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Provincia Pavese-Questa riforma ricorda gli anni '40

Questa riforma ricorda gli anni '40" I sindacati bocciano la Moratti, tra i docenti c'è paura per i tagli SCUOLA Cgil, Cisl e Uil verso lo sciopero d. z. PAVIA. Paura per un possibile "taglio...

16/03/2003
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La Provincia Pavese

Questa riforma ricorda gli anni '40"
I sindacati bocciano la Moratti, tra i docenti c'è paura per i tagli
SCUOLA Cgil, Cisl e Uil verso lo sciopero

d. z.

PAVIA. Paura per un possibile "taglio dei posti di lavoro", diffidenza per "la mancanza delle risorse finanziarie che consentano l'attuazione del progetto"; contrarietà "per una scuola che dividerà in classi sociali: i ricchi che possono studiare e i poveri che si preparano per lavorare": sono critiche le posizioni di Cgil, Cisl e Uil scuola sulla riforma Moratti appena approvata. "Una legge delega è un grosso contenitore che non si sostanzia di nulla, quindi è un mandato al ministro per la decretazione secondaria - spiega Elena Maga (Cisl) - Sicuramente il momento di attenzione e vigilanza sulla decretazione secondaria da parte nostra sarà estremo anche perchè i presupposti che vengono avanti sono preoccupanti".
"Ci preoccupa innanzitutto la prevista riduzione del tempo scuola, che porta quindi alla riduzione dell'offerta formativa e che incide negativamente sia sull'utenza che sugli organici - sottolinea Maga - Inoltre c'è la propensione a definire le materie in senso gerarchico: fondamentali, che appartengono al tempo scuola ridotto, e facoltative, che diventano a richiesta. Va detto anche che in questo momento non c'è alcuna copertura finanziaria per la legge, quindi ancora una volta una riforma senza fondi". "Ma altrettanto problematico è il futuro dell'istruzione superiore - conclude Elena Maga - La distinzione tra licei e istruzione professionale sembra un passo indietro. Lo sciopero del 24 marzo è un'occasione per la scuola di manifestare il dissenso rispetto ad una riforma che non ci ha visti coinvolti in nessun momento".
Gladio Zamperini (Cgil) non è da meno. "Siamo assolutamente contrari a questa riforma, che a nostro avviso è più che altro una controriforma", premette. E prosegue: "E' dannosa dal punto di vista sindacale perchè comporta perdite di posti di lavoro, ma è lesiva dei diritti dei lavoratori e soprattutto dei bambini che ne usufruiranno. Torniamo ad una scuola peggiore di quella che vigeva prima degli anni '40. Torniamo ad una suddivisione per classi sociali: quelle forti andranno ai licei, gli altri si troveranno alle professionali. E poi con quali soldi vogliano realizzare questo progetto? La cosa più grave è che con l'introduzione del maestro prevalente si demolisce la pedagogia degli ultimi vent'anni. Questo è quanto di peggio si potesse fare. Questa riforma mi indigna come insegnante, genitore e cittadino".
Infine Luigi Piccoli (Uil). Che spiega: "In questa riforma registriamo almeno due grossi elementi di criticità: la precocità della scelta tra il sistema dei licei e quello dell'istruzione professionale, che avviene a 13 anni e mezzo; la carenza delle risorse finanziarie. Questa è una legge in cui i finanziamenti sono ancora da verificare. Almeno un aspetto positivo c'è: in questa legge si conferma il principio dell'unicità del sistema scolastico nazionale. Infine c'è il risvolto sindacale: gli insegnanti sono preoccupati per il loro futuro. Ci saranno i decreti applicativi e noi garantiamo di tutelare a pieno le esigenze del personale".


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