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Provincia di Sondrio-IL disastro della scuola

Il disastro della scuola In questi giorni la sensibilità dell'opinione pubblica sui bambini e sulla scuola (strutture, docenti, qualità dell'insegnamento) è stata violentemente e drammaticament...

02/12/2002
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Il disastro della scuola
In questi giorni la sensibilità dell'opinione pubblica sui bambini e sulla scuola (strutture, docenti, qualità dell'insegnamento) è stata violentemente e drammaticamente sollecitata. Ora è in atto l'ennesima riforma della scuola: il ministro Moratti, su sollecitazione delle solite bandiere di parte, sembra prevalentemente intenzionata a modificare i programmi, e ben venga il cambiamento anche se non è sui bambini piccoli che bisogna far pesare il concetto di apprendimento. Ma davvero non si vuol capire che tutte le migliori intenzioni cadono nel vuoto se non vengono innanzitutto create idonee e moderne infrastrutture; se non si garantisce dignità e preparazione adeguata al corpo insegnante? Perché ( per ritornare al nocciolo del problema) non si vuol capire che l'attuale frammentazione scolastica è oltremodo deleteria per tutto l'arco scolastico e per il futuro dei bambini? Non me ne voglia, ma parlare di civiltà, di democrazia, di progresso sociale e non capire tutto quello cui ho appena accennato a me sembra la dimostrazione palese di chi non comprende l'abc del mondo moderno. Lettera firmata Gentile lettore, abbiamo scritto molte volte sui temi della scuola e della sua necessaria rifondazione. Abbiamo già scritto che il problema non è affrontabile con dei palliativi di tipo tecnico, ma occorre affrontare radicalmente un sistema che fa acqua da tutte le parti, che non è al passo dei tempi e che genera solo degli studenti nauseati e dei docenti frustrati. Si dovrebbe intervenire innanzitutto sulla classe docente rivedendo la loro presenza a scuola e la loro competenza non sempre cristallina. In secondo luogo è ovvio che sono fondamentali le strutture. Scuole senza palestre, laboratori e adeguamenti di tipo tecnologico sono oggi impensabili, ma, a quanto pare, in Italia non abbiamo solo edifici scolastici privi di tutto o quasi, ma abbiamo addirittura scuole inagibili. Il polverone suscitato dal crollo della scuola elementare di San Giuliano ha fatto scattare allarmi e denunce: questione di qualche settimana, poi tutto tornerà ad essere avvolto dalla cortina fumogena del fatalismo italiano. Finito l'allarme, finito il rumore tutto rientrerà nei ranghi dell'indifferenza, sino al prossimo guaio ed allora fiato alle trombe della protesta. In poche parole nessuno metterà mano seriamente e radicalmente alla scuola. Nessuno lo farà per due semplici motivi: non c'è la volontà politica di affrontare una rogna simile che può solo creare malumori; non ci sono i soldi da investire in una 'rivoluzione' che costerebbe moltissimo. Ed allora, caro lettore, ci teniamo le scuole che abbiamo. Ci teniamo questi carrozzoni traballanti affidati sempre di più alla buona volontà di quegli insegnanti che, nonostante stipendi da fame ed una considerazione sociale vicina allo zero, accettano di far bene il loro prezioso ed indispensabile lavoro.


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