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Repubblica-L'Emilia sfida la Moratti

Un disegno di legge della giunta rivendica l'autonomia e prevede un biennio delle superiori che integra scuola e lavoro L'Emilia sfida la Moratti La Regione: "Qui l'obbligo scolastico...

13/09/2002
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la Repubblica

Un disegno di legge della giunta rivendica l'autonomia e prevede un biennio delle superiori che integra scuola e lavoro
L'Emilia sfida la Moratti
La Regione: "Qui l'obbligo scolastico resterà a 15 anni"
Un progetto di legge sulla scuola "alternativo" a quello della Riforma Moratti che punta ad utilizzare gli spazi che la riforma del titolo V della Costituzione affida alla competenza legislativa delle Regioni. E' quello che la giunta si appresta a presentare. Elemento cardine la difesa e la qualificazione della scuola che c'è, bocciando il doppio canale contenuto nella riforma Moratti che prevede alla fine della scuola media (quindi a 14 anni) la scelta fra istruzione superiore e formazione professionale. La Regione - ha spiegato l'assessore regionale Mariangela Bastico - intende garantire l'obbligo scolastico fino a 15 anni, anche se la riforma lo riducesse di uno, facendo in modo che il primo anno delle superiori sia impostato su una offerta differenziata, cioè che integri istruzione e formazione professionale.
La Regione con una sua legge si oppone alla riforma dell'istruzione decisa dal governo
"Obbligo scolastico fino a 15 anni"
Bastico: "Battaglia di diritti per arginare i danni della Moratti"
Soglia d'età più alta per accedere alla formazione professionale
Previsto un biennio delle superiori con percorsi integrati tra studio e lavoro
ILARIA VENTURI


A SCUOLA sino a 15 anni. L'Emilia Romagna si oppone alla riforma Moratti che, se sarà approvata, porterà ad anticipare la scelta tra il percorso liceale e la formazione professionale a 14 anni. E lo fa con un progetto di legge alternativo, presentato ieri dall'assessore regionale alla scuola Mariangela Bastico, pronto ad entrare in vigore già dal prossimo anno scolastico, quando si attende l'arrivo della riforma. E' l'assessore a tracciare la linea del Piave per difendere la scuola che c'è: "E' una grande battaglia di diritti, non un esercizio politico sulla pelle della scuola" precisa. "Inizia la scuola e il caos aumenta, la nostra è solo una proposta migliore". Ma l'affondo è duro. E se Formigoni in Lombardia ha già autorizzato l'iscrizione ai centri di formazione professionale privati dopo la terza media, l'Emilia Romagna sceglie la strada opposta per "arginare - dichiara l'assessore - i danni della riforma Moratti", ovvero "il rischio dell'impoverimento della cultura tecnica e professionale e quello di perdere i ragazzi per strada". Lo slogan di viale Aldo Moro suona così: "Non uno di meno". "L'obiettivo della Moratti mi sembra opposto - attacca Bastico - ovvero una scuola per tutti fuori".
Il progetto di legge sarà discusso sino a fine anno con la convocazione di una sorta di stati generali della scuola emiliano romagnola. Ma come può una Regione opporsi alla riforma? Il grimaldello sta nella riforma costituzionale che attribuisce nuovi poteri alle Regioni. In particolare, l'Emilia Romagna intende garantire l'obbligo scolastico sino a 15 anni, come già introdotto dal ministro Berlinguer, ponendo la stessa soglia di età come requisito necessario per accedere alla formazione professionale, materia in capo alle Regioni. Non solo. La proposta punta a realizzare un biennio delle superiori integrato che invogli i ragazzi a stare in classe sino ai sedici anni con percorsi integrati tra scuola e formazione professionale, tra studio e lavoro. Un esempio? Chi si iscrive a un istituto professionale o tecnico potrà dividersi tra lo studio delle materie e ore di formazione professionale. Se sceglie infine quest'ultima strada, dopo i 15 anni, potrà comunque rientrare a scuola, in caso di pentimento, anche all'ultimo anno, per arrivare al diploma e poi iscriversi all'università. Insomma, un percorso tutto dedicato ai ragazzi (ora il 30% in Italia non arriva né alla qualifica né al diploma) e che valorizza la cultura tecnica e professionale come richiesto a gran voce dal tessuto produttivo emiliano romagnolo.
"Si tratta di un'alternativa reale e concreta al doppio canale previsto nella riforma Moratti (la scelta netta in terza media tra scuola e formazione professionale, ndr) che rischia di espellere dall'istruzione tanti ragazzi segnando il loro destino già a 13 anni" spiega Bastico. La proposta di legge punta anche sulla continuità dei percorsi formativi, dalle materne alle medie, attraverso gli istituti comprensivi, per "ovviare allo spezzettamento dei cicli con prove e verifiche che mettono in difficoltà gli alunni con tempi di apprendimento più lunghi". L'Emilia Romagna è pronta poi a trasferire nuovamente alle scuole l'autonomia didattica se questa passerà alle Regioni. La proposta di legge prevede assegni di studio per l'anno sabbatico degli insegnanti, punta sulla formazione permanente, "dimenticata dalla riforma Moratti", e sul passaporto formativo, la certificazione di tutte le competenze acquisite. Infine, la proposta finanziaria: Bastico chiede un fondo regionale per la scuola costruito in base al numero di studenti (come per il sistema sanitario) e gestito da Ufficio scolastico regionale e Regione


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