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Repubblica-La Cgil avverte il governo:"Pronti a rompere la tregua salariale"

leader sindacale davanti ai delegati milanesi: il mio ultimo mese da segretario sarà molto intenso Cofferati rilancia: sciopero generale anche sulla riforma delle pensioni La Cgil avverte il gove...

11/06/2002
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la Repubblica

leader sindacale davanti ai delegati milanesi: il mio ultimo mese da segretario sarà molto intenso
Cofferati rilancia: sciopero generale anche sulla riforma delle pensioni
La Cgil avverte il governo:"Pronti a rompere la tregua salariale"

Per il "cinese" bagno di folla alla Camera del Lavoro tra applausi, fiori e lacrime
"La rottura con Cisl e Uil è grave: l'esecutivo vuole snaturale il ruolo dei sindacati"
LUIGI PASTORE

MILANO - Sciopero generale non solo sull'articolo 18, ma anche sulle pensioni. Il lento distacco di Sergio Cofferati dalla Cgil si consuma senza sconti né arretramenti. L'ultima uscita milanese del "Cinese" da leader della Cgil davanti a 1.500 delegati sindacali che affollano la Camera del Lavoro di Milano, ha il sapore dell'ennesima sfida a tutto campo a Palazzo Chigi. Allarga il fronte, Cofferati, dall'articolo 18 alle pensioni, che ora rischiano di diventare nuovamente terreno di un durissimo scontro: "Il governo vuole andare oltre il contenuto della delega che già di per sé è inaccettabile", spiega il leader al culmine del suo intervento, durato un'ora e mezza in una sala caldissima trasformata in un carnaio, con tanta gente fuori sul piazzale ad ascoltare dagli altoparlanti piazzati all'ultimo momento. La linea non cambia di un millimetro, tanto che oggi il direttivo nazionale potrebbe decidere lo sciopero generale, dopo quelli regionali già fissati, proprio a partire dalla Lombardia il 20 giugno, mentre da Venezia il segretario confederale Paolo Nerozzi lancia un altro duro avvertimento a Palazzo Chigi: "Se il governo proseguirà nella sua politica, sappia che la conseguenza sarà la fine della tregua salariale e della concertazione. I prossimi contratti potrebbero essere fuori dal tetto previsto dal piano economico".
L'8 luglio, giorno fissato per l'addio di Cofferati alla Cgil, sembra, quindi, ancora lontanissimo: "Il mio ultimo mese sarà molto intenso, servono iniziative forti per contrastare gli interventi negativi che il governo vuol mettere in campo. Interventi che vanno dall'impoverimento della scuola pubblica, introducendo quella che una volta si sarebbe definita divisione di classe, sino all'evidente peggioramento delle condizioni dei più deboli nei campi della sanità e della previdenza". Il "Cinese" firma decine di autografi sulle tessere dei delegati, tra applausi, fiori, lacrime di molti e la richiesta quasi unanime di un impegno diretto e immediato in politica. La Milano di Cofferati si sente già un po' orfana del suo leader, anche se, a partire dal segretario cittadino Antonio Panzeri, quasi nessuno mostra di credere a una sua effettiva uscita di scena: "Vi dico e vi ripeto che andrò a lavorare in Pirelli, ma anche che mi impegnerò per gli altri. Ci sono tanti modi per farlo, senza necessariamente passare alla rappresentanza politica, che sarebbe un errore, perché significherebbe non tenerla distinta con la funzione sindacale. Cosa farò in autunno? È troppo presto per dirlo. Quello che conta adesso è completare il mio lavoro alla Cgil".
Se l'atmosfera intorno a lui è quella del distacco e dei commiati, Cofferati è tutt'altro che distante dalla stretta attualità, a partire dal nuovo strappo consumato con Cisl e Uil: "La situazione è più grave che nel '94, perché oggi stiamo assistendo a un tentativo chiaro di snaturare la funzione dei sindacati, che rischiano di diventare sempre più soggetti erogatori di servizi e assai meno riferimenti che tutelano le persone. Un modello che a noi non piace affatto". Ma è sul tema delle pensioni che il leader va allo scontro durissimo: "C'è da temere che il governo voglia andare oltre la stessa delega, già di per sé contenente alcune cose non proponibili a partire dal taglio dei contributi ai neoassunti, che finirebbe per penalizzare chi entra nel mondo del lavoro, cioè i giovani, ma anche per mettere in crisi l'Inps. Non ci saranno più soldi e i danni riguarderanno anche chi già oggi è in pensione".
La Pirelli può aspettare. Cofferati è ancora la Cgil. E ieri pomeriggio, mentre il leader volava a Roma, alla Cgil lombarda in molti cominciavano a festeggiare i numerosi successi elettorali, conquistati nella regione dal centrosinistra. Vittorie che vengono considerate anche merito di Cofferati e della sua politica intransigente sui diritti dei lavoratori.


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