sta ancora svolgendo l'esame, con commissari interni mi sento offeso da questo atteggiamento classico all'italiana di fare di tutta una erba un fascio. Nessuno dei quaranta maturandi è stato minimamente aiutato alle tre prove scritte, pur essendoci non poche difficoltà presenti nella traduzione di latino, e nel compito d'italiano (Quasimodo è un autore che non si arriva mai a studiare, considerato l'immenso programma di italiano) né conoscevano le materie dei famosi 'quiz' che 'quiz' non erano bensì trattazioni brevi di argomenti vari su tutto il programma di cinque materie.
Mario Fittipaldi
mario_fittipaldi@yahoo.it
SONO certo che la scuola cattolica 'Pio IX' ha la serietà che l'alunno Fittipaldi gli riconosce. Anche se, aggiungo, mi piacerebbe sapere se la scuola è stata intitolata al Pio IX che nel 1848 concesse finalmente la costituzione o al Pio IX che negli anni successivi fu accanito avversario dell'unità italiana. Comunque non d'attacchi alle scuole private si è trattato bensì di critiche ispirate dalla preoccupazione che l'esame di Stato sia prima ridotto a una barzelletta e successivamente abolito. Un esame di maturità o comunque di fine scuola superiore, a parte gli ovvii significati simbolici d'ingresso nella giovinezza, ha un valore pratico: garantisce parametri comparabili sia all'insegnamento pubblico che a quello privato su scala nazionale. Poi è chiaro che ci sono, sia tra le scuole pubbliche sia tra le private, gli istituti che funzionano e quelli che non funzionano, i professori che danno molto ai loro allievi e quelli che non danno granché.
Credo però che nessuna scuola pubblica, nemmeno i licei di provincia citati da Fittipaldi, tocchi il livello vergognoso di certi diplomifici dove, a suon di quattrini, si fanno tre anni in uno pagando non un insegnamento ma il titolo. Potrei aggiungere l'incoraggiamento che con la progettata riforma si darebbe alle scuole e ai figli dei 'ricchi' contro quelle dei 'poveri' ma c'è un altro aspetto ancora più preoccupante: che quelle modifiche finiscano per demotivare del tutto gli insegnanti, già sottopagati, che hanno nel prestigio e nell'utilità del loro lavoro il solo residuo motivo di soddisfazione.


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