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Repubblica-Il neofuturismo a scuola e i ghiotti menu per i prof

Il neofuturismo a scuola e i ghiotti menu per i prof Il computer si inceppa per tre volte delusione inevitabile MARCO LODOLI ieri primo giorno degli orali, la lettera sorteggiata durante g...

03/07/2002
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la Repubblica

Il neofuturismo a scuola e i ghiotti menu per i prof

Il computer si inceppa per tre volte delusione inevitabile
MARCO LODOLI

ieri primo giorno degli orali, la lettera sorteggiata durante gli scritti è stata la I di Italia, e dunque la prima candidata a presentarsi è Iachetti Ramona. Tutti noi insegnanti siamo schierati davanti al computer dove dovrebbe apparire la tesina multimediale sui maledetti nell'arte e nella letteratura che la dolce Ramona ha preparato con tanta passione: dallo schermo dovrebbero far capolino i quadri di Van Gogh e le poesie di Dino Campana, una foto di Sibilla Aleramo, nonché una collezione intera di abiti ispirati all'artista dei Girasoli, ma il vecchio computer si inceppa miseramente. Il programma viene rilanciato tre volte, ma non c'è niente da fare, lo schermo rimane cieco e nell'aria volteggia la delusione.
Questo piccolo incidente racconta bene la distanza che nella scuola rimane tra le intenzioni e la realtà: si programma secondo le teorie più avanzate, si teorizza intorno alla modernità e al confronto serrato tra mondo dell'istruzione e mondo del lavoro, ma poi si è costretti a fare i conti con un cassone di computer che non vuole saperne di funzionare, con materiali didattici che mancano, con biblioteche scolastiche composte da venti libri, persino con la carta igienica che nei bagni non si trova quasi mai. E' come se si disegnasse sulla mappa una crociera da qui all'America e poi si calasse in mare una bagnarola sfondata. La scuola pubblica è così: un gran fumo di chiacchiere e proclami che nasconde una povera fetta di pane bruciacchiato. Oggi comunque il momento più divertente - perché la scuola è anche molto divertente - è stato l'esame della seconda candidata, Iba Rossana. Lei presentava una tesina sul Futurismo e noi ci aspettavamo le solite interpretazioni dei quadri di Balla e Boccioni o una tirata sulle parolibere marinettiane. Invece Iba, che sagoma!, ha iniziato il suo esame tirando fuori da una casseruola degli strani supplì confezionati seguendo le ricette del manifesto della cucina futurista. Il loro nome esatto è: "Bombardamento di Adrianopoli" e sono fatti di riso, latte, burro, capperi e uova. Tutti li abbiamo assaggiati e approvati con gusto come se correggessimo un compito ben fatto. Quindi siamo passati a un "antipasto intuitivo" , composto con bucce di arancio e fette di vari salami, presentato per la prima volta nel 1930 alla taverna di San palato da quei goliardi dei futuristi. Niente male davvero.
Il ricordo del mitico esame di maturità raccontato da Moretti in "Ecce Bombo" è impallidito di fronte a questa straordinaria performance gastronomica. A partire da quei bocconi futuristi si è parlato dell'abolizione "del quotidianismo mediocrista e del regime assurdo della pastasciutta" quindi siamo passati alla prima guerra mondiale. Le tesine, che dovrebbero esaltare le capacità connettive e logiche degli studenti, rivelano invece una certa difficoltà che questa generazione ha nello stabilire nessi e passaggi. E' come se alcune facoltà razionali si fossero perdute: una rosa è una rosa è una rosa, e il giardino non si vede più tanto bene. Questo ci dicevamo noi insegnanti, avventando le ultime bombe di Adrianopoli.


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