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Repubblica-Elementari, perché l'inglese e non il latino?

Elementari, perché l'inglese e non il latino? CORRADO AUGIAS CARISSIMO Corrado Augias, la n...

04/09/2002
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la Repubblica

Elementari, perché l'inglese e non il latino?

CORRADO AUGIAS


CARISSIMO Corrado Augias, la notizia che in Italia si vuol far studiare l'inglese alle scuole elementari è una catastrofe. Ai bambini bisogna far studiare il latino, non una linguaccia da predatori che veicola essenzialmente i valori del capitalismo, del profitto e del colonialismo economico e culturale. L'inglese, in così giovane età, rovinerà, per sempre, la 'forma mentis' dei bambini, l'approccio logico e rigoroso che ci viene dal latino, e sconvolgerà il modello culturale italiano, parte del nostro patrimonio comune.
Questo servilismo non è neanche un investimento saggio per le eventuali relazioni con il mondo. Si prescinde dal fatto che il nostro mondo più vicino è l'Europa, in seno alla quale ci sono lingue molto più belle, importanti e formative dell'inglese come, ad esempio, il francese e il tedesco. Inoltre non c'è nessuna garanzia che gli Stati Uniti avranno, tra venti anni, lo stesso peso che hanno oggi a livello mondiale. Se continuano sul cammino intrapreso, che porta ovunque guerra, morte e oltraggio, gli Stati Uniti potrebbero anche non esistere più nella loro forma attuale. La storia ci insegna che tutto ha una fine. E' crollato il muro di Berlino, l'Unione Sovietica non esiste più, il nazismo, per fortuna, lo vediamo solo al cinema, non vedo perché l'imperialismo americano dovrebbe essere eterno. L'Italia deve pensare a un suo inserimento adeguato nell'Europa comunitaria che è il nostro futuro. Se si volesse, a tutti i costi, far studiare una lingua straniera alle elementari, si dovrebbe piuttosto far studiare il tedesco, lingua formativa, strutturante e che dà facile accesso a tutte le lingue nordiche, compreso l'inglese.
Anna Maria Campogrande
Anna-Maria.Campogrande@cec.eu.int
TRALASCIO i temi politici e di status internazionale. Limitiamoci alle lingue che sono già un argomento complicato. La mia risposta dispiacerà forse a qualcuno ed è la seguente: dipendesse da me farei studiare sia il latino sia l'inglese. Costretto a scegliere, opterei per l'inglese lasciando il latino a un'età più matura e solo nelle scuole a indirizzo classico. E' modesto realismo: il latino come si studia oggi è per i più una tale tortura che anziché avvicinare allontana dal tesoro di quella cultura - che non è la sintassi ma la letteratura - dalla grande lirica, dalla storiografia, dal 'giornalismo'.
Certo che il latino è lingua strutturante, logicamente perfetta, preziosamente concisa, nessuno lo discute. Si discute solo se sia adatto a una scuola che per quantità e qualità degli allievi non è più quella (né mai più sarà) per la quale il latino era stato immesso nei programmi. Oggi i più escono dalla scuola senza saper tradurre a prima vista nemmeno la più semplice iscrizione dedicatoria su un monumento. E, cosa anch'essa grave, senza saper chiedere un bicchiere d'acqua in nessuna lingua che non sia l'italiano. Talvolta il dialetto.
Nemmeno le qualità dell'inglese vorrei discutere. Chiunque abbia familiarità con quella letteratura conosce l'agilità espressiva di quella lingua, la sua concisione espressiva e sintattica (pari a quella latina), la secca incisività dei suoi aggettivi quasi tutti monosillabici, la sua flessibilità. Poco da invidiare al latino e in più la possibilità di farsi capire ovunque. Ovviamente è solo un'opinione.


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