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Perchè l'inchiesta di Presa Diretta sulla scuola non mi è piaciuta

Ci sono tante imprecisioni e inesattezze, e voglio essere leggero, come ci sono tante cose non dette che si potevano dire.

10/02/2015
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OrizzonteScuola

inviato da Salvo Amato - Ho visto integralmente la tanto attesa inchiesta che presa diretta ha fatto sulle scuole italiane e sulla percezione della riforma da parte dei cittadini.

Ci sono tante imprecisioni e inesattezze, e voglio essere leggero, come ci sono tante cose non dette che si potevano dire.

Iniziamo dalle inesattezze che purtroppo rendono poco credibili inchieste come questa.

Il tema del mancato rinnovo dei contratti: si arriva addirittura a dire che ci sono circa un milione di operatori nella scuola e il mancato rinnovo toglie 8000 euro ad ogni operatore della scuola quindi lo stato ha risparmiato 8 miliardi di euro. Ora, è vero che i contratti non vengono rinnovati, mi pare, dal 2007  ma è anche vero che quella cifra è una stima tutta da verificare fatta da un sindacato che ha detto: “il mancato rinnovo dei contratti costa ad ogni insegnante “SINO A 8000 euro di mancato introito”. Ecco sulle parole  “sino a” ci si gioca tutto. Un rinnovo del contratto considerando la situazione economica attuale comporterebbe circa 50 – 60 euro al mese in più per ogni busta paga. Sono cifre importanti se moltiplicate per un milione di insegnanti ma ritengo sia difficile arrivare a 8 miliardi di euro. Quindi una inchiesta che fa calcoli del genere alla fine rischia di fare un buco nell'acqua scadendo in sterile qualunquismo.

E veniamo ora alle eccellenze. Sono state mostrate tante eccellenze, anzi le più stravaganti! Si inizia  con la “classe scomposta” inventata da una insegnante, la prof.ssa Bardi. Non entro nel merito della validità di tale strategia tutta da verificare ma mi ha colpito qualcosa in particolare. Se lei ha inventato (così dice ai microfoni di presa diretta) la classe scomposta io ho inventato la ruota visto che ancora nessuno ha rivendicato tale invenzione... Se le sue sono classi scomposte originali cosa erano le scuole pitagoriche? E Steiner? La prof. Bardi è consigliera del Miur grazie alle classi scomposte. Si procede con l'eccellenza del libro fai da te del progetto “book in progress”, se vogliamo chiamarla eccellenza. Sorvolo sulle mie considerazioni personali riguardo ad un progetto definito libero su cui pare ci sia una sorta di brevetto...

Siamo proprio sicuri che un testo di fisica o di letteratura scritto dal docente della scuola sia di ottima qualità e basti a fare veramente scuola? Dove li mettiamo i Castelnuovo, gli Amaldi, i Sapegno e tutti i grandi autori dei testi di base? Viene detto dal DS della scuola che i contenuti sono liberi in rete ma non è vero, non c'è alcuna traccia, tutto blindato. E' questa la didattica dei testi “liberi”? Non è forse più semplice istituire una wiki nazionale che metta insieme le migliori menti?

Passiamo alla questione del “contributo volontario”. Questa parte mi ha dato informazioni utili che non conoscevo e mi ha fatto capire come mai non si riesce a toccare il fondo, non si riesce, cioè, a raggiungere quel punto di non ritorno che consente di avviare serie battaglie per la difesa della scuola. Sono arrivato a sentire che le spese di funzionamento per la scuola provengono per l'80% da contributi volontari dei genitori i quali di fatto pagano la scuola pubblica! Perchè lo fanno? Non si rendono conto che in questo modo la difficoltà vera della scuola non verrà mai conosciuta? Addirittura in alcuni casi alcune scuole avendo disponibilità di cassa date dai contributi volontari hanno pagato per voci di spesa come supplenze ed esami di stato che lo stato non rimborsa. Siamo all'abc della contabilità nella pubblica amministrazione. LIM e tablet procurati con ingenti raccolte punti che di fatto costringono le famiglie a fare tutti la spesa presso lo stesso supermercato!

Veniamo, ora, all'edilizia scolastica. Ho appreso che sono state create tre fasce di interventi, una delle quali chiamata “la bella scuola” orientata a piccoli interventi, tinteggiatura ecc.... Vedo di scuole che hanno ottenuto cifre “da capogiro”: qualche migliaio di euro che basterebbero a tinteggiare un appartamento e non una scuola. Soluzione? Compriamo i colori e facciamo noi. Ritengo sia una cosa abominevole. Lo stato dirà che ha provveduto con pochi spiccioli a migliorare la scuola senza che il contributo volontario in moneta e in braccia venga mai fuori. Ciò che ho appreso è il fatto che gli interventi arrivano “a pioggia”, basati cioè sulla dimensione della scuola e non sulle reali necessità. Quindi ci sono scuole dove non si fanno lavori da decenni e scuole recenti che percepiscono lo stesso contributo. Tralasciamo i casi più gravi che sono migliaia. Non sempre occorre una semplice tinteggiata e qualche tocco di colore. I tetti crollano non per mancanza di tinteggiature ma per problemi strutturali.

Infine, la questione dei precari e delle assunzioni. Questa è la parte con maggior numero di imprecisioni. La prima riguarda la sentenza della corte europea che condanna lo stato ad assumere chi ha assunto per almeno 3 anni. Forse nessuno è bravo a fare i conti ma si leggono imprecisioni paradossali. Ci sono 40 mila cattedre vuote per incarichi annuali, quindi dovrebbero essere solo 40 mila ad avere incarico annuale e rientrare nei requisiti di cui parla la sentenza e questo ammesso che gli incarichi siano stati dati per almeno tre anni. Si apprende che lo stato dovrebbe assumere tutti i 150.000 precari delle GAE in base alla sentenza, cosa errata, dovrebbe assumere solo coloro i quali hanno avuto almeno 3 incarichi annuali e la maggior parte non ne ha avuti. Alcuni docenti in GAE non hanno mai fatto un solo giorno di servizio, quindi non è vero che lo stato è obbligato ad assumerli in ruolo. Tuttavia quando si intervista un segretario di un sindacato che fa dei ricorsi il suo punto di forza escono fuori numeri da capogiro. Evidentemente sembra che sia molto facile fare semplici moltiplicazioni. Dunque moltiplico 40.000 euro  di mancato introito per 150.000 posti e ottengo la cifra di 6 miliardi, ecco quanto deve pagare lo stato. Ma questo è modo di fare opposizione? O Forse non è più utile dire come stanno le cose? Questo è un modo errato di informare i docenti mettendoli gli uni contro gli altri.

E adesso veniamo alle cose non dette.
Scatti stipendiali, non è stata detta una parola riguardo all'abolizione degli scatti di anzianità. Non si capisce come mai visto che è uno dei temi più caldi. Mancavano forse persone in grado di parlare? O forse i segretari dei sindacati intervistati se ne sono dimenticati?

La questione del merito. Nessuno ne ha parlato, non hanno intervistato nessuno che dica due parole a favore o contro il merito, altro argomento bollente che circola in rete.

L'unica cosa che mi ha fatto piacere sentire è quella che riguarda la legge di iniziativa popolare della Prof.ssa Boscaino ed altri colleghi illustri. Ho appreso che gode dell'appoggio di molti personaggi del mondo accademico e non.  Mi ha enormemente sorpreso il fatto che stia prendendo piede anche tra chi conta nella politica. Mi ha impressionato la puntualità e la precisione con cui gli esperti intervistati hanno parlato della proposta Renzi citando tre o quattro difetti fondamentali tra i quali la frase: “non ci sono soldi” che fa molto riflettere sulle magnifiche e progressive sorti della nostra scuola.