FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3932797
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Presidi, cambiare la valutazione

Presidi, cambiare la valutazione

A partire dalla retribuzione di risultato: decida il contratto

21/06/2016
Decrease text size Increase text size
ItaliaOggi

Giuseppe Mantica

Rivitalizzare la contrattazione anche per la valutazione dei presidi. È una delle richieste formulate dal Cspi, il consiglio superiore della pubblica istruzione, al ministro, Stefania Giannini, nel parere sul regolamento per la valutazione dei dirigenti. Il parere è stato adottato all'unanimità, ma con proposte di rettifica che lo condizionano.

Infatti, il Consiglio ha articolato tutta una serie di suggerimenti, sia per commi che per articoli, ed ha espressamente avvisato nelle conclusioni che il parere (obbligatorio) resta favorevole solo se alla direttiva verranno apportate le modifiche indicate.

Una delle più rilevanti modifiche suggerite dal Consiglio riguarda la composizione del nucleo di valutazione dei dirigenti scolastici.. Il nucleo che gestisce il processo sarà composto da un dirigente tecnico, in funzione di coordinatore, e da due esperti in possesso di specifiche e documentate esperienze in materia di organizzazione e valutazione, di cui uno deve essere, chiede il Cspi, un dirigente scolastico in servizio in una regione/provincia diversa da quello del valutato. Il Cspi, infatti, ha avvertito l'esigenza di coinvolgere nel processo valutativo gli stessi presidi, altresì, prevedendo la loro presenza nell'Osservatorio nazionale sulla dirigenza scolastica (almeno cinque presidi di diversi ordini di scuola, e provenienti da differenti aree geografiche, indicati dai sindacati). Nel testo licenziato dal parlamentino della scuola si ha ulteriore conferma di questa attenzione verso la condivisione del fenomeno di valutazione laddove si vuole garantire la partecipazione ed il coinvolgimento dei soggetti interessati (dirigenti scolastici) anche attraverso adeguate iniziative di formazione, continua e strutturale, e con la necessità di tener conto dei diversi contesti di riferimento che rendono specifiche le funzioni degli istituti nei quali operano i presidi da valutare.

Il Cspi, anche richiamandosi alla legge sulla Buona Scuola, si è preoccupato di individuare un sistema di valutazione della dirigenza scolastica che possa tener conto della specificità degli obiettivi assegnati al preside. Ha ritenuto, inoltre, essenziale per la buona riuscita del processo, garantire la terzietà e l'alta professionalità del nucleo di valutazione nonché la collegialità del nucleo nella formulazione dei giudizi finali di valutazione da sottoporre ai direttori degli uffici scolastici regionali.

Dal Consiglio si sono, inoltre, avuti chiari segnali di rispetto del ruolo sindacale e della sua migliore espressione qual è la contrattazione collettiva per i ripetuti rinvii ai contratti di lavoro in tema di corrispettivi stipendiali. Relativamente alla misura della retribuzione di risultato connessa al raggiungimento degli obiettivi, il Consiglio ritiene che la definizione di eventuali criteri di ripartizione debba essere riservata alla competenza della contrattazione integrativa decentrata a livello regionale, prevedendo un contratto nazionale che fissi i criteri a cui dovranno poi attenersi a livello locale. L'attuale regolamento, invece, già definisce tre fasce di merito. Nella nuova versione, invece, resterebbe solo l'obbligo di retribuzioni differenziate,

Emerge senza dubbio alcuno la peculiarità che il Cspiha voluto rimarcare per il ruolo del dirigente scolastico, non paragonabile a quelli di altri dirigenti amministrativi, per il suo forte ancoraggio al ruolo sociale e culturale della scuola. Il preside assume un profilo professionale quale centro di tutta l'attività scolastica dove viene indirizzata l'architettura organizzativa della scuola autonoma e l'attività culturale dei docenti. Dunque, anche la valutazione dell'operato del dirigente scolastico merita di essere curvata su quelle peculiarità , al fine di garantire loro una valutazione equa, trasparente, attenta alla specificità del ruolo e in grado di riconoscere la funzione strategica della dirigenza scolastica nel governo della complessità del servizio nazionale di istruzione e formazione.