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Repubblica-Firenze-Le tante vertenze e l'angoscia dei lavoratori

Le tante vertenze e l'angoscia dei lavoratori MARZIA MONCIATTI e; assessore al Lavoro del Comune di Firenze. marzia monciatti L'Assessorato al Lavoro del Comune di Firenze, per definizione,...

11/06/2002
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la Repubblica

Le tante vertenze e l'angoscia dei lavoratori

MARZIA MONCIATTI

e; assessore al Lavoro del Comune di Firenze.
marzia monciatti
L'Assessorato al Lavoro del Comune di Firenze, per definizione, deve costituire il punto di riferimento in tutte quelle situazioni nelle quali il confronto tra le parti segnali momenti di crisi o, peggio, di rottura delle trattative. In queste ultime settimane la richiesta di intervento delle istituzioni da parte di lavoratori e organizzazioni sindacali è stato molto intenso. E' giusto, credo, soffermarsi a pensare se è possibile individuare un collegamento, un filo rosso che, pur nella diversità, percorra le tante vicende di lavoro della nostra città.
Iniziamo dallo sciopero del 23 maggio organizzato dai ferrovieri contro un progetto di ristrutturazione, denominato Migliardi dal cognome del manager, che svuota di poteri e di saperi presidi di eccellenza della progettazione e della produzione ferroviaria. La sequenza delle vertenze continua con Gilbarco Spa (multinazionale americana) dove il 6 maggio si è aperta la procedura per la mobilità di 58 persone su un totale di circa 240 dipendenti. Si tratta di lavoratrici e lavoratori giovani, specializzati, formati, età media 36 anni. Tuttavia, si dice da parte di Gilbarco, sono previsti due anni di contrazione di mercato a fronte di una sicura e certa ripresa degli investimenti nel 2004. Piano di impresa? Non esiste, ma le rassicurazioni sono garbate e ben confezionate.
Segue la vertenza di Marconi Mobile (multinazionale inglese) con lo sciopero effettuato dai lavoratori il 29 maggio per opporsi alla vendita frazionata, piena di rischi ed incertezze, che "spezzetta" il patrimonio industriale di Marconi Italiana mettendo in serio pericolo 600 posti di lavoro nello stabilimento fiorentino (ex Ote). Eppure, anche in questa occasione, vi erano state garbate e rassicuranti parole da parte di un'ampia rappresentanza del governo.
Infine arriva la lotta e lo sciopero (dal 4 all'8 di giugno) delle lavoratrici e lavoratori che fanno parte delle Cooperative sociali che si occupano delle pulizie nelle nostre scuole. La signora Letizia Moratti, evidentemente troppo occupata dalla sua riforma, si è dimenticata di mettere a disposizione le risorse economiche necessarie per pagarli.
Ripercorro velocemente altre situazioni: il settore degli appalti Ferroviari di pulizia treni e stazioni, la vicenda tutt'altro che felicemente conclusa di Blu Spa, l'Azienda G.E. Transportation System (ex Siliani), lo stabilimento Farmaceutico chimico militare.
E' pur vero che alcune vertenze hanno trovato la loro soluzione al tavolo della contrattazione tra le parti. E' altrettanto vero che il mio elenco non include tante altre situazioni difficili.
C'è, allora, torno a chiedermi, un filo rosso che unisce queste vicende, pur nella loro diversità? Dopo l'ascolto di tante testimonianze di lavoratori a me sembra di identificarlo in quella insicurezza, precarietà, talvolta vera e propria angoscia che le parole, pur "rassicuranti e garbate", non riescono ad esorcizzare. C'è paura dei padri per i loro figli che li sostituiranno con contratti atipici (leggi precari, in moltissimi casi), c'è paura dei figli per i loro padri che rischiano la perdita di una dignità ed identità conquistata duramente acquisendo saperi e professionalità spesso con il loro solo sforzo personale.
Forse il filo rosso è questo e, forse, fa parte di una vera e propria strategia che tende a fiaccare la capacità di risposta e di lotta da parte dei lavoratori. Ma questa è un'altra storia, tutta da scrivere, perché la dignità va oltre le compatibilità dettate da economie e poteri lontani e globali. Mi viene in mente una frase di Bernard Shaw che pongo a suggello di questa riflessione: "Alcune persone guardano le cose come sono e si chiedono perché? Noi sognamo cose che non sono mai state e ci chiediamo perché no?".


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