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Più soldi alla scuola, ma con i risparmi della scuola

Renzi ammette che per spendere più soldi nella scuola bisognerà risparmiare (ma sempre nella scuola). "Faremo tanta spending review" e ci sarà una digitalizzazione spinta per "snellire" l'apparato amministrativo.

03/09/2014
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La Tecnica della Scuola

Reginaldo Palermo

Ci sono alcuni passaggi dell’ultimo “annuncio” di Matteo Renzi che dovrebbero far meditare non poco.

Per esempio, come va interpretata l’affermazione "Chiederemo ai presidi di fare di più, aumentando competenze e responsabilità, ma anche snellendo la struttura amministrativa attraverso un percorso di digitalizzazione procedurale spinta" ?
Snellire la struttura amministrativa e andare verso una “digitalizzazione spinta” sembrano voler dire una cosa sola: rivedere (al ribasso) gli organici del personale amministrativo ed estendere l’impiego delle procedure informatiche.
E che questa sia una possibile chiave  di lettura della frase del premier sembra confermato dall’affermazione relativa alla necessità di realizzare risparmi anche nella scuola (“faremo tanta spending review” dice testualmente Renzi).
Il “superamento della supplentite” è già stato ampiamente illustrato anche dallo stesso ministro Giannini che ha annunciato che le supplenze verranno ridotto allo stretto indispensabile, con conseguente risparmio di un bel po’ di milioni di euro. Nessuno, però, fino ad ora ha spiegato in che modo sarà possibile ridurre le nomine di supplenti.
Quanto agli “atti normativi conseguenti” che dovrebbero arrivare a partire dal mese di gennaio, i dubbi sono davvero tanti: un atto normativo non si improvvisa in due settimane e sembra di capire che Renzi non si renda conto che i tempi parlamentari sono lunghi, alle volte biblici ed è davvero difficile pensare che con atti normativi messi in cantiere nei primi mesi del 2015 si possano introdurre nella scuola modifiche ordinamentali già a partire dal settembre successivo.

Ma sono tutti dubbi che fra poche ore saranno sciolti. Quanto meno questo è ciò che tutti si augurano.

nto meno questo è ciò che tutti si augurano.


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