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Repubblica-Diecimila alla marcia di Barbiana "contro la riforma Moratti"

Scuola, professori e studenti da tutta Italia per ricordare l'opera e la vita di don Milani Diecimila alla marcia di Barbiana "contro la riforma Moratti" Piccoli atti vandalici per ostacolare...

20/05/2002
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la Repubblica

Scuola, professori e studenti da tutta Italia per ricordare l'opera e la vita di don Milani
Diecimila alla marcia di Barbiana "contro la riforma Moratti"

Piccoli atti vandalici per ostacolare i partecipanti: alberi tagliati, segnali divelti
DAL NOSTRO INVIATO
MARIO REGGIO

vicchio di mugello - In diecimila sono arrivati fin quassù, a Vicchio di Mugello, per ricordare l'opera e la vita di don Lorenzo Milani. Il prete che coniò la frase "Per la scuola di tutti e di ciascuno". Un'idea che divenne una delle parole d'ordine del '68. Sono venuti in molti, malgrado il tempo incerto, da Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lombardia. Ma anche da Puglia, Campania, Sardegna. Con tutti i mezzi. Pullman, auto private, treni, malgrado lo sciopero dei ferrovieri. La marcia, da Ponte di Vicchio fino alla chiesa di Barbiana è stata organizzata dagli ex alunni di don Milani, dai sindaci del Mugello e da numerose associazioni d'insegnanti. Tutti uniti per lottare contro la riforma Moratti-Berlusconi. Quella della tre I: inglese, internet, impresa.
Appuntamento alle dieci a Ponte di Vicchio. Inizia la faticosa salita all'eremo di Barbiana. Sei chilometri di tornanti. I prof, la stragrande maggioranza dei manifestanti, non sono più giovanissimi. Zaino in spalla, arrancano, sudano e sbuffano. Appare un cippo di marmo. Ricorda 12 partigiani uccisi dai tedeschi il 10 luglio del '44. A ondate la gente che arriva intona "Bella ciao".
Nel gruppo di testa c'è l'ex ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer: "Eccoci. Siamo qui in tanti, per dire no all'oscurantismo di questo governo". La testa del lungo serpente umano, dopo un'ora e mezza, raggiunge la chiesa e la scuola dove per tanti anni don Milani ha raccolto i giovani contadini del Mugello, strappandoli dai campi e da una scuola che li aveva cacciati. In pochi si entra nella stanza dove insegnava don Milani. Due grandi tavoli e una decina di sedie impagliate. Su una parete un quadro con una scritta: "I care. Il motto intraducibile dei giovani americani migliori. Me ne importa, mi sta a cuore. L'esatto contrario del fascista me ne frego". Prende la parola Guido Carotti, uno studente di don Milani. "Ci ha insegnato il rispetto e la lotta per i diritti, ad essere sempre attivi e ad essere pronti a fare delle scelte".
Fuori, la folla ha invaso i prati scoscesi, la piccola piscina rettangolare costruita dagli studenti. Decine di persone si affollano nel cimitero di campagna dove è stato sepolto il priore di Barbiana. E dove domani arriverà anche la salma della sua perpetua, morta pochi giorni fa. Dopo la sosta la gente scende a valle: altri cinque chilometri di marcia per sistemarsi nel "pratone". Parlano gli ex alunni, i liceali del Mugello, il sindaco Alessandro Bolognesi saluta: "Una grande festa, un momento di riflessione per continuare a lottare. Ci rivediamo il prossimo anno per ricordare la nascita di don Milani, 80 anni fa".
Unica nota stonata alcuni atti vandalici compiuti forse nel tentativo di impedire la marcia. In particolare sono stati rovesciati alcuni wc chimici collocati lungo il percorso dagli organizzatori, danneggiati vari cartelli stradali, tagliate quattro piccole querce poste poi di traverso sulla strada. Il sindaco Bolognesi si è limitato a dire che "sono gesti difficili da comprendere perchè questa era ed è stata una manifestazione senza vessilli e senza bandiere. Una marcia di cittadini che vogliono bene al mondo della scuola perchè convinti che ad una buona scuola possa corrispondere una buona società".