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Repubblica-Epifani:Ora a rischiare sono i lavoratori Cisl e Uil capiranno il loro errore

Epifani, numero due della Cgil: la frenata dell'economia peserà sull'occupazione "Ora a rischiare sono i lavoratori Cisl e Uil capiranno il loro errore" Valuteremo con attenzione scelte e conte...

10/08/2002
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la Repubblica

Epifani, numero due della Cgil: la frenata dell'economia peserà sull'occupazione
"Ora a rischiare sono i lavoratori Cisl e Uil capiranno il loro errore"

Valuteremo con attenzione scelte e contenuti della Finanziaria, poi decideremo

ROMA - "Mettiamo le cose in ordine. Il primo effetto del rallentamento della crescita sarà sull'occupazione: sul saldo tra licenziamenti e nuovi assunti, ma anche sulla qualità dell'occupazione". Il vicesegretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, richiama l'attenzione su un rischio che pochi osservatori in questi giorni hanno preso in considerazione.
Epifani, il flop dell'autotassazione e una ripresa più incerta rischiano di far saltare i piani del governo, a partire dalle promesse di riduzione delle tasse sui redditi più bassi. Che cosa succederà?
"Il primo problema è l'occupazione. Vedo scarsissimi margini di crescita e grosse difficoltà per il raggiungimento dell'obiettivo di una stabilizzazione dei rapporti di lavoro. Poi, nell'ambito della politica redistributiva, c'è il rischio di uno stop agli impegni di riduzione dell'Irpef, che risalgono anche ai governi di centrosinistra. Infine si riproporrà il problema della spesa sociale e dei conti fuori controllo. Questo può suscitare le solite tentazioni".
Le ha già suscitate. Follini, dell'Udc, sollecita un intervento sulle pensioni di anzianità...
"Di fronte alle difficoltà la ricetta più facile è sempre quella: accelerare i tempi della Dini, fare cassa con una nuova riforma delle pensioni".
Il ministro Maroni, tuttavia, ha immediatamente stoppato Follini, dicendo che non c'è nessuna ragione per rivedere i trattamenti di anzianità. È un gioco delle parti nel governo?
"Maroni sa bene che la dinamica della spesa previdenziale è perfettamente in linea con le previsioni. È tipico, comunque, che quando non si sa che cosa fare si pensa di mettere mano alle pensioni".
La Banca d'Italia sembra aver cambiato atteggiamento nei confronti del governo. Finora ne aveva sempre avallato le scelte, ora sembra più critica e attenta. Rutelli dice che Berlusconi silurerà Tremonti entro agosto. È possibile immaginare un passaggio di consegne Tremonti-Fazio?
"Io credo che oltre al governo debba fare autocritica anche chi, come il governatore della Banca d'Italia, non ha mai messo in discussioni le mirabolanti stime di crescita del ministro Tremonti ed è arrivato anche a dire che eravamo alle vigilia di un nuovo miracolo economico. In più c'è il fragoroso silenzio della Confindustria, che avendo legato le sue sorti a quelle del governo ora non può avere una visione realistica delle cose".
Cisl e Uil cominciano a manifestare qualche dubbio sull'effettiva tenuta del Patto per l'Italia. Temono interventi sulle pensioni e non sono neppure più tanto sicuri che la Finanziaria sarà veramente leggera come è stato detto loro il 5 luglio a Palazzo Chigi in occasione della firma dell'accordo...
"Il punto debole della loro scelta di firmare l'accordo è stato l'aver condiviso quelle previsioni di crescita. L'aver convenuto che quegli obiettivi sono realizzabili ha messo in discussione l'intera impalcatura del patto. È un patto costruito sulla sabbia. Bisognerebbe essere onesti e ammetterlo: vedo comunque che Cisl e Uil stanno prendendo atto di alcuni problemi".
Se il patto saltasse, secondo lei, quali iniziative potrebbero assumere Cisl e Uil? Andreste a uno sciopero generale unitario?
"È troppo presto per dirlo. Il vero banco di prova è la Finanziaria. A quel punto si vedrà come il governo farà fronte alle sue contraddizioni. Potrà reagire in due modi: con nuovi atti di finanza creativa, oppure adeguando le sue scelte all'andamento reale dell'economia per non distruggere dieci anni di risanamento finanziario. In questo secondo caso sarà costretto a delle scelte: o taglierà la spesa e dunque le pensioni, oppure rinuncerà ad allentare la pressione fiscale. Dipenderà da quale componente del governo prevarrà. Noi non stiamo né con l'una né con l'altra ipotesi, soprattutto non vogliamo che a pagare siano ancora i lavoratori dipendenti con un ulteriore rinvio della riduzione delle tasse".
Il governo attraversa un momento particolarmente difficile. Intensificherete le vostre iniziative che al momento sono centrate sulla raccolta firme e sull'ipotesi di uno sciopero generale ai primi di ottobre?
"Il quadro che è venuto fuori conferma quello che abbiamo sempre detto. Non abbiamo motivi per cambiare le nostre decisioni. Valuteremo, tuttavia, con estrema attenzione le scelte e i contenuti della Finanziaria


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