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«Priorità agli studenti, hanno diritto ad avere la valutazione di fine anno»

Il presidente emerito della corte costituzionale Cesare Mirabelli spiega subito di non voler credere all’ipotesi che i sindacati della scuola, o in questo caso uno tra loro, possano arrivare a bloccare gli scrutini

17/05/2015
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Il Messaggero

ROMA «Tutelare il diritto degli studenti ad ottenere le valutazioni annuali deve essere una priorità». Il presidente emerito della corte costituzionale Cesare Mirabelli spiega subito di non voler credere all’ipotesi che i sindacati della scuola, o in questo caso uno tra loro, possano arrivare a bloccare gli scrutini, mettendo a rischio esami o futuro scolastico dei ragazzi: «Se l’autorità garante sugli scioperi dovesse dare indicazione di rinviare o limitare lo sciopero nel corso degli scrutini, credo che i sindacati si adeguerebbero anche perché l’effetto politico della protesta sarebbe comunque raggiunto».
Presidente, partiamo da una sua valutazione generale sull’ipotesi di uno sciopero durante gli scrutini.
«Lo sciopero è un diritto collettivo costituzionalmente garantito. Naturalmente allo stesso tempo vanno tutelati i servizi pubblici essenziali. Dunque è tollerabile uno slittamento dei tempi previsti per gli scrutini ma non è accettabile che siano presi in ostaggio i diritti degli studenti che a fine corso aspettano una valutazione, specie se dovessero essere messi a rischio gli esami di stato».
Come funziona la procedura?
«Per ora siamo alle schermaglie iniziali. L’autorità garante ha dato un avvertimento con alcune indicazioni e i Cobas hanno annunciato ma non ancora proclamato la protesta. Se arriva la proclamazione vera e propria, l’autorità può dare delle prescrizioni, ad esempio facendo slittare le date. Se queste vengono violate, scattano le sanzioni nei confronti delle organizzazioni sindacali che hanno violato il dispositivo».
Alcuni sindacati hanno respinto le indicazioni dell’autorità garante, sostenendo che non è accettabile vietare lo sciopero per il mese di giugno. Chi ha ragione?
«Capisco che i sindacati vogliano protestare senza risultare completamente innocui, ma non bisogna esasperare i danni tanto più su soggetti diversi da quelli contro i quali si sciopera. Forse, così come avviene per il trasporto pubblico, l’autorità garante potrebbe valutare di indicare dei periodi di black out degli scioperi. Per i trasporti questi periodi ”bianchi” sono in prossimità di alcune festività. Mi chiedo se un principio analogo non possa essere fissato o posto interpretativamente dall’autorità garante anche per la scuola, considerato il danno che potrebbe essere provocato a terzi, di molto superiore alla libertà di manifestazione della protesta dei lavoratori nell’interesse collettivo. Nel bilanciamento degli interessi, probabilmente prevale il diritto degli studenti alla valutazione del proprio corso di studi, tanto più visto che la normativa scolastica prevede consigli di classe, perfetti, ovvero con tutti i componenti presenti, al momento della valutazione finale».
Cosa rischiano i singoli insegnanti che non rispettano la prescrizione del garante?
«La proclamazione dello sciopero legittima un comportamento normalmente non accettabile, quale l’assenza del posto di lavoro. Se lo sciopero è stato vietato o limitato dal garante, viene meno la legittimità di quella assenza, che diventa dunque una inadempienza all’obbligo contrattuale, con conseguenze da valutare caso per caso. Ma non credo che si arriverà a tanto».
Perché?
«Un muro contro muro sarebbe inutile. Se i sindacati proclameranno uno sciopero e questo sarà inibito o accettato con limiti di salvaguardia, il valore politico della protesta sarà stato comunque capitalizzato».
Sara Menafra


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