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Repubblica-La Lega trentina va alle crociate Niente Corano nelle scuole

IMMIGRATI E RELIGIONE Furiosa polemica a Trento: la Provincia autorizza la sperimentazione dello studio dell'Islam, e "Obelix" Boso guida la rivolta La Lega trentina va alle crociate Niente Corano...

28/08/2003
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la Repubblica

IMMIGRATI E RELIGIONE
Furiosa polemica a Trento: la Provincia autorizza la sperimentazione dello studio dell'Islam, e "Obelix" Boso guida la rivolta
La Lega trentina va alle crociate Niente Corano nelle scuole

Erminio Boso, l'Obelix della Lega, ha già impugnato lo spadone: "Atenti, state atenti, è un'invasione programmata! Noi cristiani per loro siamo infedeli e nemici della loro religione. Vengono pian piano, e fin che sono pochi tacciono. Ma poi pretendono! E allora io - che sono uno che odia i preti e non va a messa - dico che bisogna stare attaccati ai nostri valori cristiani".

L'idea è stata lanciata dall'Imam Breigheche: "La richiesta è venuta da genitori dei ragazzi"
I lumbard insorgono: "Vengono, pretendono e allora noi difendiamo la nostra religione"
(SEGUE DALLA PRIMA PAGINA)
DAL NOSTRO INVIATO
FABRIZIO RAVELLI

aria di crociata, nella destra trentina, e un certo raziocinante imbarazzo nel centrosinistra al governo (mancano due mesi alle elezioni), dopo che è scoppiato il caso "Corano nelle scuole". Succede che la comunità islamica ha chiesto di poter avere, nelle scuole, spazi dove i propri ragazzi imparino lingua, cultura e religione dei loro paesi. Lo fanno già in Germania: otto istituti della Bassa Sassonia sperimentano ore - facoltative - di insegnamento religioso islamico.
La materia, coi tempi che corrono, è incandescente. Anche se bisogna dire che il Trentino è il posto giusto per fare qualche passo meditato sulla strada di una integrazione fra le diverse fedi. E infatti gli ambienti ecclesiastici - il cattolicesimo trentino ha una vigorosa tradizione di apertura - hanno reagito con grande compostezza e interesse alla proposta: "Un discorso che va affrontato senza pregiudizi - dice Roberto Giuliani, responsabile dell'insegnamento della religione cattolica per la Diocesi di Trento - L'attenzione ad altre esperienze di fede va certamente praticata, e d'altra parte il dialogo con la comunità islamica è aperto da sempre". Ma è il mondo politico a registrare subbuglio, con parecchi prudenti dubbi anche nello schieramento della Margherita trentina (centro e sinistra insieme, Ds compresi).
A due settimane dal secondo anniversario dell'11 settembre, c'è anche chi agita lo spauracchio di un insegnamento radicale e fondamentalista dell'islamismo dentro la scuola italiana. Eppure Aboulkheir Breigheche, l'imam che ha lanciato l'idea, sembra lontanissimo da ogni estremismo. E' un medico di 55 anni, di origini siriane, in Italia dal '66, sposato e con 5 figli.
Presiede l'Associazione delle comunità islamiche del Trentino - Alto Adige, ed è vicepresidente nazionale dell'Ucoii (unione comunità e organizzazioni islamiche d'Italia). Un uomo di mediazione, non certo un guerriero. "Non pensavo certo a lezioni di Corano nelle scuole, come sento dire adesso - risponde - Anche se capisco che la reazione era prevedibile, perché la proposta è nuova. La richiesta viene dai genitori dei ragazzi, ai quali già teniamo il sabato e la domenica nella moschea di via San Pio X lezioni di lingua e cultura. Hanno qualche problema, soprattutto quelli abitano fuori città, a seguire" .
E dunque? "Dunque vorremmo che si facesse nelle scuole, fuori dal programma e aperta a tutti, un'attività che vada nel senso della conoscenza reciproca.
Nozioni basilari della lingua, della cultura, e anche della religione islamica. I nostri ragazzi dimenticano tutto delle loro tradizioni, ci sembra giusto fare qualcosa anche a livello scolastico. In un paese civile come la Germania l'esperimento è già partito". Nelle scuole trentine i ragazzi islamici sono circa il 2 per cento: "Molti di loro frequentano le lezioni di religione, senza problemi. Ma forse è ora che in una società effettivamente multiculturale, multietnica e multirazziale come la nostra la questione venga affrontata senza chiusure e settarismi". L'Imam ha annunciato di voler chiedere un incontro con l'assessore all'Istruzione.
Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma, s'è trovato fra le mani questa gatta da pelare, e ha provveduto a smarcarsi con prontezza: "Sta prendendo il via una discussione che non tiene conto dei pilastri giuridici - spiega, dopo aver diffuso un dettagliatissimo comunicato - E cioè del fatto che l'insegnamento religioso è regolato dallo Stato". "Verissimo - dice l'Imam Breigheche - Non esiste un'intesa fra lo Stato italiano e la comunità islamica. Ma ci saranno altri modi di risolvere il problema". "Certo - continua Dellai - che nulla impedisce di trovare forme extracurricolari, cioè fuori dai programmi di insegnamento, per l'approfondimento e il confronto delle culture. Nelle scuole trentine ci sono già esperienze importanti, e da noi c'è il Centro Millevoci che si occupa appunto dell'integrazione dei ragazzi immigrati. Se la questione è in questi termini, si tratta solo di rafforzare realtà già esistenti". "Anche questo è vero - concorda l'Imam - Abbiamo ottimi rapporti con la società e con la Curia di Trento. Qui nel '90 è nato il Tavolo delle religioni, proprio dalla collaborazione fra la Curia e la comunità islamica" .
Tutto bene? Mica tanto. Fioccano reazioni preoccupate. Giacomo Bezzi, del Partito autonomista che sta nello schieramento di governo, ha detto un secco no: "Siamo per il confronto, ma nelle nostre scuole si insegni la nostra religione. I musulmani professino la loro, ma la stessa tolleranza vorremmo averla noi cattolici nei paesi con religioni diverse dalla nostra". E figuriamoci An, per bocca di Andrea de Bertoldi: "I nostri giovani necessitano certamente di una cultura spirituale, ma nell'alveo delle nostre tradizioni culturali". E Sergio Festi (partito popolare trentino tirolese): "Di fronte alla pressione multietnica e pluriculturale c'è la necessità di tutelare la nostra identità". Fino al leghista Sergio Divina, quello che qualche mese fa voleva vagoni separati per gli immigrati sul Brenner Express: "La politica debole dell'accoglienza e della tolleranza non va bene quando abbiamo a che fare con culture che non riconoscono i diritti come quella islamica" .
Il presidente Dellai taglia corto: "Ci sono tre modi possibili per reagire, in casi come questo. Uno: si fa finta di niente. Due: si grida al lupo al lupo, cavalcando paure irrazionali. Tre: ci si comporta da adulti, senza arrendevolezze sulle nostre tradizioni, ma anche senza paure della diversità.
Le condizioni per comportarsi così ci sono, e a chi vuole solo stuzzicare le paure io dico: non c'è trippa per gatti". Esperienze simili a quella che chiede l'Imam già si sono viste: "A Rovereto - dice il professor Paolo Goffo - la comunità islamica da un anno ha ottenuto l'uso di locali scolastici per le loro attività. Principalmente l'insegnamento della lingua araba". Ma la richiesta dell'Imam, secondo Ruggero Morandi che è ispettore all'insegnamento della religione cattolica, "è un po' confusa". "La scuola - spiega - ha suoi programmi e docenti. Già ora nell'ora di religione c'è un approccio laico, e si parla anche del Corano. Se si tratta solo di concedere aule, questo non è un problema. Chiariamo però che la scuola non c'entra niente" .
Già, e chi dovrebbe tenere questi corsi? "Ci sono mediatori culturali di professione - dice l'Imam Breigheche - Guardi che non abbiamo mica chiesto lezioni di pornografia, e che in questo modo i nostri ragazzi starebbero lontani da droga e crimine". E se qualcuno volesse fare scuola di fondamentalismo? "Io so che nelle moschee, a parte casi isolati, non c'è niente del genere. Certo può capitare l'Imam più o meno eccitato, che sotto l'influenza di quel che succede, vedendo correligionari sottomessi o torturati come in Palestina, può esagerare. Ma per le cose illecite ci sono i giudici e i carabinieri". Per non parlare di Obelix Boso, e del suo spadone: "Ma lo sa che questi islamici hanno chiesto di togliere le michette dalle mense scolastiche perché contengono strutto? Mangino quello che vogliono, e si portino il loro pane da casa". Lui, a casa, fa colazione la mattina presto "con due fette di musetto di maiale, in mezzo al pane tostato" .


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