Repubblica-Granata prepara un emendamento per limitare i finanziamenti solo agli istituti paritari

Granata prepara un emendamento per limitare i finanziamenti solo agli istituti paritari
Buono scuola, i paletti di An "Niente soldi ai diplomifici"
Via all'esame della legge: è subito scontro
CARMELO LOPAPA

L'operazione è saltata, in parte, perché decine di presidi "ribelli" hanno disobbedito agli ordini e hanno aperto l'anno scolastico prima della data del 30 settembre, fissata dal governo. Perché l'esecutivo Cuffaro, dal canto suo, il progetto di trasformare in legge il provvedimento del buono scuola prima di fine mese lo sta realizzando, e a tappe forzate. Quanto basta per erogare contributi (per 20 milioni di euro quest'anno e 65 dal prossimo) già fra qualche settimana: se non prima dell'inizio, almeno ai primi giorni del nuovo anno scolastico.
Parte in aula il dibattito sulla legge per il buono scuola e per il diritto allo studio, caposaldo del programma elettorale del presidente polista. E nella Sala Gialla (dove si è trasferita l'attività parlamentare dopo il terremoto) è scontro frontale tra maggioranza e opposizione. Tornano a beccarsi anche Cuffaro e il leader del centrosinistra Leoluca Orlando, che definisce l'operazione "clientelare, in favore dei diplomifici". Il centrodestra procede compatto. L'unica incognita, ancora dibattuta dentro la stessa maggioranza, è quella legata all'estensione dei benefici alle scuole non paritarie. Il testo in discussione non fa distinzione tra gli istituti paritari e quelli legalmente riconosciuti. An, ma anche parte dell'Udc - il partito del presidente - propongono di escludere questi ultimi. Forza Italia ha qualche perplessità e così pure lo staff di ispirazione ciellina del presidente Cuffaro. In Sicilia sono circa 400 gli istituti privati di istruzione secondaria, ma solo un quarto sono paritari.
L'assessore Granata disegna i nuovi scenari: "Le scuole pubbliche siciliane dovranno cercare sponsor, autorganizzarsi, autofinanziarsi, autonomia scolastica vuol dire anche questo". E garantisce: "La legge non produrrà lo smantellamento della scuola pubblica, perché le famiglie potranno spendere il sussidio indistintamente nelle scuole pubbliche o private". Ma lo stesso Granata e il presidente Cuffaro lavorano a un emendamento che limiti il beneficio alle sole scuole paritarie. In mattinata il caso lo solleva il capogruppo di An, Santi Formica: "Occorre una griglia di requisiti molto rigida per le scuole private che dovranno essere a tutti i costi parificate". Con lui si schiera l'Udc, per bocca di Lino Leanza: "È necessaria una discriminazione che individui una griglia di qualità degli istituti privati". Forza Italia è più cauta, come spiega il vice presidente Giuseppe Castiglione: "Tra un anno tutte le scuole saranno paritarie, dunque la norma così com'è va bene e credo che Cuffaro la pensi così". Il dibattito riprenderà martedì in aula.
Il resto è polemica. Marzio Tricoli, di An, sui diplomifici: "Sono frutto della gestione della sinistra, molto meglio il carattere meritocratico della riforma Gentile". Giovanni Ferro, di Sicilia 2010, bolla la legge come "strategia clientelare". Tranciante il segretario Ds Antonello Cracolici: "Un'operazione di "rottamazione": soldi dati per cambiare un mezzo che si considera vecchio (la scuola pubblica) in favore di un mezzo nuovo (la scuola privata)". Cuffaro, invece, ricorda a Orlando quando in campagna elettorale "ha sottoscritto con me, di suo pugno, un disegno di legge sul buono scuola molto meno restrittivo di questo".