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Repubblica-E sui prof di religione si spaccano i due Poli

POLEMICA Alla Camera il ddl Moratti. No dei Ds, sì della Margherita E sui prof di religione si spaccano i due Poli CLAUDIO TITO ROMA - Ogni volta che in Parlamento approda qualcosa che ...

03/12/2002
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la Repubblica

POLEMICA
Alla Camera il ddl Moratti. No dei Ds, sì della Margherita
E sui prof di religione si spaccano i due Poli

CLAUDIO TITO

ROMA - Ogni volta che in Parlamento approda qualcosa che abbia a che fare con la religione, schieramenti e gruppi si spaccano in due. E lo stesso sta accadendo in questi giorni alla Camera. La pietra dello scandalo stavolta è il disegno di legge del ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, che vuole assumere definitivamente, bypassando concorsi e graduatorie, i professori di religione. Il testo ha già dato uno scossone all'Ulivo e ha messo a soqquadro la Casa delle libertà. In vista del voto, previsto per domani o dopodomani a Montecitorio, infatti, Ds e Margherita sono andati ognuno per la propria strada. La Quercia, appoggiata da Verdi, Sdi, Pdci e Rifondazione, ha già annunciato battaglia contro una norma che considera "anticostituzionale". Il partito di Rutelli, al contrario, si schiera al fianco della maggioranza. Nel centrodestra, comunque, non mancano i distinguo. Giorgio La Malfa non ha esitato a definire "inaccettabile" il disegno di legge. E sulla stessa linea ci sono i socialisti di Bobo Craxi e De Michelis e molti "laici" del gruppo di Forza italia come Alfredo Biondi e Raffaele Costa.
Ma cosa prevede questa controversa "legge Moratti" fortemente voluta dalla Cei, la Conferenza episcopale italiana? Nella sostanza i prof di religione, che in genere hanno un contratto annuale, vengono immessi in ruolo, ossia assunti a tempo indeterminato, attraverso concorsi ad hoc a loro riservati. E poiché la loro idoneità professionale è esaminata solo dalle autorità diocesane, in caso di revoca di questa idoneità il ministero si occuperà di trasferirli ad altro incarico.
La diessina Alba Sasso, che ha seguito la legge anche in commissione, non ha dubbi: "È una norma non costituzionale e che incide sul Concordato dell'84". Per la Margherita è stato Emilio Del Bono a curare l'iter del provvedimento. "Vogliamo mettere in regola i precari - sottolinea - e i Ds dovrebbero ricordare che questo testo ricalca quello messo a punto dall'allora ministro Berlinguer".
Se il centrosinistra è diviso, anche la maggioranza non voterà come un sol uomo. È Giorgio La Malfa a dar voce al fronte del no. "Alcuni professori entrano nei ruoli pubblici - fa osservare - con una idoneità deliberata dalle autorità ecclesiastiche e se l'idoneità viene meno, non escono dal ruolo e non fanno alcun concorso. Sono dei ben strani impiegati dello Stato". E che anche nella Cdl serpeggi il malcontento, lo dimostra l'atteggiamento del sottosegretario, Maurizio Sacconi. Presente ieri in aula alla Camera per il governo, l'ex socialista si è ben guardato dal prendere la parola.


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