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Repubblica-In marcia a Barbiana contro le scelte di Moratti

Assessori, politici e cinquecento persone nella scuola di don Milani In marcia a Barbiana contro le scelte di Moratti "Torna una scuola classista, qui si lottò per uguali opport...

30/05/2005
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la Repubblica

Assessori, politici e cinquecento persone nella scuola di don Milani
In marcia a Barbiana contro le scelte di Moratti
"Torna una scuola classista, qui si lottò per uguali opportunità per tutti"
MASSIMO VANNI


LASSU' a Barbiana, dove nella stanzetta che era la scuola ci sono ancora i tabelloni con i risultati elettorali degli anni Cinquanta e Sessanta. Dove ancora c'è la scritta "I Care", cioè "Me ne importa", che tanto piaceva a don Milani. Fin lassù, tra le vallate di Vicchio, insegnanti, genitori e ragazzi, per difendere il diritto ad una "scuola e libera". Una marcia di tre chilometri e mezzo, una camminata in salita sotto il sole di questi giorni affrontata da centinaia di persone partite alla spicciolata da Lago Viola.
Forse in cinquecento. Di sicuro di meno dell'anno scorso, quando si contarono alcune migliaia di partecipanti alla camminata nata nel 2002 con un forte senso "anti-Moratti". Marciare a Barbiana, visitare il cimitero dove riposa il sacerdote morto nel 1967 a soli 44 anni, "è una sorta di pellegrinaggio laico di chi ha a cuore i problemi della scuola", dice il sindaco di Vicchio Elettra Lorini. "Soprattutto ora che il ministro Moratti ha firmato il decreto per il secondo ciclo", dice l'assessore all'istruzione di Firenze Daniela Lastri. "Oggi che si stanno reintroducendo un percorso discriminatorio, superando perfino la riforma del 1962 che cancellò il vecchio avviamento al lavoro, i valori di una scuola che offra le stesse opportunità per tutti, una scuola che sia anche di coesione e integrazione sociale, restano ancora validi", aggiunge Lastri salendo.
Subito dietro il segretario fiorentino Cgil Alessio Gramolati, quello nazionale della Cgil scuola Enrico Panini, il sindaco di Borgo Bettarini e Michele Gesualdi, l'ex presidente della Provincia che queste valli le conosce bene perchè era uno dei ragazzi di don Milani. Adesso, con la veste di presidente della Fondazione don Milani, proprio Gesualdi annuncia la prossima pubblicazione di alcuni inediti e il restauro di tutti gli strumenti "che don Lorenzo costruiva per farci capire, dall'astrolabio alla macchina per leggere la musica".
Sotto il sole Barbiana appare oggi come un posto splendido per una gita domenicale. Ma era l'inferno nel 1954, quando don Milani fu spedito lassù, in mezzo a contadini poverissimi e analfabeti. "Oggi la Moratti vuole riportarci ad una visione classista", dice l'assessore regionale all'istruzione Gianfranco Simoncini. Mentre il collega al perdono Massimo Toschi sbotta: "E' una marcia sbagliata, il nome Moratti non è neppure paragonabile a quello di don Milani, la Moratti è venuta perché abbiamo abbandonato i suoi insegnamenti, don Lorenzo non sarebbe d'accordo". Assente per impegni legati al referendum, la senatrice Vittoria Franco ha scritto una lettera per un "uguale accesso al sapere


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