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Repubblica-Contratti, statali in rivolta Il governo ci discrimina

Domani vertice Aran-sindacati: no all'una tantum, gli arretrati in busta paga Contratti, statali in rivolta "Il governo ci discrimina" D'Amato invita Cgil, Cisl e Uil: vertice il 25 I sinda...

18/02/2003
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la Repubblica

Domani vertice Aran-sindacati: no all'una tantum, gli arretrati in busta paga
Contratti, statali in rivolta "Il governo ci discrimina"
D'Amato invita Cgil, Cisl e Uil: vertice il 25

I sindacati protestano: vogliono chiudere la vertenza senza consultarci
Sul tavolo un aumento mensile di 103 euro, poche risorse per i premi di produttività
LUISA GRION

ROMA - La guerra, questa volta, oltre che sulle cifre, è sui metodi. Si parla di contratti nel pubblico impiego e in particolare del contratto dei ministeriali. Una vertenza che riguarda 230 mila lavoratori, ma che facendo da apripista a tutti i rinnovi del pubblico impiego interessa di fatto tre milioni di persone. L'incontro clou fra Aran (l'agenzia che tratta per conto del governo) e i sindacati è in calendario per domani pomeriggio, ma ieri un quotidiano, il "Messaggero", ha anticipato le cifre di massima della questione. Novità che ha scatenato le polemiche "unitarie" di Cgil, Cisl e Uil che quei numeri (di fatto la proposta ufficiale del governo, visto che sono stati confermati dall'Aran) attendevano di ascoltarle al tavolo delle trattative. L'unità dei sindacati d'altra parte - ieri - è maturata anche riguardo all'invito fatto dal leader della Confindustria D'Amato ad un confronto sulla politica industriale. L'appuntamento è per il 25 febbrario. Ci andranno tutti, anche la Cgil che in una nota pur precisa di "auspicarsi che ciò sia un segnale di ripensamento circa quell'idea bassa dello sviluppo che invece Confindustria persegue".
Tornando agli statali le cifre fatte trapelare indicano un arretrato medio (non una tantum come si era detto) di 750 euro più un aumento mensile lordo (sempre su busta paga media) di 103 euro. Rispetto all'ultima offerta fatta dall'Agenzia è un ritocco al rialzo, ma i sindacati non sono affatto contenti. Non tanto per l'entità stessa dell'aumento (sulla quale i tre leader di Cgil, Cisl e Uil non si sono espressi), ma per il fatto che il governo - con tale anticipazioni - punti a sorpassare le rappresentanze tentando di chiudere una vertenza prima che si arrivi alla riapertura del tavolo delle trattative. Tanto più che la questione è complessa e ha già generato, lo scorso dicembre, uno sciopero della categoria.
Non solo, a sollevare la protesta del sindacato c'è stata una dichiarazione attribuita al sottosegretario della Funzione Pubblica Learco Saporito (che ha smentito) dove s'invitava l'Aran a spalmare le risorse disponibili - poche rispetto alla necessità di recuperare l'inflazione - solo sul "tabellare", e non come premi individuali alla produttività. Ironico il comunicato a firma dei tre leader di Fp-Cgil, Cisl-Fps, Uil Fpl "Siamo stupiti che si sia raggiunto un accordo in nostra assenza, se risulta che così non è, invitiamo il governo ad un po' di serietà e coerenza". Quanto alla proposta attribuita a Saporito la si definisce "bizzarra". "Speriamo che ora il governo non dichiari anche lo sciopero perché insoddisfatto della sua proposta" ironizza Laimer Armuzzi, segretario confederale Cgil. Per Rino Tarelli della Cisl "Questo è un modo incivile di fare le cose, ognuno deve stare al suo posto e smetterla di creare problemi ad una trattativa già molto difficile". Antonio Foccillo dà un messaggio chiaro: "No all'una tantum".


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