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Repubblica-Firenze-Riforma Moratti, volontari zero

Firenze nessuna scuola ha chiesto di partecipare alla sperimentazione Palazzo Vecchio: "Non poteva essere altrimenti, che senso ha anticipare l'età di ingresso se già ci sono bimbi in lista d'attesa...

10/08/2002
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la Repubblica

Firenze nessuna scuola ha chiesto di partecipare alla sperimentazione Palazzo Vecchio: "Non poteva essere altrimenti, che senso ha anticipare l'età di ingresso se già ci sono bimbi in lista d'attesa?"
Riforma Moratti, volontari zero

MARZIO FATUCCHI

Firenze snobba la riforma Moratti. Nessuna scuola elementare e dell'infanzia ha deciso di aderire alla sperimentazione proposta dal ministro all'istruzione. Dal capoluogo toscano non è ancora arrivata al ministero (e non sembra che ci siano dirigenti scolastici pronti a farla) neanche una richiesta di partecipazione al progetto che avrebbe dovuto coinvolgere 200 strutture in tutta Italia, con l'obiettivo di anticipare di 6 mesi l'ingresso dei bambini nelle due fasce di istruzione: da 6 anni a 5 e mezzo per le scuole elementari, da 3 a 2 e mezzo per quelle dell'infanzia.
Già l'Anci, l'associazione nazionale Comuni italiani, per voce del presidente e sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, ha bocciato la proposta, con un fronte unito centrodestracentrosinistra. Troppe le difficoltà per farla partire in pieno agosto e senza neanche chiedere la collaborazione agli enti locali. "Non accettiamo improvvisazioni" ha detto Domenici a nome dei Comuni. Moratti ha poi ceduto, convocando un tavolo di confronto. Ma la considerazione di Domenici sembra oggi condivisa da tutti i dirigenti scolastici fiorentini: nessuna fra le 35 scuole dell'infanzia comunali e le 43 statali della città ha risposto all'appello, idem per le 56 scuole elementari.
"Non poteva essere altrimenti" fa notare l'assessore alla pubblica istruzione di Palazzo Vecchio Daniela Lastri, da tempo contraria alla riforma Moratti, anche nella sua forma sperimentale. "I dirigenti scolastici hanno bisogno di progetti seri e concreti, questa riforma non lo è: è stata fatta all'ultimo tuffo, senza risorse e indicazione delle modalità di realizzazione". E' proprio sugli aspetti organizzativi che si basa la critica alla proposta del ministro.
"Già oggi, le scuole dell'infanzia fanno fatica a reggere il passo con il boom delle nascite in atto da tempo: da 2.765 iscritti dello scorso anno siamo passati a 2.806, che significa che al momento, nelle strutture comunali, ci sono una cinquantina di bambini in lista d'attesa. Riusciremo poi nel corso dei prossimi mesi a inserirli tutti, come è successo l'anno scorso, ma anticipare l'ingresso di 6 mesi, anche se solo in qualche struttura, avrebbe ripercussioni per tutto il sistema". Effetti negativi che si sarebbero sommati alla difficoltà registrata nelle scuole dell'infanzia statali: dati ufficiali ancora non ci sono, ma si parla di circa 300 bambini in lista d'attesa in tutta la Provincia, concentrati in gran parte nel territorio fiorentino.
"E' questo il vero problema: il senso di irresponsabilità da parte del ministero, che pur di fare una riforma qualsiasi è disposto a creare problemi di gestione a tutto il sistema, invece di sostenere di più le strutture esistenti, a partire dagli asili nido - insiste Lastri - I dirigenti scolastici si sono dimostrati attenti e responsabili, sanno che in pieno agosto far partire una cosa del genere è insostenibile".
Progetto Moratti rimandato a settembre, per il momento. Con la speranza che, dato che le scuole dell'infanzia e quelle elementari partono il 16 del prossimo mese, se ne riparli dal prossimo anno scolastico. Un periodo sufficiente per aprire quel tavolo di confronto con il ministero chiesto a gran voce dal presidente Anci. "Dobbiamo discutere di tutto: tempi, risorse e garanzie per le famiglie" ha mandato a dire Domenici al ministro, che a fine agosto incontrerà i Comuni. "La dimostrazione che le nostre perplessità non nascevano da pregiudiziali politiche" secondo il sindaco.
"Volevano far partire questa riforma senza neanche dire quanto personale in più avrebbero mandato, se c'erano fondi di finanziamento, quali organizzazione e programmi" è la conclusione dell'assessore, che mette anche le mani avanti: "Se qualche scuola a settembre deciderà di aderire, sappia che lo farà solo con le risorse del ministero: non sarà certo Palazzo Vecchio a sostenere interventi in questo senso".


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