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Proteofaresapere news: Dopo l`approvazione del decreto Gelmini

editoriale

04/11/2008
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Proteo Fare Sapere

L’ora di Costituzione promessa è sparita.

E’ stata consumata una truffa, l’ora c’era ma è scomparsa. Il testo del decreto Gelmini è chiaro: contiene un generico invito a studiare convivenza civile, Costituzione e… gli statuti regionali. Il clima alimentato dalla Lega Nord contro la Costituzione sta diventando inquietante. Le Poste non possono regalare la Costituzione ai ragazzi perché la Lega non gradisce! La Lega fa votare in Parlamento lo schieramento di Centro Destra contro l’ODG che propone di distribuire la Costituzione agli studenti. Si tagliano i fondi per la commemorazione del 17 marzo, data di promulgazione dell’Unità d’Italia. Sull’ora della Costituzione condividiamo il primo testo Gelmini, quello che la Lega ha sterilizzato, chiediamo che venga ripresentato in Parlamento e ci aspettiamo, su quel testo, un’ampia convergenza.

Il merito rinviato…. mentre viene ribadito

Il 22 Settembre il Ministro propose a Porta a Porta di retribuire con 7.000 euro gli insegnanti professionalmente meritevoli ma… dopo il 2011. Speravamo, assieme alla stragrande maggioranza degli insegnanti che, in tempi ragionevolmente brevi, i docenti avrebbero avuto finalmente una carriera professionale. Si chiude, invece, il ragionamento rimandando il tutto di almeno altri 3 anni. La domanda di riconoscimento del merito rimane inevasa e l’art 24 del CCNL che la prevedeva resta colpevolmente inapplicato. Siamo davanti al paradosso per cui i docenti chiedono il riconoscimento della loro professionalità, anche oltre il dettato dell’art. 24 del CCNL, ed il Ministro riconosce, a parole, i loro diritti ma, in pratica, fa esattamente il contrario. Noi il merito professionale lo vogliamo adesso.

Se la scuola è malata, va curata o uccisa?

Questa “vituperata” Scuola ha dato molto a questo Paese ed ha innescato processi positivi, quindi è un organismo sostanzialmente sano. Ci sono inadeguatezze, cose da cambiare ma crediamo che il Ministro Gelmini non le abbia neppure individuate, sospinta da un’ideologia da Mulino Bianco. Ci sono sprechi, inefficienze e necessità di cambiamenti, tutta la scuola militante ha denunciato gli uni e richiesto gli altri. In quel Ministero ci sono stati, negli ultimi 8 anni: Moratti (cinque anni), Fioroni (due) ed infine Gelmini. Grandi responsabilità sono da imputare, dunque, alla sua parte politica compreso lo scandalo delle Università Telematiche (prevalentemente private); sarebbe interessante indagare quali politici hanno voluto l’Università nel proprio Borgo. Potremmo anche scoprire che molte delle baronie parentali, da noi denunciate, sono soggetti attivi nei partiti dell’attuale governo. Invece di imputare ai docenti, alla Scuola ed all’Università la responsabilità dell’inadeguatezza culturale della propria parte politica, il Ministro farebbe bene a cambiare atteggiamento, dovrebbe lasciare da parte gli approcci ideologici per entrare nel merito dei problemi. Le decisioni sulla Conoscenza sono strategiche, hanno bisogno di consenso e dovrebbero essere condivise. C’è urgente bisogno di politiche lunghe e capaci di traguardare una legislatura. Servono, tavoli di confronto e una grande capacità d’ascolto, serve un patto ampio, condiviso e concertato tra tutti i soggetti interessati, invece siamo all’autismo politico, al ritornello propagandistico, all’uso lieve di dati spesso manipolati.

L’onda giovanile chiede : “ridateci il futuro!”

Una novità: I giovani si rifiutano di essere invisibili, sottopagati, privi della possibilità di fare mutui cioè di mettere su famiglia, trasformati in una generazione di ‘bamboccioni’. Con il blocco del turn over e col licenziamento di 40 mila ricercatori hanno ricevuto l’ultimo messaggio: “non c’è neppure un posto come ricercatore ad 800 euro mensili. Potete tutti emigrare!” Con la creazione delle fondazioni universitarie, cioè l’abbandono delle Università a se stesse, il cerchio si è chiuso. Gli universitari hanno così utilizzato la scadenza del 17 ottobre, del 30 ottobre, ed utilizzeranno pure quella del 14 novembre (sciopero del personale dell’Università Ricerca ed accademie) per dire che ci sono, per chiedere un progetto di vita, per riaffermare una speranza ed un futuro. Gli studenti medi hanno immediatamente colto l’onda. I docenti seguono, poiché, tra chi si muove, ci sono i loro studenti migliori: quelli che amano la cultura e la conoscenza. Fare lezione nelle piazze è un inedito che dice che l’era della conoscenza è iniziata per davvero.

Che fare? molte cose, compresi i referendum abrogativi.

Se siamo riusciti a fermare l`ex ministro Moratti abbiamo energia e intelligenza per fermare anche l`attuale ministro Gelmini. Da oggi comincia di nuovo la Resistenza, giorno dopo giorno, ogni azione sarà usata per bloccare il decreto, per salvare il tempo pieno, per l’integrazione degli alunni diversamente abili, per “gli altri”: gli stranieri, gli extracomunitari,… per impedire la trasformazione in licei banali gli Istituti tecnici e Professionali, per bloccare la svendita dell’Università e salvare la Ricerca. Il Ministro dovrà ascoltarci, riconoscere le nostre idee e siglare con tutti i soggetti coinvolti un patto per la scuola, per la conoscenza e per il paese.Il primo fronte su cui si applicherà il Ministero sarà quello della chiusura delle piccole scuole di montagna che interessano circa 1.300 piccoli comuni; siamo alla scadenza di una tornata elettorale per il rinnovo delle amministrazioni locali, siamo curiosi di vedere come si comporteranno i sindaci leghisti della Val Brembana. Tatticamente il ministro Gelmini rischia con i suoi decreti, che diventeranno operativi a ridosso delle elezioni comunali, di fornire un formidabile strumento alle opposizioni per la loro campagna elettorale. I regolamenti attuativi, non saranno, a nostro avviso, tecnicamente applicabili; saranno occasioni per rimarcare l’assurda azione del Ministro che si trova di fronte a ineludibili blocchi sindacali e politici.Sui referendum infine, non ci piace, la contrapposizione tra l’ azione degli enti locali, la lotta sui singoli regolamenti e il referendum come se una cosa escludesse l’altra. Non è così. I referendum (contro il maestro unico, le università trasformate in fondazioni, la norma che caccia i ricercatori precari, il blocco delle assunzioni all’Università) al di là della loro formulazione sono lo sbocco politico più immediato e possibile poiché si voterà tra un anno e mezzo e non dovremo aspettare la fine della legislatura per stabilire che la conoscenza è un bene pubblico e che i giovani hanno diritto al loro futuro. Questi referendum toccano corde profonde della società. I cittadini dovranno scegliere tra la propaganda televisiva, che pretende di gestire il sapere, e le maestre che collaborano, con passione, all’educazione dei loro figli; dovranno scegliere tra la possibilità d’accesso all’Università per tutti, compresi i loro nipoti, e le farneticazioni dei giovani di destra contro presunti baroni che sarebbero alla testa dell’onda per garantire se stessi. I grembiulini, il voto di condotta, i voti numerici non c’entrano col referendum: questo lo pensa solo Pannella. Qui si tratta del diritto allo studio, del diritto di avere una scuola di qualità, un`università che funziona e di dare una speranza ai nostri giovani. Con questi referendum infine si manda a dire all’onorevole Berlusconi che lui governa ma non comanda e che non è padrone dell’Italia. Col nostro impegno possono davvero perdere, come hanno perduto col referendum Costituzionale.

Omer Bonezzi, Presidente Nazionale di Proteo Fare Sapere


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